Un documento dei tre consiglieri regionali del Lazio di Forza Italia che già nei mesi scorsi avevano puntato i piedi. Reclamano un cambiamento radicale nel Partito. E intanto ascoltano Toti. Che incontra Fazzone
Un documento di rottura. Con il quale chiedere di cambiare Forza Italia. Preparandosi ad andare con Giovanni Toti se sarà necessario per obbligare il Partito ad avviare la riforma. A mettere a punto il documento sono i tre consiglieri regionali del Lazio che nei mesi scorsi avevano puntato i piedi e reclamato un rinnovamento. Sono il capogruppo di Forza Italia Antonello Aurigemma, l’ex vice presidente del consiglio regionale Adriano Palozzi, il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli.
Il documento è ancora in via di definizione. C’è ancora tempo per elaborarlo. Lo vogliono presentare in occasione del Congresso nazionale che si terrà in autunno. Ma già si sa cosa c’è al suo interno. È a metà strada tra il tradizionalismo ortodosso di Antonio Tajani ed il riformismo populista di Giovanni Toti. Distante dalle manovre di Claudio Fazzone. C’è la richiesta di trasformare in modo radicale l’organizzazione interna del Partito, congedando i vari cerchi magici, affidando un ruolo centrale agli amministratori locali. Perché sono loro ad avere il contatto quotidiano con gli elettori e con i veri problemi del Paese.
Antonello Aurigemma, Pasquale Ciacciarelli e Adriano Palozzi chiedono che Forza Italia torni ad essere il punto di riferimento degli elettori Moderati. Guardando oltre Forza Italia. Anche a costo di cambiare nome.
Un documento che per il momento è autonomo ed equidistante dall’ortodossia di Tajani e dal riformismo che viene sollecitato dal Nord. Ma che proprio verso quest’ultimo potrebbe convergere. Unendosi con la tesi che porterà al Congresso Giovanni Toti, il governatore della Liguria con il quale giovedì il cerchio magico ha fatto di tutto per individuare una convergenza con Berlusconi. Senza riuscirci. Toti ha già annunciato che al Congresso presenterà la propria candidatura a Segretario.
Il 6 luglio presenterà il suo Movimento. È lo stesso progetto che un anno fa voleva lanciare il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Troppo presto. Adesso invece i tempi non sono maturi. Ma Ottiaviani non c’è più, se n’è andato con la Lega. Dove gli hanno detto che del suo Movimento Italia può farci un quadretto e appenderselo in soffitta. (leggi qui Ecco perché hanno fatto i due documenti a difesa di Zicchieri: servono ad uno scopo preciso). Giovanni Toti ha aspettato l’attimo: e ora lancia il piani che fu di Ottaviani.
Ha già una larga serie di amministratori che sono con lui e sono pronti a sostenerlo. Nei giorni scorsi ne ha parlato con il coordinatore regionale del Lazio Claudio Fazzone, Che al convegno preliminare del 17 aprile scorso ad Albano Laziale mandò ad ascoltare il suo fedelissimo presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio Pino Simeone. In quell’occasione Toti disse che bisognava ritornare Forza Italia arrivando ad un nome ed un metodo nuovi. Ma niente scissioni.
Ad ascoltare c’era anche Riccardo Del Brocco, ‘sensore’ attento di Mario Abbruzzese e quindi in sintonia con. l’asse Aurigemma – Ciacciarelli – Palozzi.
Antonio Tajani intanto studia il fronte. E aspetta che Silvio Berlusconi decida una strategia. Fosse stato per lui, il rinnovamento sarebbe partito un anno fa con il movimento L’Altra Italia, definito da Ottaviani e sul quale Berlusconi non era ostile. Poi il Cerchio Magico ha posto il veto. E con Tajani aspetta la maggioranza degli iscritti romani, che fanno capo al coordinatore cittadino Davide Bordoni (Bordoni resta al timone di Forza Italia, ad Aurigemma il 30%); con lui anche l’area di Viterbo che di rinasce in Francesco Battistoni.
Il Congresso rischia di essere una conta. È esattamente quello che sperano i riformatori.