Riaccendere la fantasia di Ciano: la miccia delle punte

Il Frosinone chiude questa prima miniserie con 7 punti e qualche rimpianto per la mancata vittoria sull'Entella. Ma anche note positive: la difesa blindata da 287' e netti miglioramenti nella gestione della gara

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Quattro punti in due partite casalinghe, il Frosinone passa all’incasso di quanto è stato possibile incamerare, sale a quota 7 punti in 4 partite e guarda alla sfida di sabato pomeriggio all’Adriatico di Pescara. Note positive a macchia di leopardo per Nesta: i 3 punti con l’Ascoli agguantati con le unghie, il carattere e il colpo alla brasiliana di Salvi dopo un primo tempo peggiore di quello giocato in Coppa Italia con il Padova. E 94’ giocati da protagonisti martedì sera con l’Entella, con trame di gioco a tratti spumeggianti in una partita nella quale è emersa però la complicata propensione al gol nel rapporto percentuale dei tiri in porta. (Leggi qui I bastioni dell’Entella fermano l’assalto del Frosinone).

CAMBIANDO L’ORDINE…
Alessandro Nesta. Foto © Mario Salati

Nesta ha provato a cambiare l’ordine degli addendi (alla voce attaccanti) ma alla fine il risultato non è cambiato. Nella faretra di punte a disposizione resta ancora Ardemagni che ha giocato meno di tutti, 60’ nella gara con l’Empoli ma evidentemente deve trovare quella migliore condizione che il tecnico scorge sicuramente nell’ultimo arrivato Parzyszek. Che però deve essere messo nella condizione di sfruttare la fisicità.

Alla fine, infatti, gli amanti della statistica hanno contato almeno un centinaio di cross nell’area dei Diavoli, 18 tiri dei giallazzurri (contro i 3 dei liguri) di cui 6 nello specchio della porta (un dato da migliorare col lavoro quotidiano) più 12 angoli tutti regolarmente preda della difesa dei liguri che quella vecchia volpe di Tedino ha messo a 5, piazzando esterni alti Coppolaro e Costa che sono due difensori a tutti gli effetti.

Un dato sicuramente positivo è che la difesa e Bardi sono imbattuti da 287′ compresi i recuperi. Un mattoncino. Siamo solo all’inizio di una stagione sempre più complicata per gli effetti devastanti del Covid su ogni squadra e che forse, nonostante si presenti compressa perché tutto si dovrà svolgere in 8 mesi, non fa presagire momenti di assoluta normalità.

TUTTO RUOTA ATTORNO A CIANO
Frosinone-Ascoli Un affondo di Ciano. Foto © Mario Salati

Al Frosinone della gara con l’Entella hanno fatto difetto un paio di cose.

Andiamo per ordine, la prima: l’ultimo passaggio. Quindi il giocatore in grado di aprire una difesa chiusa sotto chiave. L’Arsenio Lupin, il famoso ‘ladro gentiluomo’. In grado di rapinare il pallone di fino, nasconderlo e piazzarlo col telecomando dove è più facile fare gol. Ciano nella mezz’ora in cui è stato in campo ha regalato un paio di perle di saggezza, mettendo Rohden nella condizione di sbloccare il risultato. Ecco, se quella condizione fisica del fantasista napoletano aumenterà di livello e tutti gli altri lo faranno allo stesso modo, il Frosinone può prendersi belle soddisfazioni.

Lo stesso Nesta nel post partita ha espresso parole di elogio per il reparto offensivo: Dionisi, Ciano, Novakovich, Parzyszek e Ardemagni sono un ranking di primissima fascia. Una bomba che però va innescata. Presto però per dire dove questa squadra potrà arrivare. Dipende anche da quelli là davanti.  

PIU’ PROFONDITA’ ALLA MANOVRA

Poi c’è la seconda cosa, un aspetto puramente tattico che ogni allenatore gestisce come meglio crede. Di fronte ad un’Entella abbottonata e praticamente senza attaccanti in grado di dare profondità alla manovra, sarebbe stato interessante vedere liberato un difensore dai compiti di marcatura, così da permettere a Ciano di lavorare più di fantasia dietro due attaccanti e non andarsi ad infilare nella tonnara della difesa dei liguri.

