Il “Laboratorio Cassino”, dove aspettano Ottaviani per un caffè

C’è chi dice che «Ottaviani è stato eletto a Cassino, ma non ci è andato neanche per prendere un caffè». Ruspandini ironizza: «Credo che non avrà problemi a venire sul “suo” territorio». Una città che fibrilla per le Elezioni Comunali. Grossi (Pd): «Salera? Mai conosciuto uno preparato come lui. Petrarcone? Già con noi tanti che stavano con lui». Commissario Consorzio, il leader di FdI: «Confido in un “nostro” uomo, come lo è stato De Angelis».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

«Ottaviani è stato eletto a Cassino, ma non ci è mai andato neanche per prendere un caffè»: lo ha detto un autorevole dirigente di Fratelli d’Italia che il deputato Nicola Ottaviani, eletto nel collegio del Basso Lazio e leader provinciale della Lega, non s’è mai visto in città. Non è stato il deputato Massimo Ruspandini, presidente provinciale di FdI, come da lui chiarito nel corso di una scoppiettante puntata di “A Porte Aperte”. Lo stesso Ruspandini, però, ironizza: «Ho chiesto scusa ufficialmente all’onorevole Ottaviani, perché mi è stata attribuita una frase non mia. Spero di vederci, credo che non avrà problemi a venire sul “suo” territorio». Si va in lungo e in largo, ma si ripassa sempre per Cassino. E le attesissime Elezioni Comunali 2025.

Ruspandini, dal primo febbraio nelle vesti di commissario del circolo cassinate di FdI, confida nella complicata alleanza con Lega e Forza Italia. «Questa città affonda le radici nel Centrodestra – dice a riguardo – Se raggiunge un’unità di intenti, con un sindaco in grado di dialogare con tutti, caricandosi addosso la battaglia per il superamento dei rancori, ritengo che si possa vincere. Di base c’è il “Laboratorio Cassino”, dove c’è un’attenzione spasmodica alle cose della politica, la più alta della provincia di Frosinone».  

Destra senza candidato, Sinistra alla quinta lista

Enzo Salera (Foto © Stefano Strani)

Se il Centrodestra non ha ancora un candidato unitario attorno a cui schierarsi, il Centrosinistra presenterà domani la quinta lista a sostegno della riconferma del sindaco Enzo Salera. Ne parla l’assessore comunale Danilo Grossi, dirigente nazionale del Pd: «Si chiama Orizzonte Comune, una lista molto bella e ampia. Siamo contenti e soddisfatti che ci sia anche una rigenerazione, tante persone che hanno voglia di impegnarsi per la propria città».

Cosa pensa Grossi di Salera? «Nella mia vita amministrativa e politica, non ho mai conosciuto una persona più preparata amministrativamente». Era stato assessore anche nella Giunta guidata da Giuseppe Golini Petrarcone, candidatosi poi contro Salera.

Se ci sono margini di recupero del rapporto politico con Peppino? «Abbiamo già tantissimi candidati forti che l’ultima volta avevano sostenuto lui come candidato sindaco – così Grossi -. Staranno con noi “prepotentemente”, perché avranno un peso forte alle elezioni. Al di là dei simboli, abbiamo persone in carne e ossa che hanno rappresentato e rappresentano punti importanti della città».

«Abbiamo cambiato Cassino col dissesto»

Danilo Grossi (Foto: Erica Del Vecchio / Teleuniverso)

Ci saranno altri tre mesi per ricordare ai cittadini, fino allo sfinimento, tutto quello che è stato fatto. Se c’è un rammarico, a detta dell’assessore alla Cultura di Cassino, è che «tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo dovuto fare con un dissesto, da cui stiamo uscendo adesso. Lo abbiamo fatto grazie alla capacità di costruire progetti e attrarre finanziamenti. Auspico altri cinque anni in cui poter fare investimenti anche con il Comune per continuare il cambiamento della città».

La Regione intanto è alle prese con il cambiamento del Consorzio industriale del Lazio: il più grande d’Italia, realizzato da Francesco De Angelis, prima commissario e poi presidente, con la rotta politica della Giunta Zingaretti. De Angelis, espressione del Pd, si è dimesso dopo l’approvazione del bilancio. Questione di coerenza politica: lì ce lo ha messo un governo regionale di centrosinistra, ora alla Regione governa il centrodestra e legittimamente potrebbe avere una visione strategica differente. Lascia spazio al nuovo corso del Centrodestra dominato da Fratelli d’Italia. Seguiranno sei o sette mesi di commissariamento.

