La giovane avvocata punta al voto amministrativo di Sperlonga Dalle gerarchie di FdI punta a sconfiggere il 'modello Cusani'. Ma non Cusani.
Chi vuole, mi segua. Ma senza coltivare personali sogni pindarici. Almeno per il momento. Sara Kelany è di Sperlonga, fa l’avvocato a Fondi. Ed è considerata uno dei dirigenti in ascesa nella gerarchia di Fratelli d’Italia. Tanto da ricoprire un incarico nazionale nel dipartimento Agricoltura del Partito. E su richiesta di Paolo Trancassini, deputato di Fdi e commissario Regionale, coordina il settore Enti locali nel Lazio.
Sara Kelany da mesi sta ricordando che la prossima primavera a Sperlonga si voterà per l’elezione diretta del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale. Se fosse una località come tante altre, il suo appello diventerebbe una chiamata alle armi. Come se ne fanno in queste circostanze. Ma la Kelany sta predicando la necessità di mandare in soffitta il “Cusanismo”: una gestione politico-amministrativa che ha il copyright in Armando Cusani. Cioè nel due volte Presidente della Provincia di Latina che guida uno dei borghi più belli d’Italia da quando aveva davvero i pantaloncini corti. Questo ad eccezione fatta della parentesi guidata dal compianto sindaco Rocco Scalingi.
L’obiettivo è il ‘Cusanismo’
Cusani è stato uno degli uomini più in evidenza nella provincia di Latina durante la Seconda Repubblica. Questo grazie al simbiotico rapporto (poi rescisso in maniera unilaterale) con il senatore Claudio Fazzone coordinatore regionale di Forza Italia.
Dal canto suo l’avvocato Kelany è stata una delle più affidabili creature politiche dell’attuale sindaco di Sperlonga: sino al marzo 2018 occupava le deleghe ai Fondi e Programmi Europei. Come Cusani, aveva lanciato strali contro il parlamentare di Fondi. Lo aveva fatto denunciando di essere stato “scaricato” ed “isolato” da Forza Italia dopo il primo coinvolgimento nel gennaio 2017 nell’ giudiziaria “Tiberio”. (Leggi qui Il ritorno di Armando, una pizza a Minturno per la nuova Piattaforma).
L’avvocato Kelany, congedandosi dall’ultima amministrazione Cusani aveva constatato «con rammarico, a causa delle mie posizioni politiche personali si è consumata una lacerazione politica insanabile con la maggioranza». Non aveva condiviso la decisione del sindaco di disimpegnarsi dalle elezioni politiche di marzo 2018: non appoggiò «alcun Partito della coalizione di riferimento». La scelta di Cusani avrebbe seguito la logica del “muoia Sansone con tutti i Filistei”. Almeno a dire della dirigente di FdI con un passato come militante nel Fronte della Gioventù. E in Azione Universitaria, nella storica sezione di Sommacampagna.
Maric, la sponda possibile per il ko
Un dialogo è stato avviato, ancor prima della pausa estiva, tra la Kelany ed un altro ex assessore che ha lasciato Armando Cusani nel corso del tempo. Si tratta di Joseph Maric, con un passato di delegato in Giunta. Lì si era occupato di Commercio, Ambiente, Ciclo delle acque e rifiuti e Attività produttive. Ma soprattutto uomo forte del presidente della commissione regionale alla Sanità Pino Simeone di cui è componente della segreteria particolare alla Pisana.
Se quello del consigliere di FI nato a Vancouver da papà croato è un “avanti adagio”, la responsabile regionale del coordinamento Enti Locali di Fdi ha inserito la marcia più alta. E non ha esitazione ad aver rotto gli indugi: «E’ arrivato il momento di mettere insieme tutte le forze politiche che hanno a cuore il territorio. Abbiamo il dovere di immaginare percorsi che possano garantire a Sperlonga un cambio di passo. Sperlonga si è sostanzialmente fermata sia a livello amministrativo che politico».
«Non ho preclusioni ideologiche. Perché per amministrare un Comune come il nostro è necessaria preparazione, voglia di fare, nuova linfa, che si è del tutto persa in questi anni. E’ necessario credere in un progetto che sia autenticamente civico, nel senso più vero del termine. So che in molti chiedono un rinnovamento. Ma il rinnovamento passa per la presa di coscienza che per cambiare davvero Sperlonga sono necessarie le braccia, il cuore e il cervello di tutti». Il riferimento a Maric è evidente.
