Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 4 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 4 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
TOP
LUCA PALAMARA
A Fiuggi ha ripetuto quello che ha scritto nel libro Il Sistema, insieme ad Alessandro Sallusti. E cioè che ogni nomina all’interno della magistratura è il risultato di un patteggiamento delle correnti. (Leggi qui Il candidato scomodo, il cecchino, le rivelazioni di Palamara).
Radiato dalla magistratura, l’ex presidente dell’Anm, ha immediatamente messo in chiaro che quella che ha voluto raccontare è la sua verità. Aggiungendo di essere pronto a confrontarsi con chiunque altro voglia dire la sua.
Il fatto è che veramente non si capisce di cosa ci si debba meravigliare. In Italia ogni Partito politico ha le sue correnti, ogni ordine professionale pure. Per quale motivo i magistrati dovrebbero fare eccezione? Peraltro è assolutamente normale che ci siano rapporti con la politica. Basta pensare al fatto che una parte dei membri laici del Csm vengono indicati dal Parlamento e quindi dai Partiti politici e dai rispettivi leader.
Poi Luca Palamara ha spiegato perché per il Sistema che guida la magistratura personaggi come Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e Matteo Salvini non sono propriamente simpatici per usare un eufemismo.
Fra le altre cose Luca Palamara sta affrontando dei processi per alcune delle storie raccontate nel libro. Insomma, è uno che le responsabilità se le prende tutte e fino in fondo. Di quel Sistema è stato il capo, da quel Sistema è stato ribaltato. Lui lo racconta.
Senza filtri.
MARINO FARDELLI
Con coerenza aveva lasciato la carica di Segretario del Pd di Cassino e l’attività politica. Erano i giorni drammatici della scelta del candidato sindaco della città ed ancora una volta il Partito si stava spaccando su due nomi: Enzo Salera e Peppino Petrarcone, esattamente come tra anni prima si era diviso tra Petrarcone e Francesco Mosillo regalando al centrodestra il Comune. Ad evitare il caos era stato un raid del Segretario Regionale Bruno Astorre: in poche ore aveva sistemato la questione, ascoltando tutti e poi mettendoli a tacere imponendo il rispetto dello Statuto. Marino Fardelli a quel punto si era dimesso.
Non era un No alla linea di Astorre. Era la presa d’atto che un ragionamento politico unitario non aveva preso forma. Eppure ci aveva lavorato due anni, ricostruendo il Circolo Pd, dandogli forma e sostanza. la divisione rappresentava per Marino Fardelli un fallimento. Inutile andare avanti.
Ora la politica lo ha richiamato in servizio effettivo. Lo ha fatto con un’operazione che porta le impronte digitali di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Ma che ha avuto l’abilità di coinvolgere l’intera maggioranza di Nicola Zingaretti e larga parte dell’opposizione.
Dalle 21.30 di ieri sera Marino Fardelli è Difensore Civico della Regione Lazio. Un riconoscimento al ruolo di equilibrio e di mediazione. Che non sarà un buen ritiro ma lo proietterà al centro dei riflettori della politica del Lazio per un lungo periodo.
Marino 2 La Resurrezione
PASQUALE CIACCIARELLI
Anche nel dibattito sul Collegato al Bilancio il consigliere regionale della Lega ha dimostrato di essere lucido e sufficientemente “incazzato”. Non ha dato tregua sugli emendamenti e ha pressato la maggioranza più di chiunque altro consigliere delle opposizioni.
Ieri è passato un suo emendamento che prevede un contributo economico per chi è costretto all’uso della parrucca anche per gli uomini sottoposti a trattamento di chemioterapia. Si è cioè agganciato alla misura ottenuta da Sara Battisti (Pd). Dimostrando massima concentrazione e volontà di incidere su tutto.
Per quanto riguarda i rifiuti, rivolgendosi al presidente Nicola Zingaretti e al vicepresidente Daniele Leodori, ha chiesto chiarezza su quello che intendono fare anche in Ciociaria. Con riferimento alla discarica di Roccasecca: verrà riaperta o no? I terreni saranno requisiti o no? Lo ha fatto perché le intenzioni della Regione su questo punto appaiono “criptate” anche negli atti di indirizzo.
Vento in poppa.
FLOP
VIRGINIA RAGGI
La sindaca di Roma si è autopromossa, attribuendosi un bel 9 in pagella al termine del mandato. Perché non 10 visto che c’era?
In effetti Roma ha una sua discarica e non è vero che esiste l’emergenza rifiuti. Le buche non ci sono mai state in questi anni. Tutta colpa di una stampa di regime serva e in malafede. La città è cresciuta e diventata attrattiva più di qualunque alta capitale europea e perfino mondiale.
Al di là di tutto, che tipo di valore può avere un’attribuzione di un voto del genere al termine del mandato. Che tipo di valore sul piano politico intendiamo. Probabilmente soltanto quello di motivare i suoi fedelissimi. Ma anche su questo punto ci sarebbe da discutere. Perché mai come in questa consiliatura sono stati cambiati così tanti assessori. Per non parlare dei consiglieri che sono andati via.
La realtà è che Virginia Raggi sa che mancano due mesi alle elezioni e potrebbero essere i suoi ultimi due mesi al Campidoglio. Anche se le carte si stanno rimescolando. Nel senso che Enrico Michetti (centrodestra) qualche passaggio a vuoto lo ha fatto, Roberto Gualtieri (Pd) mantiene massima cautela e Carlo Calenda (Azione) potrebbe accelerare ulteriormente.
E lei Virginia Raggi potrebbe puntare ad arrivare al ballottaggio. Ma il 9 in pagella non si può leggere.
Se la canta e se la suona.
GIANCARLO GIORGETTI
Siamo nel semestre bianco. Vuol dire che il presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere e neppure indire nuove elezioni. Questo però comporta anche un’altra faccia della medaglia. Vale a dire che i Partiti avranno più margini di manovra per cercare di mettere sotto assedio il Governo guidato da Mario Draghi, che, obiettivamente, non sta facendo toccare palla a nessuno.
La Lega di Matteo Salvini proprio in queste ore sta dando battaglia sul Green Pass e sulla gestione del Covid. Dopo che lo stesso Draghi aveva chiesto ben altro atteggiamento. Ma Salvini insiste.
Giancarlo Giorgetti è il pontiere, l’uomo che ha portato il Carroccio al Governo e in maggioranza, l’uomo del quale Draghi si fida più di chiunque altro. Ma se non riesce mai ad imporsi sulla linea del Carroccio, alla fine anche questo suo ruolo sarà destinato ad essere offuscato.
Troppo allineato (a Salvini).