Mastrangeli… ancora 48 ore

Le ipotesi in campo per disinnescare la crisi di fatto nella maggioranza che governa Frosinone. Il rimpasto è al 20% ma l'allargamento viene dato al 60%. Ecco perché

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

 Sullo scenario della politica di Frosinone sta andando in scena il remake di “Ancora 48 ore”  il famoso film d’azione del 1990 diretto da Walter Hill, con un arcigno Nick Nolte ed un esilarante Eddie Murphy. Non tanto per la spettacolarità delle scene o della trama: ma perché 48 ore sono il timing che il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli si è dato per tentare di risolvere quella che solo formalmente non è ancora una crisi all’interno della sua maggioranza. Ma lo è nella sostanza. Una crisi di rapporti personali prima  e solo dopo politica.

Il riassunto

I fatti sono arcinoti. Dopo il Consiglio comunale dell’altra sera dove tra quello ordinario sul Bilancio consolidato ed il Question time è accaduto praticamente di tutto. Con interrogazioni di Consiglieri allo loro stessa maggioranza mettendola in difficoltà e scontri verbali al vetriolo. Una sorta di surreale tutti contro tutti. Scontri fisici evitati per un soffio. Microfoni aperti con dialoghi imbarazzanti per i contenuti ascoltati invece da tutti anche a casa. Uscite dall’aula di qualche Consigliere. Astensioni sul Bilancio consolidato. (leggi qui Spintoni, urla e veleni: benvenuti al Consiglio di Frosinone. Qui l’analisi: Dal colosso al collasso il passo è breve).

Uscite ed astensioni sono una circostanza politicamente rilevante al di la delle argomentazioni date per tentare di giustificare quel non voto. Perché o si sta in maggioranza sempre oppure no. La donna o è incinta o non lo è, altre ipotesi non esistono in natura. E così è anche in politica.

Il caos è diventato ancora più confuso il giorno dopo quel Consiglio, con l’ennesima riunione chiarificatoria di maggioranza convocata per risolvere ogni cosa. Ma che in realtà ha aperto altri fronti. Il primo, quello con il Presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Tagliaferri non invitato alla riunione ed il cui ruolo di garante dell’Aula è stato seriamente messo in discussione dai suoi stessi  colleghi di maggioranza.  Tanto che molti durante la riunione ne hanno chiesto la sfiducia. (Leggi qui Se Sparta piange, Frosinone non ride).

Percorso comunque complicato. Come si comporterebbero i consiglieri della lista Ottaviani (la stessa di Tagliaferri) in caso di votazione di un simile documento, tanto clamoroso e politicamente dirompente? Si rischia una ulteriore ennesima spaccatura nella maggioranza.

Da 22 a 18 e ritorno

Andrea Turriziani (Foto panorama: Stefano Strani)

Spaccatura che già si è registrata al momento della sottoscrizione del documento di fiducia incondizionata al sindaco Mastrangeli dove sono mancate ben quattro firme. Quella dello stesso Tagliaferri, di Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella della lista del sindaco. Quella di Giovanni Bortone della Lega. La maggioranza, senza quelle firme, formalmente, passa dagli attuali 22 a 18. Poi però in aula i numeri, nella votazione di determinate delibere, potrebbero essere certamente diversi. Sia in accesso che in difetto. Ma non è la stessa cosa.

Un fatto comunque è chiaro ed evidente a tutti. Non esiste più la maggioranza che è uscita vincente dalle urne di giugno dello scorso anno. E dopo poco più di un anno di consiliatura non è una circostanza normale. E infatti ieri c’è stato un confronto tra il sindaco Mastrangeli ed il Consigliere di opposizione della Lista Marini Andrea Turriziani con il suo coordinatore della lista Francesco Trina. E con alcuni componenti del Polo Civico come Claudio Caparrelli. È stata valutata la loro disponibilità ad un gesto di responsabilità in caso di rimpasti nella maggioranza.

Se non proprio nelle prossime 48 ore entro la settimana è previsto il ritiro delle deleghe a Pizzutelli e Bortone ed una loro ridistribuzione. A questo punto il sindaco sa che senza intervenire con atti ufficiali (come è stato fino ad ora) le cose all’interno della sua maggioranza rischiano di complicarsi ancora di più di quanto già non lo siano. Sul tavolo di Mastrangeli ci sono allo studio diverse opzioni. “Tutte le strade sono percorribili. Ci prendiamo due giorni di riflessione e poi decideremo il da farsi”.

