La rivoluzione del Pd regionale trasforma la Federazione di Frosinone. Azzerata la Segreteria. In Direzione, Fantini chiude i casi Anagni e Ferentino. la questione Saf. Sgarbi che ci dipinge con il concone. Dialogo e pluralità. Via ai congressi di Circolo
La rivoluzione Dem arriva anche in Ciociaria. È il Segretario provinciale del Pd Luca Fantini a spalancare la porta al rinnovamento partito da Roma con il Congresso regionale. Quello che ha eletto Daniele Leodori Segretario e Francesco De Angelis presidente, quello che ha determinato la nascita di nuovi equilibri, quello che dopo anni è riuscito a generare un nuovo assetto interno senza gomitate, sgambetti o colpi sotto la cintura. (Leggi qui: Leodori Segretario, De Angelis presidente: come si legge il Pd nuovo. E leggi anche Vincitori e vinti, intese e rotture: come cambia il Pd con Leodori Segretario).
La rivoluzione di Luca Fantini viene annunciata con le sette cartelle del suo intervento fatto questa sera alla Direzione Provinciale Pd di Frosinone. Senza sconti, senza foglie di fico. Il Segretario provinciale ha messo il dito nella piaga delle divisioni andate in scena alle elezioni Comunali di Ferentino ed Anagni. Ha declinato un Pd che deve essere capace di leggere il mondo in maniera diversa e pilotare alleanze come quella che è stata costruita per la nuova governance Saf. Ribadita la netta distanza dalla visione del mondo declinata da Francesco Rocca in Regione “rischia di farci tornare indietro di anni in pochissimo tempo”. O Vittorio Sgarbi ad Arpino “dove ci dipinge come se portassimo ancora le ciocie ai piedi ed il concone sulla testa”.
Mao Tse-Tung ammoniva che La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza. E Luca Fantini interpreta alla lettera: questa sera ha annunciato l’azzeramento della Segreteria provinciale “nei prossimi giorni comunicheremo il nuovo gruppo dirigente”. Non basta: i congressi di circolo si terranno tra il 20 settembre ed il 20 ottobre.
Le divisioni alle Comunali
Il primo passaggio chiave nella relazione del Segretario è quello sulle elezioni Comunali.
Le nostre discussioni interne, seppur ricondotte sempre all’interno dei nostri regolamenti statutari, sicuramente non hanno aiutato un processo di rafforzamento delle nostre posizioni. Oggi quel dibattito deve aiutarci ed essere di insegnamento per il futuro, per evitare di replicare tali situazioni alle prossime elezioni. Favorendo sempre, a tutti i livelli l’avvio di soluzioni unitarie e quanto più condivise possibili, partendo già da settembre, con l’impegno di tutti, ad intervenire i quei comuni in cui l’unità è venuta meno dotandoci anche di nuove e maggiori regole che ci aiutino in questo processo, utilizzando anche, come previsto da statuto, le Primarie.
La traduzione è: ad Anagni e Ferentino siamo andati divisi e nessuno si permetta di fare la morale. Perché tutti si sono spaccati nella convinzione che avrebbero vinto e così non è stato. Senza ipocrisie: se ci fosse stata la reale volontà di andare insieme si sarebbero fatte le Primarie. Alle quali invece si si è volutamente sottratti. Così le Comunali sono state usate per il regolamento di conti interno. Ora vediamo di non fare la stessa cosa a Cassino dove tra poco si andrà a votare.
Basta con i vecchi schemi
Il mondo cambia e non si può continuare ad interpretarlo con gli steccati di cinquanta anni fa. Luca fantini lo dice con chiarezza.
La vittoria della battaglia democratica che la Schlein ha indicato per la trasformazione e il rinnovamento dipende dalla capacità di coinvolgere anche nei nostri territori, vaste aree della società. Da come sapremo stringere alleanze sociali per creare un consenso largo tale da consentire di lavorare a un allargamento del sistema delle alleanze politiche convergenti su questioni che uniscono e rendono forte il fronte dell’opposizione.
Anche qui il segnale è dirompente. È rivolto ai duri e puri. Se fosse stata seguita la loro linea, il Partito Democratico non avrebbe vinto né le elezioni Provinciali né la partita per la governance Saf. Ma nessuno provi a dire che Fantini abbia sostenuto la necessità di dialogare con le destre: non lo ha né detto, né lasciato capire, nemmeno lontanamente pensato. E allora?
