L’ex assessore leghista alla Cultura di Ceccano, silurato l'altro ieri per la Zeta in «solidarietà alla Russia», torna a parlare dopo l’intervista a La Zanzara. «Se ho chiesto scusa? Devo smentire il Sindaco». Voleva sostegno: «La sinistra intollerante alza un polverone e il centrodestra va in tilt e scarica il primo cretino di turno». Parenzo invitato dal Pd: «Cerca visibilità sulla mia scia»
Rompe il silenzio. Subire non è da lui. Il suo profilo lo ha costruito sull’esatto contrario: agire e con fragore. Si toglie i sassolini dalle scarpe l’assessore leghista alla Cultura di Ceccano Stefano Gizzi, rimosso dopo avere pubblicato un post a favore della Russia e della sua invasione. Smentisce il sindaco Caligiore e lo associa al “pensiero unico”. (Leggi qui: Caligiore e la Lega silurano Gizzi: via l’assessore putiniano).
Critica la Lega che lo ha scaricato con un colpo di telefono. Ritiene di essere una vittima del sistema. Ne ha anche per il centrosinistra, che secondo lui avrebbe sfruttato la situazione per trarne un beneficio politico. Ma è deluso dal centrodestra e anche il rapporto con il gruppo consiliare è incrinato.
La Zeta di Gizzi
Avvocato Gizzi, lei continua a sostenere di aver “semplicemente” condiviso il nastro di San Giorgio nella Giornata nazionale della vittoria dell’Urss nella Seconda guerra mondiale. Ma quella è la Zeta che compare ormai sui carrarmati di Putin…
«Il post con la Zeta riguardava un disegno che viene posto a San Pietroburgo su un edificio a ricordo della più alta onorificenza militare dell’Impero Zarista. È stato facile per la malafede dei sacerdoti del pensiero unico manipolare il mio post ed evocare carri armati e invocazioni alla guerra che io non intendevo in tal modo».
Era il caso di pubblicarlo mentre Putin bombarda il popolo ucraino? Ha aggiunto anche che è Biden «il vero criminale senza scrupoli». Si è capito come la pensa, ma vuole spiegarlo ancora meglio?
«Io mi riferivo più che altro alla solidarietà contro la marea di idiozie della Russofobia che in Italia ha assunto aspetti davvero inquietanti e ridicoli. Probabilmente, è stato imprudente e inopportuno, ma far passare questo post per un atto di guerra è davvero troppo. Ho io quattro belle domande. Da quando la Russia ha dichiarato guerra all’Italia? Perché non si può avere una opinione personale sui fatti in corso? Perché la pluralità di opinioni è divenuto un crimine? Abbiamo ormai i reati di opinione? E sono gestiti dalla sinistra?».
Fa pensare un po’ al Capitano Salvini quando chiese a Floris: «Posso togliermi la mascherina mentre parlo?». «No», ma se si fa ci si assume le proprie responsabilità. Lo ha detto anche Caligiore. Ha chiesto scusa a lui e all’intera maggioranza?
«Non è precisamente così, mi dispiace dover smentire il Sindaco ormai lanciato anche lui sulle praterie del pensiero unico. Ho solo detto che mi dispiaceva molto di aver creato un serio problema a lui e alla maggioranza».
«Caligiore? Pensiero unico»
La sua è una frecciata avvelenata al Sindaco. Vuole mettere un po’ di puntini sulle i?»
«Se ci fosse stato un chiarimento e un consiglio di maggioranza ad hoc avrei detto che rivendicavo la possibilità di avere una opinione difforme dagli altri su temi internazionali. A questo punto, chiedo io a Caligiore: “Sindaco, ritieni la pluralità di opinioni una ricchezza o condividi il pensiero unico della sinistra? Se hai giurato sulla Costituzione condividi l’articolo sulla libertà di manifestazione del pensiero o a Ceccano questa garanzia costituzionale è stata soppressa?».
