Top e Flop, i protagonisti del giorno: 6 febbraio 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

FRANCESCO DE ANGELIS

Il presidente dell’Asi Francesco De Angelis ha lanciato la volata al… commissario del Consorzio industriale regionale unico Francesco De Angelis.

Ieri non ha presentato soltanto un progetto in grado di rappresentare un collegamento con la futura fermata della Tav e con il casello autostradale di Ferentino. Ha fatto vedere di cosa ha bisogno questo Paese per il futuro. Vale a dire di infrastrutture.

Il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini, il Consigliere regionale Sara Battisti, Francesco De Angelis ed il prefetto Ignazio Portelli (Foto: Rosario Russo)

La Morolense verrà prolungata, ci saranno anche due rotatorie e una pista di atterraggio dell’elisoccorso, un progetto caro al Prefetto Ignazio Portelli. Il quale ha detto che De Angelis pratica “il grave peccato del fare. Magari ce ne fossero tanti di peccatori come lei”.

La centralità del progetto sta nel fatto che “tocca” la fermata Tav e l’autostrada. Senza considerare la superstrada Ferentino-Frosinone-Sora, che, volendo, può arrivare fino all’Abruzzo. In questo progetto si vede la futura “mission” di De Angelis, quella da commissario del Consorzio industriale regionale unico.

L’altro elemento chiave dell’intera storia: i soldi con i quali realizzare l’opera. Sono fondi dell’ex AgenSud rimasti fermi per 38 anni e che nessuno aveva più richiesto. Dovevano servire per realizzare un’infrastruttura al servizio dell’area industriale di Anagni. Francesco De Angelis li ha ‘scoperti‘, reclamati, fatti riposizionare su un nuovo progetto. A fine anni si prevede l’apertura dei cantieri.

E dire che qualcuno pensava che l’Asi fosse una specie di cimitero degli elefanti.

Immortale, cannibale, collezionista.

ALIOSKA BACCARINI

Prima la bandiera politica o il futuro della propria città? Prima le linee di Partito o lo sviluppo con cui creare lavoro per i propri cittadini? Per il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini (civico di centrodestra) la scelta è stata molto facile. Anche se controcorrente.

La sua amministrazione (di centrodestra) ha ratificato l’accordo raggiunto con la Regione Lazio (centrosinistra) e le altre forze economiche. È una firma capace di condizionare il futuro economico di Fiuggi.

L’Accordo di Programma getta le basi per lo sfruttamento dell’Acqua Fiuggi nei prossimi 30 anni. Rompe vecchi equilibri e salta antichi steccati, politici ed economici. Traccia percorsi nuovi ed individua progetti di rilancio del territorio condivisi.

«Lo dovevamo innanzitutto alle nostre aziende ed alle famiglie. È stata – ha spiegato Alioska Baccarini una presa di coscienza e una responsabilità politica oggettiva assente da molti decenni, una scelta chiara di questa amministrazione: abbandonare personalismi e piedistalli lasciando spazio a quei rapporti politico-istituzionali che in passato hanno fatto grande Fiuggi».

Lo hanno accusato di avere fatto un patto col diavolo, avere dialogato e raggiunto un’intesa con il centrosinistra. In realtà il dialogo lo ha avuto con quel cardinale di curia che agisce nell’ombra, lontano dai riflettori, e risponde al nome di Albino Ruberti: un tecnico prestato alle esigenze dell’amministrazione. Grazie a lui ed alla capacità di visione di Alioska Baccarini, ora Fiuggi può smettere di fare acqua nei conti. E tornare ad essere un asset centrale nell’economia del territorio.

Liscio ed effervescente.

FLOP

ENZO SALERA

Non nella sostanza, ma nella forma: il suo intervento al Consiglio Comunale dell’altro giorno doveva chiarire una volta per tutte con chi ce l’avesse a dicembre quando aveva lanciato nell’Aula una vera e propria bomba. Aveva accusato la feccia della politica di voler inquinare il governo cittadino, volerlo tirare per la giacca, adombrando pure intromissioni negli appalti. ((Leggi qui il precedente: Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’).

Il sindaco Enzo Salera durante il Consiglio Comunale

L’altro giorno ha fatto dietrofront. Ha detto che non intendeva denunciare reati penali e che i suoi erano solo giudizi politici. E per essere sicuro di non farla fuori dal vaso si è fatto scrivere il testo in rigido burocratese avvocatesco. (leggi qui Contrordine, la ‘feccia’ non c’è più: dietrofront in aula).

Passa qualche ora. Nuova giravolta: dice che non è stato compreso fino in fondo il senso del suo intervento. Sarà pure così ma allora è meglio che torni a parlare a braccio e non si presenti in Aula a leggere il dettato del suo avvocato, se la cava meglio da solo.

Per essere chiari e senza alcun pregiudizio politico: chi è la feccia della politica Cassinate? Cosa ha fatto di tanto grave da meritare l’intervento del sindaco all’interno del Consiglio Comunale del 21 dicembre scorso? Reato o non, meglio essere chiari e lasciare poi i cittadini il giudizio se fossero fatti gravi oppure un’esagerazione con la quale distrarre l’attenzione. Se il segreto delle indagini impone il silenzio, allora meglio sarebbe stato rispettarlo fino in fondo. E tacere.

Ma che è sta feccia?

 LUIGI DI MAIO

Tra poche ore il Movimento Cinque Stelle dirà sì al Governo Draghi. E con ogni probabilità sarà il fondatore Beppe Grillo a spiegare ai giornalisti che, insomma, il Movimento non è più quello del “vaffa”, che occorre prendersi delle responsabilità davanti al Paese, che non si può dire no al Capo dello Stato.

Luigi Di Maio Foto Livio Anticoli / Imagoeconomica

Ma il simbolo di questo Movimento Cinque Stelle non è più l’ex comico, ma Luigi Di Maio, il vero capo politico. Secondo autorevoli rumors resterà nella squadra di governo. Sarebbe il terzo ruolo in commedia in pochi anni: prima vicepremier e ministro del lavoro nell’alleanza con la Lega di Matteo Salvini, poi ministro degli Esteri nella coalizione con il Pd di Nicola Zingaretti e adesso, forse, nell’esecutivo di salvezza nazionale guidato da un gigante come Mario Draghi.

A proposito del quale Luigi Di Maio disse: “Mi ha fatto una buona impressione”. E’ come se un imbianchino (con il massimo rispetto per gli imbianchini), al cospetto di Leonardo Da Vinci, si fosse lasciato scappare un “se la cava con i disegni”. Ma proprio Di Maio è anche il simbolo di una politica alla deriva.

Io speriamo che resto ministro.