Ha posto tutti di fronte ad un’evidenza: oggi ci sono realtà sovracomunali cioè dove a decidere sono i Comuni. E lì non si può ragionare con il paraocchi degli steccati. Perché ci sono sindaci di sinistra, sindaci di destra, sindaci civici un po’ dall’una ed un po’ dall’altra parte. Fantini dice che a problemi Sovracomunali è possibile rispondere con soluzioni sovracomunali: com’è stato per la Provincia e per la Saf.
Il malgoverno delle destre
La posizione sul governo delle destre è lampante. Il Segretario boccia la Regione Lazio di Francesco Rocca. E la visione comunale di Vittorio Sgarbi.
Mesi di totale immobilismo del Presidente Rocca rischiano di farci tornare, in pochissimo tempo, indietro di anni, disperdendo tutto il lavoro portato avanti da Nicola Zingaretti e dai nostri consiglieri regionali.
Capitolo importante che voglio sottolineare è anche il tema della Cultura. Lo voglio dire con grande chiarezza, non possiamo pensare di appaltare a
Sgarbi e alla destra la narrazione che siano loro a spiegarci come si fa rete per valorizzare il nostro territorio. Non possiamo accettare la narrazione di chi ci descrive come se portassimo ancora le ciocie ai piedi ed il concone sulla testa. Niente di più falso. Abbiamo investito in questi anni sulla creazione di un tessuto turistico e culturale che fosse in grado di dare slancio al nostro territorio, da questo punto di vista il lavoro portato avanti da Sara credo sia sotto gli occhi di tutti. Anche su questo punto necessitiamo di un grande impegno di tutto il Partito.
Non c’è bisogno di traduzioni.
Azzerata la Segreteria
Il Congresso regionale ha delineato il profilo di un Pd diverso da quello degli anni scorsi. Il dualismo Pensare Democratico – Base Riformista è superato: ora la componente maggioritaria del Partito è entrata a generare la maxi componente regionale Rete Democratica mentre l’ala dell’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo ha un’alleanza organica con Danilo Grossi e con l’ex deputato Nazzareno Pilozzi. Ma soprattutto il Congresso regionale ha detto che è finito il tempo delle conte muscolari: è la stagione del Pd che finalmente riesce ad essere plurale.
Ed il Segretario provinciale Luca fantini ne prende atto. Con pragmatismo. Lo dimostra con un annuncio.
Oggi comunichiamo di fatto l’azzeramento della Segreteria Provinciale. Provvederemo nei prossimi giorni a comunicare il nuovo gruppo dirigente. Tutto questo, come sempre, nel solco dell’unità e della condivisione che hanno rappresentato, per questa segreteria e per me, un valore irrinunciabile.
Invitati permanenti della nuova segreteria provinciale saranno il capogruppo del Pd in consiglio provinciale Enrico Pittiglio e la consigliera regionale Sara Battisti.
Chiaro quindi che nella prossima Segreteria non ci saranno solo le sensibilità di Pensare Democratico e di Antonio Pompeo ma anche quelle di Danilo Grossi e di Domenico Alfieri.
Resta un dubbio. Gli invitati permanenti sono solo due o si aggiungono a quelli della precedente Segreteria e cioè Antonio Pompeo e Mauro Buschini? Che erano stati invitati in maniera permanente in virtù del loro lunghissimo curriculum nei ranghi del Pd.
Nuovi Segretari
C’è poi un intero mondo che il Segretario nazionale Elly Schlein ha cooptato nel Pd. Non si può non tenerne conto. per questo Luca fantini annuncia il via ai Congressi di circolo.
Noi abbiamo, come già ampiamente anticipato nella scorsa direzione provinciale, diverse realtà che andranno al rinnovo del proprio Congresso. Dopo diversi rinvii, dovuti sempre alle scadenze elettorali incalzanti, abbiamo valutato lo svolgimento di quest’ultimi tra il 20 settembre e il 20 ottobre 2023, aprendo una finestra congressuale di un mese che ci permetterà di far trovare pronti, con nuovi Segretari e nuovi direttivi, i nostri circoli ad affrontare tutte le sfide di cui abbiamo parlato.