Un tridente offensivo più o meno mascherato, con un centrocampo potente alle spalle (Maiello con Rohden e Kastanos e Tabanelli in corsa) e una difesa a quattro. Ma se Nesta ha optato per tenere quel tipo di assetto difensivo ha sicuramente valutato altri aspetti. Magari la condizione da far riprendere a Capuano, assente da troppo tempo, anche se poi il difensore abruzzese era gravato da un’ammonizione. E la condizione sia di Ciano che di Rohden.

LE ALTRE
Il Cittadella prosegue la marcia

Il Cittadella non fa sconti e così anche il Pordenone (nella sfida a distanza tra l’ex granata Diaw e la nuova stellina dei veneti Ogunseye prevalgono le reti di Gargiulo e Tavernelli, ndr) cade (2-0) al cospetto della banda di Venturato che ogni anno il dg Marchetti si diverte a ‘ristrutturare’ lasciando però inalterate le velleità dei granata che comandano la classifica con l’Empoli che con una grande prova mette sotto una Spal in piena emergenza da Covid (2-1).

Alla Salernitana non riesce il colpo a Vicenza che avrebbe portato i granata in vetta da soli, i biancorossi riescono a pareggiare ed evitare così l’ultimo posto in classifica. Che invece è del Pescara, annichilito nel 4-0 rimediato a Venezia contro una squadra che fino a martedi sera aveva messo a segno solo una rete. Per Oddo prosegue il calvario anche se gli stanno mancando giocatori importanti soprattutto dalla trequarti in avanti (Maistro, Ceter e Asencio), si parla nel frattempo di un interesse del presidente Sebastiani per Ventura. Sabato gli abruzzesi riceveranno proprio il Frosinone.

BRESCIA SMEMORATO

Il Brescia dimentica lo spartito dell’esordio di Lopez (3-0 al Lecce) e perde in casa del Chievo, dove a risolverla è il solito Garritano. Il Monza ne ha giocate 3 e le ha tutte pareggiate, compreso l’ultima col Pisa in casa (1-1). La corazzata di Brocchi stenta, magari Berlusconi e Galliani vorrebbero qualche vittoria e non è solo eufemismo immaginarlo. L’Ascoli si tira fuori dall’ultimo posto battendo 2-1 una Reggiana senza i 3 calciatori positivi al Covid e senza il tecnico Alviani anche lui colpito dal virus. Nel finale gli emiliani trovano il pari, annullato per offside.

Infine il pareggio a reti bianche tra Reggina e Cosenza, derby che Denis non ha portato dalla parte dei granata sbagliando un calcio di rigore. In evidenza il portiere dei silani Falcone che le ha prese tutte. In serata Lecce-Cremonese, dove entrambe attendono risposte alla rispettiva classifica.

COVID, PIANI, LEGHE E DISCIPLINE DI UN DIO MINORE
Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Foto © Canio Romaniello / Imagoeconomica

Il ministro dello Sport, Spadafora, ha chiesto alla Lega di serie A di pensare ad un piano B e un piano C per evitare il default nel caso in cui lo scenario del Covid dovesse mutare in peggio. È immaginabile che un Ministro di un Governo di uno Stato che si chiama Italia in primo luogo eviti polemiche proprio per il ruolo che rappresenta e poi non si fermi alla serie A di calcio.  

In questa disciplina ci sono altre due Leghe professionistiche (Serie B e Serie C che non possono andare a rimorchio per le briciole) e un esercito di Dilettanti. Meritano lo stesso rispetto i presidenti che investono soldi, i tecnici, i giocatori, i dipendenti, i tifosi, le aziende che si muovono attorno a quel mondo.

Come meritano lo stesso rispetto e attenzione discipline che paiono dimenticate come il basket, la pallavolo, l’atletica leggera per citarne qualcuna: fiori all’occhiello dello Sport italiano da sempre. Evitare il declino dell’Impero si può anche in un momento da tregenda, basta comunicare nella maniera più giusta tutto a tutti. Evitando diktat.