Nicola Ottaviani impugna al Tar la fusione dei consorzi industriali e la nomina di Francesco De Angelis a super commissario. In realtà è un abile gioco di sponda definito con Claudio Fazzone. Per aggirare i 3 consiglieri di Forza Italia in Regione. E proteggere da attacchi Pino Simeone
Una bomba sotto la poltrona di Francesco De Angelis, commissario regionale per l’unificazione dei Consorzi Industriali del Lazio. A piazzarla è Claudio Fazzone, potentissimo coordinatore regionale di Forza Italia. Mentre ad innescare il timer sono il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. ed il presidente del Consorzio del Sud Pontino. Che minacciano di far saltare il Commissario e l’intera operazione di fusione con cui sta nascendo un maxi ente. Competente su tutte le aree industriali, con la mission di coordinare in maniera integrata il loro sviluppo, titolare soprattutto della gestione dei fondi europei per le Apea – Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. (leggi qui La solita fortuna di Mario: arriva al Cosilam e si sblocca il maxi progetto)
Il ricorso al Tar
Il caso è stato portato in Giunta. Che ha deciso di procedere. Frosinone così impugna davanti al Tar del Lazio il Decreto con cui il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha dato il via all’iter di fusione.
Per la precisione, ad essere impugnato è stato l’articolo 40 della legge regionale 7/2018. Nella parte in cui dispone «la costituzione del Consorzio unico per lo sviluppo industriale dell’intero territorio regionale, con conseguente estinzione dei consorzi esistenti» (tra i quali il Consorzio per l’area di sviluppo industriale della provincia di Frosinone). E poi il successivo Decreto con la nomina di un Commissario unico.
Nel ricorso si sostiene che la costituzione di un Consorzio Unico «mette a rischio gli interessi del territorio, in quanto verrebbe meno la promozione delle attività produttive, industriali e artigianali strettamente connesse all’ambito di competenza comunale e provinciale».
Lo stesso ricorso, ben argomentato, pieno di elementi sui quali poter affrontare e sostenere una causa, lo ha presentato il Consorzio Industriale del Sud Pontino di Gaeta.
Il vero bersaglio politico
In politica però nulla è mai come appare. O meglio: nulla è solo ciò che appare.
Dietro al ricorso al Tar c’è una strategia politica. Che vede insieme il sindaco di Frosinone e quello che oggi è il suo Coordinatore regionale.
A cosa punta la strategia. Perché viene coinvolto Ottaviani. Per comprenderlo si deve partire dalla riunione con cui lunedì scorso il numero 2 nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ha disinnescato lo scontro interno tra il Gruppo in Regione Lazio (il capogruppo Antonello Aurigemma, il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli, l’ex vice presidente d’Aula Adriano Palozzi) ed il Coordinatore regionale Claudio Fazzone. Del quale il Gruppo aveva chiesto la testa. (leggi qui Terremoto in Forza Italia: chiesta la testa di Claudio Fazzone) .
Tajani aveva evitato l’esplosione del Partito ribadendo che Fazzone non si tocca ma allo stesso tempo che il Gruppo ha il diritto di decidere la linea politica.
Quindi? Agendo dall’esterno, attraverso il ricorso al Tar, Claudio Fazzone dimostra di poter fare politica dentro la Regione Lazio bypassando il Gruppo. Una abile strategia che crea una tensione dall’esterno all’esecutivo di Nicola Zingaretti, ora che a Claudio Fazzone è stato chiesto di evitare ingerenze sulle linee politiche del Gruppo consiliare.
Chi può intervenire a spegnere il focolaio? Pino Simeone, presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio e fedelissimo di Fazzone. Cioè proprio colui che adesso si è trovato isolato nel gruppo.
La mossa di Fazzone, fatta attraverso Ottaviani è micidiale. Significa “Se Zingaretti dovesse cedere alle richieste (che possono arrivare dall’interno di Forza Italia) per mettere in discussione il ruolo di presidente della Commissione Sanità a Simeone, è pronta la contromossa che mette in discussione il suo devotissimo Francesco De Angelis dalla guida del nuovo super consorzio”.
Una partita a scacchi. Giocata senza lasciare impronte digitali.