Chiaro anche qui il messaggio: il Partito Democratico si apre al rinnovamento. E lo fa all’interno del solco della sua tradizione. Esattamente come ha dimostrato il modello vincente del Congresso regionale.
La benedizione di De Angelis
Per la prima volta Francesco De Angelis interviene da Presidente del Pd del Lazio. Benedice la nuova linea: la definisce “un inizio giusto, dopo anni di lacerazioni che hanno indebolito il Pd. Dobbiamo aprirci al dialogo, al confronto e saper trovare una sintesi che ci tenga uniti anche nel rapporto con la società”.
Il patriarca del Pd ciociaro indica alla Direzione provinciale due obiettivi. Il primo è quello di riflettere sulle ragioni della sconfitta alle Politiche e alle Regionali e comprendere che da soli non si vince “specie in un sistema elettorale come il nostro. Il Pd da solo non basta: però per fare questo abbiamo bisogno come ci ricorda la Schlein di una discussione sul tratto identitario . Dobbiamo spiegare ai cittadini chi siamo e cosa vogliamo”.
Con un realismo a ridosso del cinismo Francesco De Angelis declina il secondo obiettivo: ricostruire l’alleanza di centrosinistra, perché il vecchio centrosinistra, quello che spesso ha permesso di vincere alle amministrative, non c’è più. “Dobbiamo farlo aprendoci al civismo, tornando ad essere interlocutori con la società civile per essere competitivi e portare il Pd al successo elettorale. Favorire aggregazione, essere inclusivi”.
Ricorda che la Federazione di Frosinone è stata il bastione Dem. Ha totalizzato il miglior risultato Pd del Lazio alle Regionali ed è stato determinante per l’elezione di Matteo Orfini a Montecitorio. “Consapevoli delle difficoltà, ma il Pd c’è. “Ora apriamo una fase nuova: condivido l’impianto della relazione del Segretario Fantini. Sono convinto di questa fase nuova e che pur nella diversità bisogna fare tutti uno sforzo per rappresentare il Pd nella sua interezza”.
E quella di Battisti
Francesco De Angelis nei giorni scorsi ha lasciato il timone della componente a Sara Battisti. Che ha analizzato la situazione mettendo subito in chiaro alcune cose. La prima: il Congresso regionale non ha eletto solo Segretario e Presidente ma ha generato anche un nuovo gruppo dirigente ed in quell’assemblea ci sono molti volti nuovi. Alla Federazione Pd di Frosinone, tutte le sue sensibilità, va riconosciuto il merito “di avere costruito una classe dirigente nuova nel Partito Democratico nel corso di questi due anni”.
Ma non basta “Non dobbiamo solo ricostruire identità del Pd ma anche e soprattutto il ruolo del Pd in questa fase storica come opposizione alla destra”. Intuisce che la pancia del Partito fiuta la vicinanza eccessiva del mondo grillino. Così mette subito in chiaro “No alla subalternità ai 5 Stelle. I nostri elettori sono diversi da quelli del Movimento 5 stelle. Noi siamo un grande Partito in virtù delle tante sensibilità che vi abitano. Nel congresso del Pd Lazio abbiamo saputo interpretare questa fase”.
Non nasconde la polvere sotto al tappeto. Il Pd ha perso perché si è lacerato. E lo dice con chiarezza: “Veniamo da una stagione di dinamiche interne che ci hanno portato a commettere degli errori. Uno su tutti lo dimostra il fatto che Alessio D’Amato abbia lasciato il Pd. Si doveva fare un percorso e un ragionamento diverso”.
Chiarisce anche che Unità non significa Unanimità: “ognuno mantenere il proprio profilo e le proprie idee”. E come esempio cita proprio l’azzeramento della Segreteria: “Luca Fantini ha tutta la legittimità di azzerare e scegliere la nuova segreteria ma ha scelto di farlo insieme, ascoltando tutte le sensibilità e trovando una sintesi”.
Lancia infine un avviso ai naviganti. Dicendo: “Per stare insieme si deve fare un passo indietro quando gli altri fanno un passo in avanti, nel rispetto della pluralità delle idee e delle posizioni. In questo modo stiamo costruendo una fase nuova, una grande opportunità per il nostro Partito e per tutta la provincia”.