Il toto-nome per il commissario è terminato quando è uscita l’indiscrezione sul nome del professor Raffaele Trequattrini, già pro rettore vicario dell’Un iversità di Cassino. «Abbiamo riflettuto su figure di alto profilo, capitani d’industria o esponenti di un’altra grande istituzione del territorio qual è l’Università di Cassino – esterna Ruspandini -. È lì che abbiamo attinto nel caso del professor Raffaele Trequattrini, una persona a me cara a livello di amicizia. È stato proposto assieme ad altri nomi importanti, ma riponiamo le nostre speranze di mantenere questo presidio. Confido in un “nostro” uomo, come lo è stato Francesco De Angelis».

«Nostalgico soltanto delle sezioni»

Massimo Ruspandini

Il dibattito, però, inizia sul terreno di battaglia elettorale. Ruspandini parla di Fratelli d’Italia: «Una Destra libera, scevra dall’influenza dei poteri forti per rappresentare un pezzo di nazione all’insegna della partecipazione. Ritengo che le sezioni siano fondamentali. Nella sezione del Movimento Sociale di Ceccano, ho imparato a confrontarmi e avere un approccio democratico».

Se è nostalgico di qualcosa, lo è sicuramente di quel tipo di esperienza. «Mi ha cambiato, ma non la può avere oggi il ragazzo di vent’anni – si rammarica Ruspandini -. I social si sono sostituiti a quel luogo mitico di confronto. Siamo uomini del nostro tempo. Un’intera generazione si è formata su alcuni miti e riferimenti ideologici. Alla prova della contemporaneità, della contingenza, Giorgia Meloni ha dimostrato di aver superato l’esame di maturità».

C’è chi, invece, grida alla deriva fascista. Ruspandini sorride: «Se l’interesse nazionale è al centro delle dinamiche politiche, non risente di epiteti che ci sono stati affibbiati dal sistema in maniera strumentale. Del passato mi piacciono le sezioni. Bisogna ripartire da quelle per formare la nuova classe dirigente».

A chi piace Giorgia, a chi Elly, a chi nessuno

Massimo Ruspandini con Giorgia Meloni

FdI ha avviato il tesseramento in tutta Italia e inaugurato la sua stagione di congressi. «È stata bagnata da una grandissima partecipazione, libera e democratica – commenta il leader provinciale di FdI -. Abbiamo eletto i nostri rappresentanti e, dopo le Europee, faremo anche i congressi di circolo».

Grossi, esponente del movimento Pop, è entrato nel Pd con la segretaria Elly Schlein. Ne interpreta lo spirito: «La nostra apertura è togliere un po’ di polvere da quei Partiti che guardano più al proprio interno che a cambiare in meglio la vita dei cittadini. È un percorso molto complicato, attraverso congressi che il Partito Democratico faceva ancor prima di Fratelli d’Italia».

Sono in arrivo le Elezioni Comunali di Cassino. Il Centrosinistra di Enzo Salera non è omologato alla maggioranza interna del Partito Democratico: la componente Pensare Democratico. Il congresso regionale l’ha nuovamente individuata come maggioritaria. Salera non appartiene neanche all’altra, “A Sinistra”, tanto da far pensare che ne voglia costruire un’altra ancora.

Lega e Forza Italia vogliono Buongiovanni

Arturo Buongiovanni

Il Centrodestra, nel mentre, cerca di compattarsi ma non ancora non ci riesce. Da una parte, c’è chi vorrebbe scegliere il candidato sindaco con lo schema politico che ha già fatto primeggiare Giorgia Meloni in Italia e Francesco Rocca nel Lazio. Un candidato espressione della Politica attorno a cui la stessa costruisce l’alleanza di Centrodestra. Soprattutto i Civici, però, vogliono che siano le Primarie a decretare chi sarà l’uomo con lo schema intorno.

Nel Centrodestra, alla fine di gennaio, ognuno è andato per i fatti suoi. Fratelli d’Italia aveva inviato come Commissario Fabio Tagliaferri, assessore e coordinatore comunale di Frosinone. L’obiettivo è la moderazione del dibattito interno. Tagliaferri, però, si è ormai dimesso da entrambi i ruoli per andare a ricoprire un incarico di caratura nazionale: la presidenza di ALeS SpA, ovvero la società in house del Ministero della Cultura che si occupa di Arte, Lavoro e Servizi per la tutela del patrimonio culturale italiano.

