Quelli che… non la pensano come Zingaretti

Dopo l'intervento di Nicola Zingaretti hanno parlato i tre candidati presidente. Parisi spiega perchè non c'è possibilità di collaborare. Pirozzi: "Zingaretti paraculo". Lombardi: "Tregua non vuole dire fiducia in bianco"

Quelli che non la pensano come il Governatore. Dopo il discorso di insediamento del presidente Nicola Zingaretti (leggi qui Zingaretti parla e spiazza tutti: «Se il Lazio resta immobile mando io tutti a casa») la parola è stata data ai tre candidati presidenti non eletti.

Nell’ordine, il presidente d’Aula Daniele Leodori ha dato la parola a Stefano Parisi (che ha guidato il cartello di centrodestra), Sergio Pirozzi (Sergio Pirozzi presidente) e Roberta Lombardi (Movimento 5 stelle).

 

PARISI, PERCHE’ SIAMO DIVERSI

«Non è un caso – ha esordito Stefano Parisi  ma un dato che emerge dall’esito elettorale» la mancanza di una maggioranza che sostenga il presidente Zingaretti.

Il Portavoce della coalizione di Centrodestra non ha ritenuto soddisfacente l’intervento del Governatore. Gli ha dato atto d’essere stato realista nel riconoscere di non avere i numeri. Ma a giudizio del leader di Energie per l’Italia non basta un’agenda condivisa con tutti. «Non si tratta soltanto di definire un’agenda», ma di sapere che «ci sono delle visioni di sviluppo di questa regione molto diverse».

Quali sono le differenze di vedute che rendono impossibile un dialogo Parisi – Zingaretti. «Non è la spesa pubblica» ha spiegato Stefano Parisi, «ma sono gli investimenti privati che generano lo sviluppo» e pertanto occorre incentivarli.

Il linguaggio della verità, secondo Parisi, chiede anche di ammettere che la Regione nel passato quinquennio «è peggiorata nel settore dei rifiuti, ha bloccato qualunque tipo di investimento, è peggiorata nel settore della Sanità»; inoltre, il Lazio è la Regione in cui «la pressione fiscale è la più alta d’Italia», cosa che spinge verso il nord molte attività economiche.

A livello istituzionale, bene secondo Parisi l’indicazione di distribuire le Commissioni secondo le deleghe della Giunta, ma quest’ultima deve «rispondere in maniera molto più efficace e trasparente del suo operare» al Consiglio.

Delicate le scelte di bilancio ad anno in corso, per Parisi, secondo cui la parola chiave è “discontinuità”: ad esempio, sulle tasse, che vanno ridotte, oppure a proposito del sistema sociale, che non si può pensare non integrato a quello sanitario.

Quanto ai rifiuti, Stefano Parisi ha chiesto a Zingaretti se la Regione sia pronta o meno a commissariare Roma in mancanza di scelte sui siti. Inoltre, a suo avviso, non ha senso mettere in vendita Lazio ambiente fintanto che contiene un inceneritore «di cui non si sa che cosa sarà».

Apertura al confronto, ma nella consapevolezza di aver preso voti da persone «che la pensano in modo diverso“, la posizione espressa da Parisi avviandosi alla conclusione.

 

 

PIROZZI: ZINGARETTI ASTUTO E ‘PARACULO’

L’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha aperto il suo intervento dicendo di portare la sua esperienza di amministratore locale in Consiglio. Ha criticato il programma in dieci punti del presidente Zingaretti (leggi qui I dieci punti della mappa di Zingaretti per governare il Lazio). Dice di non trovare alcuni temi a suo avviso rilevanti, come «la messa in sicurezza dei territori» o le «aree defiscalizzate».

Questo rende difficile, a suo avviso, aderire a quella che ha definito «l’astuzia» del presidente. Quale? Approfittare del fatto che non ci sia una maggioranza numerica per proporre un programma condiviso con le opposizioni. Invece – per Pirozzi – i cittadini hanno diritto di sapere «chi è maggioranza e chi è opposizione».

Lo scarpone si è detto a favore della mozione di sfiducia, ma a condizione di non essere il solo a presentarla.

Pirozzi ha espresso il timore che il terremoto e le sue vittime siano un po’ «passati di moda», come ha detto di aver dedotto anche dai discorsi dei presidenti di Camera e Senato, nei quali non ha colto alcun riferimento alle problematiche della ricostruzione.

Ribadendo che il centrodestra deve stare all’opposizione,Pirozzi ha chiesto in conclusione del suo intervento «un gesto di serietà», cioè porre fine a questa esperienza «un giorno dopo» l’approvazione del bilancio, necessario a rimettere in moto la macchina regionale.

 

 

LOMBARDI: PRONTI SU GRANDI INCOMPIUTE

Il governo del Lazio nel quinquennio passato è stato “inadeguato“, ha esordito Roberta Lombardi, la candidata governatrice schierata dal Movimento 5 Stelle.

Il Movimento ha concesso un periodo di tregua al Governatore. Il tempo di verificare se l’agenda coincide davvero con le richieste dei cittadini. In quel caso si prosegue insieme altrimenti si stacca la spina.

L’onorevole Lombardi ribadisce la posizione del M5S: ad onta di ricostruzioni “fantasiose“, a suo dire, la posizione in cui i cittadini hanno messo il M5ss è quella di “opposizione“. Tuttavia, il Movimento è pronto a lavorare per il bene della Regione, a patto che venga ribadita la “centralità legislativa” del Consiglio e delle commissioni.

Il “futuro di questa Regione” è l’unico interesse del Movimento, per la Lombardi. Che però sottolinea come la tregua concessa a Zingaretti non sia una “fiducia in bianco“, ma la disponibilità a convergere su questioni pratiche con la verifica a breve scadenza dell’efficacia di questa politica.

«L’interesse pubblico deve rimanere preminente», ha proseguito comunque, perché ad esempio un modello di privatizzazione della sanità come quello lombardo «non incontrerà mai il favore del Movimento»: in tema di sanità, le liste d’attesa sono il problema più urgente.

Altri obiettivi fondamentali come declinati dalla Lombardi sono il testo unico del commercio e il Piano territoriale paesistico regionale: quest’ultimo è stato definito dalla Consigliera uno dei principali “incompiuti legislativi” della passata legislatura, che è indispensabile a contrastare gli interessi speculativi.

Sui rifiuti, bisogna «Portare il Lazio fuori dall’era degli inceneritori e delle discariche». Obiettivo che può essere raggiunto «attraverso piccoli impianti di compostaggio aerobico possibilmente a gestione pubblica o in house».

Dopo un cenno ai problemi dell’acqua pubblica e dei trasporti, la Lombardi è passata al piano del turismo di cui ha affermato la necessità. Sulle politiche abitative ha affermato il dovere per la Regione di vigilanza nonché di interlocuzione con Roma capitale, già richiesta da parte di quest’ultima.

Cenni finali alla necessità di politiche a favore delle famiglie monoreddito, della legge sugli asili nido e di un “reddito di cittadinanza regionale“. Un primo segnale, ha concluso la Lombardi, da mandare ai cittadini potrebbe essere un ricalcolo dei vitalizi degli ex consiglieri secondo il sistema contributivo. 

Al termine, il presidente Leodori ha aggiornato la seduta per gli interventi dei capigruppo al giorno 18 aprile 2018 alle ore 11.