I protagonisti del giorno. Top e Flop del 14 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MASSIMO RUSPANDINI

Con l’ingresso di Domenico Fagiolo il gruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Frosinone sale a tre consiglieri. Più un assessore. Non è un’operazione limitata al capoluogo: in tutta la Ciociaria il senatore Ruspandini è impegnato a far crescere Fratelli d’Italia. Il vento in questo momento soffia nelle vele di Fratelli d’Italia e guai a non approfittarne dopo avere veleggiato una vita intera intorno al 2%.

MASSIMO RUSPANDINI

Proviene dal Movimento Sociale Italiano e poi è passato in Alleanza Nazionale: realtà che sono strutturate e per questo gli hanno trasmesso un insegnamento. E cioè che in un Partito contano il radicamento sul territorio e gli amministratori che essi esprimono. Con i tempi che corrono, in Italia sarà sempre più complicato puntare tutto sul voto di opinione: c’è bisogno di organizzazione.

Proprio per questo, a Frosinone Massimo Ruspandini è intenzionato a giocarsi tutte le carte per ottenere la candidatura a sindaco per un esponente del suo Partito, sfidando proprio la Lega. 

Nel frattempo rimane concentrato su Ceccano, dove l’obiettivo è far rieleggere sindaco Roberto Caligiore. Ma in prospettiva non si pone limiti. Sindrome da cannibale. 

LUCA FANTINI

Guadagnerà sul campo i galloni da segretario. Prima ancora della proclamazione del 31 luglio prossimo. Il clima unitario è andato letteralmente a farsi benedire e sono riemerse le solite correnti: da una parte quella di Francesco De Angelis (Pensare Democratico), dall’altra quella di Antonio Pompeo (Base Riformista). Lui ha capito che non era più il momento di rispettare i formalismi e che toccava a lui prendere in mano i fili interrotti del dialogo, per riannodarli. Lo ha fatto. (leggi qui Il telefono bollente di Fantini. Il silenzio eloquente di Astorre. E la tentazione di Scalia).

LUCA FANTINI

Fantini è un allievo di Nicola Zingaretti, che con il progetto Piazza Grande aveva sognato un Partito Democratico libero dalle correnti. Non sarà mai così, ma bisogna provarci.

Mauro Buschini e Sara Battisti hanno alzato la voce e la missione di Fantini in questo momento è davvero ai limiti dell’impossibile.

Se però riuscirà a ricucire lo strappo, avrà uno spazio di azione enorme come Segreterio. Nessuna paura.

FLOP

DURIGON-ZICCHIERI

Il primo, Claudio Durigon, è il candidato di punta di Matteo Salvini per la presidenza della Regione Lazio. Ma intanto dovrà vincere la battaglia elettorale al Comune di Roma. Il secondo, Francesco Zicchieri, è il coordinatore regionale e commissario provinciale del Partito. Ma intanto dovrà vincere la sfida del radicamento territoriale del Partito in una provincia dove il Carroccio soffre l’organizzazione di Fratelli d’Italia e la determinazione di Forza Italia.

Claudio Durigon Francesco Zicchieri Foto: © Imagoecoinomica RAFFAELE VERDERESE

Sono stati eletti deputati grazie ai voti ottenuti in provincia di Frosinone. Zicchieri addirittura candidato nel collegio maggioritario della Camera. Però in Ciociaria non hanno mai puntato davvero su un ciociaro per far crescere la Lega.

Adesso c’è il sindaco del capoluogo Nicola Ottaviani. Ma siamo sicuri che ad un certo punto non proveranno a ridimensionarlo?

Lontani.

BEPPE GRILLO

Ha detto alla sindaca di Roma Virginia Raggi che è meglio lasciare i romani al loro destino perché non la meritano. È l’atteggiamento tipico di chi è ormai consapevole di non poter vincere neppure una partita a briscola. Figuriamoci le elezioni politiche.

VIRGINIA RAGGI E BEPPE GRILLO

Il Movimento Cinque Stelle che lui ha fondato è ormai la copia sbiadita di un Partito della Prima Repubblica, attaccato alle poltrone dopo aver fallito tutti gli appuntamento con la storia e con la… cronaca. Politica naturalmente.

Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) hanno fallito la prova del governo. Come tutto il Movimento e come il premier Giuseppe Conte che lui stesso ha scelto e confermato.

Mai un’autocritica, mai una riflessione su tutti quelli che sono andati via. E intanto Luigi Di Maio si prepara a dire sì ad un Governo guidato da Mario Draghi, ex presidente della Bce. Come se Lenin avesse messo lo zar Nicola a capo del Pcus.

Meglio il comico. E di parecchio.