Nelle ventiquattr’ore seguenti accade quanto non successo prima. Viene schierato un Civico, l’avvocato Arturo Buongiovanni, sostenuto da Lega, Forza Italia e liste civiche alleate. Avviene subito prima che FdI affidasse al leader provinciale Ruspandini le redini del commissariamento del circolo locale del Partito.

«Se il gigante continua a dormire…»

Buongiovanni è uno degli aspiranti candidati che sta incontrando Ruspandini in vista dell’indicazione finale. A detta del coordinatore FdI, però, c’è un grosso limite politico da superare: la coalizione che lo sostiene, al momento presenta delle lacune; ad esempio c’è troppa distanza da ex sindaci come Carlo Maria D’Alessandro e Giuseppe Golini Petrarcone, avversi al Centrosinistra costruito attorno all’uscente Enzo Salera.   (Leggi qui: Ruspandini spiega a Buongiovanni il caso del gigante addormentato).

Una frase, Ruspandini, l’ha detta a Buongiovanni: «Se il gigante continua a dormire, tutti gli altri continueranno a prosperare alle sue spalle». Che cosa voleva dire? «Ho voluto sgombrare il campo da una serie di equivoci. Secondo una narrazione cassinate, ci sarebbe un disegno alle spalle della politica di Cassino per non far crescere una città così importante. Ribalto il tema quando dico che devono essere i politici di Cassino all’altezza di quella storia inimitabile di un “Capoluogo” di un territorio che va oltre i confini provinciali».

Ruspandini, eletto nel collegio di Frosinone-Sora, esalta Cassino: «Non è soltanto la seconda città della provincia, forse la più importante, ma ha un peso specifico che la travalica. Ecco perché ho fatto un richiamo al senso di responsabilità di tutti». Eppure la classe dirigente del Cassinate era un tempo egemone anche nel nord della provincia di Frosinone.  Basti ricordare il democristiano Angelo Picano e la centrista Anna Teresa Formisano.

«Classe dirigente rancorosa e divisa»

«Il problema di Cassino è una classe dirigente rancorosa e divisa, che manifesta incomprensioni ormai croniche – ritiene Ruspandini -. Non fa bene alla Politica di una Città, di Centrodestra e simbolo della Cristianità, che è abituata a dare le colpe agli altri».

Lui, invece, è cresciuto in una città profondamente “rossa”. «Quando perdevamo a Ceccano, che era la “Cuba della Ciociaria” – racconta il due volte parlamentare – ci dicevano di attrezzarci altrimenti avremmo perso e i problemi sarebbero stati i nostri. Al gioco al massacro di Cassino io non ci sto e sono lì per trovare le cose che ci uniscono, non quelle che ci dividono. Ho fatto un appello alla collegialità».

Chiederà agli aspiranti candidati di vedersi e trovare una quadra. «Se non anteporranno carriere e obiettivi personali all’interesse della città – così Ruspandinipotremo schierare una coalizione che può addirittura battere Salera. Altrimenti prevarranno ragioni di bottega e antipatie, che condivido in parte ma da mettere da parte se vogliono vincere. Se non si danno una mossa, il Gigante continua a dormire. E non ne approfitteranno solo quelli del Nord».

Il Partito Democratico, intanto, punta i piedi rispetto all’affidamento delle deleghe da parte del presidente della Provincia, Luca Di Stefano. Gli compete la vicepresidenza, visti i cinque seggi consiliari conquistati alle elezioni dicembrine per il rinnovo del Consiglio provinciale. E Cassino vuole che finisca al “suo” capogruppo consiliare, Gino Ranaldi, che coordina la maggioranza cassinate. Ma la sensibilità principale del Pd vorrebbe esprimere un suo nome: quello del sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio.

«Cassino rappresentata come dovrebbe»

Gino Ranaldi

Nel momento in cui va in onda la trasmissione è in corso la mediazione del Segretario provinciale Luca Fantini. Finirà con un nulla di fatto: ognuno è rimasto fermo sulle sue posizioni. Il Segretario ha suggerito altre ventiquattrore di riflessione, poi la questione passerà di competenza al Gruppo. Grossi che posizione assume di fronte al problema? «Cerco di mantenere la barra dritta con le idee che ritengo giuste – spiega -. Cerco sempre di evitare le rotture, consapevole del fatto che serva una condivisione dei progetti. Ho fatto del tutto affinché ci fosse una Segreteria unitaria dopo l’elezione di Elly Schlein. Anche quello è stato un percorso lungo, perché il Partito Democratico ha una sua complessità, ma il risultato è stato raggiunto».       