Si sente più abbandonato dal sindaco Caligiore che dal “suo” Partito. Che cosa farà a questo punto?
«Su questo doveva incentrarsi la riflessione della maggioranza. Io ringrazio il Sindaco per aver molte volte compreso le mie posizioni “eretiche”. E proprio lui diceva che su molti argomenti ognuno può portare il suo contributo. Questa volta il clamore è stato così forte, a livello nazionale, che anche il Sindaco ha preferito non rischiare in prima persona e accomodarsi sul treno veloce del pensiero unico e del conformismo sfacciato».
È stato contattato dai vertici regionali e provinciali della Lega?
«Posso solo dire che quello che ho visto in questi giorni è stato molto istruttivo. Non ci sono più i partiti identitari, con un fondo di valori e ideali comuni. Ma questo si sapeva da un pezzo. La Lega a riguardo del mio caso ha preferito chiudere prima possibile questo “scandalo” nemmeno ponendosi il problema delle mie ragioni, loro hanno questioni più urgenti da risolvere, in primis la conservazione di poltrone e stipendi».
«Scaricato come il cretino di turno»
Sta parlando di Durigon, Ottaviani, Gerardi, Rufa, Ciacciarelli. Non crede di esagerare? L’opinione pubblica, ovviamente non tutti, pensano che abbiano fatto bene. Allora perché è entrato nella Lega se pensa questo dei suoi vertici?
«Mi sono reso conto che non è nella concezione di questi partiti valutare una vicenda a tavolino, approfondire le ragioni, sostenere un amministratore. La sinistra intollerante lo sa bene, alza un polverone di odio e subito il centrodestra va in tilt e scarica il cretino di turno. E la ruota riprende a girare. Non ha capito il centrodestra che il problema delle opinioni legittime sarà il vero banco di prova in futuro».
Durante l’intervista de La Zanzara, Parenzo l’ha ribattezzata Signor Egizio e ha esclamato che non metterà più piede a Ceccano. Cruciani l’ha provocata a sua volta e messa alle strette, la classica puntura del programma. Un commento a freddo?
«Cruciani e Parenzo sono giornalisti istrionici che recitano una parte a beneficio di una platea che li vuole così. Non mi sorprendono per le cose che dicono e per le difficoltà in cui vogliono mettere gli interlocutori. Beh, Parenzo non ha sbagliato per niente. L’origine del cognome Gizzi viene dal latino Egizio, riferito ad una comunità di origine egiziana che viveva a Ferentino nel Medioevo».
Il Pd Ceccano, di contro, ha invitato Parenzo all’incontro di domani con l’onorevole Morassut «al fine – così il segretario Conti – di dimostrargli che la nostra città è cosa ben diversa da Gizzi, da Caligiore, Ruspandini e dalla destra sovranista».
«Le pretese del PD sono patetiche e si commentano da sole. Sono al delirio politico totale ed in cerca di visibilità sulla mia scia. Invitano Parenzo? Lo portino allora negli ospedali che il centrosinistra ha chiuso, nei disastri ambientali che hanno permesso in decenni di pessima amministrazione».
«Povero gabbiano, hai perduto la poltrona»
Se ne va sbattendo la porta: senza dimissioni e peli sulla lingua. Non ha affatto chiesto scusa per la Zeta pubblicata, ma per aver dato modo di essere strumentalizzato per colpire la maggioranza.
Il suo addio alla Giunta è accompagnato dal più grande dei paradossi: essere riuscito a diventare al contempo il migliore e il peggiore assessore alla Cultura della storia di Ceccano, il più amato e il più criticato.
Segni particolari: provocatore nato. Ultimissima: a Ceccano sono arrivate anche le telecamere di Zona Bianca, programma di Rete 4. Gizzi ha fatto parlare di sé in tutta Italia e, come dice lui, «il Pd cerca visibilità sulla mia scia». Come Gizzi, d’altronde, la pensano in tanti. Sempre meno degli altri.