Sant’Agostino sul comodino
Il papà era egiziano e musulmano, per parte di madre è italiana e cristiana. «Ho abbraccio la religione di mia madre da adulta. Mio padre mi accompagnò all’altare il giorno del mio battesimo. Ecco, questa esperienza di vita, aver avuto il Corano e la Bibbia sempre accanto sulla mensola del salotto, mi fa guardare con una punta di pietà gli spettacoli grotteschi degli ultimi tempi».
La Kelany rispolvera Sant’Agostino scrivendo che la speranza, anche per Sperlonga, ha due bellissimi figli: “sdegno e coraggio”. Sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle.
Sfidare Armando…
E se qualcuno di questa coalizione appena le proponesse di sfidare il sempre verde Armando Cusani? L’interessata, a questo punto, tira improvvisamente il freno a mano. «Non ho mai ragionato prima sui nomi. Ci sono prima altre due priorità: che tipo di squadra allestire e poi realizzare la sua cornice, il programma. In politica si dovrebbe fare così. È l’unico modo serio per affrontare le cose».
Forza Italia è in una fase di attesa: conseguenza della campagna elettorale in corso nei dirimpettai comuni di Fondi e Terracina.
Ma a questo cantiere politico elettorale è interessato invece uno dei padri nobili della sinistra sperlongana. Anche se da sempre residente a Gaeta. Nicola Reale avrà avuto un coraggio industriale negli anni d’oro del “Cusanismo”. Quando ha sfidato l’allora uomo politico di Forza Italia e presidente dell’amministrazione comunale. Il suo feeling con l’attuale minoranza di centrosinistra di “Sperlonga Cambia” è prossimo allo zero.
E ha dato vita al movimento civico “Partecipazione attiva” con cui «non devo candidarmi a niente». Questo dopo l’invito caduto nel vuoto a dar vita ad un coordinamento con cui non siede in consiglio comunale. «La politica si può fare benissimo fuori dal palazzo comunale». Precisa invece che il voto amministrativo della primavera 2021 «rappresenta un appuntamento di importanza storica. Non solo perché potranno costituire una svolta radicale ponendo fine ad un vero “regime” durato un ventennio. Ma anche perché richiede un surplus di responsabilità, impegno e capacità. Questo da parte delle diverse forze di opposizione oggi presenti sul territorio comunale».
Il monito: nessuno pensi a ‘bottega’
Reale dice subito che Armando Cusani politicamente è stato ferito ma non è mai morto. E rivolge un appello alle forze che potrebbero aderire al ‘Manifesto’ della Kelany.
«Guai se pensassero di affrontare questa scadenza con gli occhi rivolti alle ambizioni personali. Ambizioni dei possibili candidati a sindaco o agli interessi di bottega dei Partiti di riferimento (Maric?). In quest’ottica non potrebbero trovare spazio proposte forti ed efficaci».
Che non si preannunci una “missione” facile lo ribadisce lo stesso Reale. Secondo il quale «occorrerà mettere in campo un’alleanza tra diversi che sia in grado prima di vincere e poi di governare».
E’ fallito sinora a Sperlonga, comunque, il tentativo di creare un terreno comune. Sul quale possano ritrovarsi unitariamente forze di opposizione che provengono da esperienze e appartenenze politiche molto diverse tra loro.
Tuttavia, secondo il coordinatore di “Partecipazione Attiva”, è arrivato ora il momento. Momento di «saper trovare le soluzioni giuste quando anche sembrano essere difficili o nascoste. E’ necessario rendere partecipi i cittadini del percorso che si intende compiere. E poi partire dalla condivisione di un metodo serio. Che consenta di tracciare il profilo che dovrà avere il prossimo candidato a sindaco. Per poi verificare quale dei possibili candidati risponda meglio al profilo concordato».
L’identikit di Nicola Reale
Un identikit Reale lo traccia e sembrerebbe essere simile quello dell’avvocato Sara Kelany. «Il candidato sindaco dovrà possedere solide competenze amministrative. Altrettanto solide capacità politiche. Perché dovrà dirigere e coordinare una squadra che, pur nella sua eterogeneità, dovrà marciare unita e compatta. Per il bene della collettività».
Serve in questa delicata fase politica «la sufficiente umiltà per capire che nessuno basta a se stesso. E che il contributo della diversità altrui è indispensabile. Lo è per costruire una nuova stagione della vita amministrativa, economica e sociale di Sperlonga. Proposta nuova e uomini nuovi in cui credere».
A questo imperativo bisogna «dare una risposta seria, convincente, efficace», conclude con un inno all’ottimismo Reale. «E ho fiducia che ce la faremo».