Il sindaco Salera chiede che Cassino venga rappresentata come dovrebbe. Ha la convinzione che la vicepresidenza darebbe maggiore prestigio politico alla sua amministrazione. E che questo sarebbe utilissimo nella campagna elettorale che è in corso. «Ancora una volta il Comune di Frosinone non ha espresso un consigliere provinciale – accentua Grossi -. Il consigliere Ranaldi rappresenterebbe anche le grandi città al voto. Sono sicuro che si riuscirà a trovare una linea comune. La politica è l’arte della mediazione e non è che debba cedere una corrente o l’altra».

Eppure si erano logorati i rapporti con Barbara Di Rollo, presidente del Consiglio comunale, esponente di Pensare Democratico. Il recupero dei rapporti? «Credo sia quasi totale – attesta Grossi -. In cinque anni di amministrazioni sono capitati momenti più complessi e delicati, in particolare per le elezioni provinciali. Ma penso che mai nella storia di Cassino si sia vista una maggioranza così coesa. Mai un problema relativo a una votazione in cinque anni».

«Di Rollo è del Pd, Fardelli chissà»

Barbara Di Rollo

Ma nella lista del Pd ci sarà spazio per Barbara Di Rollo e Luca Fardelli? «Di Rollo è una consigliera comunale, presidente del Consiglio, del Partito Democratico – così Grossi -. È stata consigliera regionale, seppur per qualche mese, ed è un’iscritta al Pd. Sarà lei a scegliere definitivamente la sua collocazione, ma non vedo molte altre soluzioni. Per Luca Fardelli, invece, il discorso è più complesso. Abbiamo comunque attivato rapporti da tempo, me in particolare, ma è prematuro dire in quale lista sarà».

Ruspandini, nel mentre, deve ricostruire FdI ancor prima del Centrodestra. Il Congresso provinciale FdI a dicembre ha restituito un orizzonte politico profondamente diverso dal passato, a Cassino. Ora c’è la nuova area che fa riferimento al dirigente provinciale Antonio Cardillo che si è ritagliato un ruolo. Chi farà la lista? «La lista di FdI la faranno i personaggi storici del Centrodestra cassinate – dichiara -. Chiederò a tutti i maggiorenti del circolo di schierarsi e mettersi in lista. È chiaro che, rispetto al Centrosinistra, paghiamo una fase di stanca. Il Centrodestra deve ancora scegliere il candidato sindaco e questo non depone a nostro favore. Ma comunque mi rende ottimista il fatto che litigano ma non se ne vanno con Salera».

Allora non potranno mancare nomi come l’ex portavoce Angela Abbatecola e Gabriele Picano, già candidato alla Regione Lazio. «Sarà una lista forte e autorevole – assicura Ruspandini -. E auspico che ci possa essere un candidato sindaco di Fratelli d’Italia, ma in ogni caso mi batterò per l’unità del Centrodestra». Primi segnali: il ritiro della disponibilità alla candidatura da parte di Silvestro Petrarcone.

Pd e FdI: divisi fuori, ma uniti in Provincia

Il Consiglio provinciale di Frosinone

Partito Democratico e Fratelli d’Italia, però, si troveranno ad amministrare insieme la Provincia di Frosinone. Si è raggiunto un sostanziale equilibrio a metà mandato: sei consiglieri di Centrosinistra e altrettanti di Centrodestra nell’Amministrazione provinciale guidata da Luca Di Stefano. Il sindaco di Sora che è stato eletto Presidente, il più giovane d’Italia, grazie al forte apporto di Pensare Democratico.

Ha poi creato un asse con Lega e Forza Italia nella prima parte del mandato quadriennale. Ora, in virtù dei suoi tre consiglieri, verrà allargato a FdI. È soltanto l’ultimo della serie di “Governissimi” visti dalla riforma Delrio in poi.  È in atto, mentre si va per le lunghe in Provincia, l’ennesimo confronto all’interno del Pd provinciale.

«Penso si possa trovare unità nella proposta da presentare al resto degli eletti della provincia di Frosinone, visto che non esiste una coalizione – dice Grossi -. Lancio allora un grido d’allarme al deputato Ruspandini, affinché si ridiscuta la Legge Delrio in quanto vero problema istituzionale italiano». A bloccare tutto, come sempre, sono i problemi di soldi.

Le Province di una volta costano

Provincia di Frosinone (Foto © AG IchnusaPapers)

La Ragioneria di Stato non trova risorse da destinare all’assunzione tramite concorsi di qualcosa come tremila dipendenti: quelli trasferiti dalle Province alle Regioni dopo la riforma degli enti locali, con tutti i vantaggi del caso, che sconsigliano il ritorno.   