Le ipotesi in campo

Il presidente d’Aula Max Tagliaferri

Quali sono le ipotesi in campo. La prima: elezioni anticipate. Al momento è l’ipotesi ipotesi meno probabile e percorribile. Non conviene a nessuno, anche in prospettiva delle elezioni Provinciali ed Europee. Men che meno conviene paradossalmente all’opposizione di centrosinistra. Il cui silenzio è assordante oltre che imbarazzante. Opposizione che sta esercitando il ruolo di mero spettatore non pagante e totalmente inerme in tutta questa vicenda.

Ritiro delle deleghe a chi non ha sottoscritto il documento di fiducia al sindaco e ridistribuzione delle stesse all’interno dei gruppi consiliari di maggioranza. Soluzione più gettonata in queste ore.

Mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Comunale. Ipotesi, come detto,  difficile da realizzare. Anche perché lo Statuto del consiglio comunale non prevede espressamente questa specifica ipotesi. Genericamente il comma 3 dell’articolo 49 dello Statuto stabilisce che la mozione di sfiducia “è proposta e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco. Ed è messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione”. Deve essere approvata per appello nominale  dalla maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio.

I limiti el Decreto

Riccardo Mastrangeli

Inoltre, in punto di diritto è bene ricordare che il Decreto legislativo n. 267/00 (il Testo Unico degli Enti Locali) non prevede espressamente la possibilità di revoca del presidente del consiglio. E in carenza di una specifica previsione statutaria  la giurisprudenza tende ad affermarne costantemente l’illegittimità.

Lo hanno stabilito la sentenza del Tar Piemonte Sez. I del 4.9.2009 n. 2248. E lo ha confermato il Tar della Campania di Napoli, Sezione I, con la decisione 3.5.2012 n. 2013. Hanno ribadito che il ruolo del Presidente del consiglio comunale è strumentale non già all’attuazione di un indirizzo politico di maggioranza, bensì al corretto funzionamento dell’organo stesso. Come tale, non solo è neutrale ma non può restare soggetto al mutevole atteggiamento fiduciario della maggioranza.

Il Tar ha precisato che la revoca della carica non può essere attivata per motivazioni politiche, ma solo istituzionali. Ad esempio la ripetuta e ingiustificata omissione della convocazione del Consiglio o le ripetute violazioni dello statuto o dei regolamenti comunali.

Rimpasto al 20%

Alessandra Sardellitti

Per l’ipotesi rimpasto in Giunta le percentuali non sono più del 20%. In assenza di un accordo globale, anche con i Partiti a livello  provinciale, non è pensabile di mettere mano agli assetti di giunta sostituendo qualche assessore. In questi casi si sa quando si comincia ma non si sa poi come si finisce. E poi con chi? Con chi strilla di più? Con chi si mette di traverso prima e poi per essere “recuperato” viene pure premiato con una poltrona da assessore? Quanti consiglieri di Mastrangeli (leali e allineati) accetterebbero una simile ipotesi?

E nel caso chi dovrebbe far posto a chi subentra? Una donna quasi sicuramente, ma è veramente complicato individuare quale.

L’accordo al 60%

Accordo federativo o di legislatura con qualche pezzo dell’opposizione? Qui le percentuali salgono al 60%. Il sindaco sta lavorando molto seriamente a questa ipotesi in queste ore. Anche se molti nella maggioranza non vedono di buon occhio questa soluzione: perché rischia nel lungo periodo di portare più problemi che benefici.

In ogni caso, in questo scenario complicato e per certi versi surreale, all’interno della maggioranza consiliare una cosa manca clamorosamente. La coerenza. Quando non si è d’accordo, più che legittimamente, con qualche cosa o con qualcuno bisognerebbe poi essere coerenti con quello che si dice e abbandonare quella postazione. Qualunque essa sia. Ma a Frosinone nessuno si dimetterà da nulla.

Forse è per questo che Guido Morselli, il famoso scrittore bolognese, ha detto “Negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni“.