Per Ruspandini «è una ferita aperta che l’ente Provincia, per anni baricentrica, non possa contare come farebbe molto più che in altre zone d’Italia. Siamo una terra pluricentrica e la Provincia svolgeva un ruolo di grandissima sintesi politica e amministrativa. E lanciava messaggi che la Regione non riesce a cogliere».

Il presidente provinciale di FdI vorrebbe che «questa provincia non fosse divisa tra Destra e Sinistra, ma camminasse insieme per far valere le ragioni di quella che è una “subregione”, molto più di una provincia. Siamo inglobati in questo “non luogo” che si chiama Lazio, dove Roma la fa da padrona e dobbiamo stare a elemosinare le risorse che la nostra terra produce».

Trequattrini per il Consorzio industriale

Raffaele Trequattrini

È un territorio che esprime anche la maggioranza all’interno del Consorzio industriale del Lazio: il 47%, tra ex Asi Frosinone e Cosilam Cassino, nella realtà consortile più estesa d’Italia. Ruspandini, dal canto suo, ha proposto un nome non legato al suo Partito.

Si parla di Raffaele Trequattrini, già prorettore vicario dell’Unicas, l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, nonché ex presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio Meridionale, ossia il Cosilam assorbito dal maxi ente consortile regionale.

«Quando si parla di industria a livello regionale, è chiaro che si debba parlare della nostra provincia – rivendica Ruspandini -. Ho detto al presidente Rocca, e lo ha recepito bene, che il commissario deve rimanere nella provincia di Frosinone. Questa è la prima battaglia politica che stiamo combattendo, perché anche questo meccanismo faceva gola ai romani e non solo. Ne ho parlato ai massimi livelli del mio Partito e siamo ottimisti rispetto al ragionamento fatto».

Gli altri nomi sul tavolo del Consorzio

Salvatore Forte

Ci sarebbero poi due posti da subcommissario per gli altri Partiti e territori. Uno sarebbe espressione di Forza Italia, indicato dal senatore Claudio Fazzone per l’area di Formia e Gaeta. I rumors dicono che potrebbe essere Salvatore Forte, già presidente del Consorzio del Sud Pontino e membro del consiglio d’amministrazione del Consorzio regionale. Sono le stesse voci di corridoio che danno in pole position anche un esponente di Fratelli d’Italia per il nord della provincia. Così resterebbe fuori il Partito Democratico. (Leggi qui: Trequattrini, la nomina che rischia di terremotare il Consorzio).

«Il Pd è ben pagato, un Partito che non si fa mancare niente in termini di incarichi – sferza Ruspandini -. Troveranno sicuramente ristoro, avendo già tante leve di potere all’interno del Consorzio. La battaglia contro Francesco De Angelis ha un senso se si guarda dalle scrivanie dei Partiti. Se la guarda invece dal territorio, lontano dai salotti romani, ha un altro tipo di valenza. Conta difendere il territorio, tocca difendere il Consorzio industriale del Lazio. Parliamo di aziende e occasioni di sviluppo».

Grossi concorda: «La provincia di Frosinone deve esprimere inevitabilmente il ruolo apicale. Il Consorzio è stata un’invenzione di De Angelis, un’importante intuizione concretizzata dall’Amministrazione Zingaretti. Trequattrini è una proposta di Fratelli d’Italia e penso sia ottima dal punto di vista professionale. Non penso sia iscritto a nessun Partito».

«Una proposta non di FdI, ma del territorio»

Ma Ruspandini controbatte: «È una proposta del territorio, di alcune associazioni in particolare, ed è espressione di un’istituzione fondante di questo territorio come l’Università di Cassino. È una figura di spessore, giovane ma con tanta esperienza, che secondo me farà il bene di questa terra. Ma è riduttivo ricondurre questa scelta a una mera decisione partitica».   

Grossi si professa lontano da certi meccanismi: «Il male del Partito Democratico è che ha pensato solo e soltanto in questi anni al governo delle posizioni di potere, senza sentire le esigenze di quello che si muoveva attorno».

E conclude: «Così si perde il rapporto con la gente, con coloro che storicamente ti sono stati vicini ma non ti riconoscono più. A me, personalmente, non interessa il posizionamento dentro al Consorzio industriale ma cosa dovrà fare, quali capacità riuscirà a intercettare e quali risultati otterrà».

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