Top e Flop, i protagonisti di mercoledì cinque luglio 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 5 luglio 2023.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 5 luglio 2023.

TOP

CARLO BONOMI

Aveva già fatto il punto, un punto decisamente lucido in un corposo intervento di qualche giorno fa all’EY Italy Outlook 2023. Il sunto è che Confindustria non è “contro” l’esecutivo. Tuttavia è dell’avviso che alla lotta di Palazzo Chigi per ottenere da Bruxelles una maggiore flessibilità debba affiancarsi quella per una immediata sterzata nei protocolli di attuazione del Pnrr.

E che ad essa debba seguire in tempi rapidissimi la svolta definitiva: quella delle riforme sostanziali. E il sunto lo aveva fatto il numero uno di Viale dell’Astronomia Carlo Bonomi. Le analisi di queste ore confermano linea e convinzioni. Lo fanno con il tono di ammonimento che va al di là della semplice enunciazione per assicurarsi un posto tra coloro che avevano messo in guardia il timoniere.

Secondo Bonomi “sono in aumento i segnali di indebolimento dell’economia italiana, soprattutto nell’industria”. In realtà a spiegarlo è la cabina di regia di cui Bonomi si serve, ovvero il centro studi di Confindustria. Il team lo ha fatto per mezzo dell’analisi mensile “congiuntura flash”. E quel report rileva una “crescita più fragile. Si continuano ad accumulare segnali di indebolimento, specie per l’industria e le costruzioni.

E questo “sebbene il +0,6% del pil italiano nel primo trimestre frutti una crescita già acquisita di +0,9% nel 2023. Cosa sta incidendo in senso negativo sul trend italiano? “Il lento calo dell’inflazione e il credito più caro”. I servizi sono meno dinamici. Infine, nei consumi delle famiglie ci sono meno beni, in particolare alimentari, e più servizi“.

Eppure non mancano le prospettive: “Ci sono 100 miliardi di potenziale che possiamo sfruttare nel breve in alcuni mercati come gli Stati Uniti e soprattutto in alcuni paesi asiatici”. Tuttavia la Bce sta lavorando troppo sul contenimento dell’inflazione e poco sulla sua eradicazione attiva.

Tutto questo mentre il governo in carica è troppo spalmato sugli interventi tattici ed immanenti invece che su quelli strategici e di lungo corso prospettivo. E se Carlo Bonomi dice che bisogna far presto forse sarebbe il caso di ascoltarlo.

Vaticinio di peso.

MAURIZIO STIRPE

Maurizio Stirpe (Foto Livio Anticoli © Imagoeconomica)

La politica sportiva lo aveva visto protagonista per una decina d’anni come consigliere delle Leghe di Serie C, B-A e della Federcalcio. Poi si era allontanato dai “palazzi” del potere calcistico, forse anche deluso da presidenti troppo litigiosi ed autoreferenziali.

Lunedì, a distanza di nove anni, il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe è rientrato nella Lega Serie A per partecipare a Milano ad un’importante assemblea sui diritti tv. “Sono tornato per vedere se è cambiato qualcosa”, ha detto sibillino ai cronisti appostati in via Rossellini fuori dalla sede storica della Lega Calcio. (Leggi qui: Stirpe è tornato in Lega dopo 9 anni: un segnale forte e chiaro).

La presenza di Stirpe non è stata casuale. Il patron ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro. La società giallazzurra è tornata in Serie A e non si sente di passaggio. Intende partecipare fattivamente ed incidere nella politica sportiva, portando un contributo di idee ed esperienza che non mancano al presidente da vent’anni nel calcio ed imprenditore impegnato in Confindustria (attualmente è uno dei vice presidenti).

Il Frosinone vuole contare di più, acquisire maggiore prestigio, rispetto e credibilità forte anche di un progetto societario vincente. Serve quindi una presenza in Lega ai massimi livelli. E Stirpe la garantisce come ha fatto d’altronde in passato.

Presidente in campo.

FLOP

LUCIA BORGONZONI

Lucia Borgonzoni (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

Lo ha detto con il tono celebrativo che si addice ai grandi risultati e, attenzione, i grandi risultati ci sono. La Sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni aveva già usato toni da enfasi in purezza per i soggetti ammessi al finanziamento PNRR. In particolare per quelli a sostegno delle imprese culturali e creative per la transizione digitale.

In queste ore ha calato invece la briscola della rinnovata vitalità del cinema italiano. E precisiamolo: i dati sono eccellenti, quello che forse lo è stata una po’ meno è l’assenza di una visione prospettica. Visione unita ad un volume forse giusto un po’ troppo alto nell’auto celebrarsi. Ha detto la Borgonzoni riferendosi ai dati del mese appena concluso: “Per l’estate 2023 nutriamo grandi aspettative. Ad alimentare il nostro ottimismo, da un lato lo straordinario lavoro di squadra messo a punto con tutto il sistema cinematografico per riportare il pubblico nelle sale. Dall’altro i riscontri ottenuti in queste prime settimane.

Nessuno mette in dubbio l’ottimo lavoro di squadra ma forse a rilevarlo dovrebbero essere altri. Ad ogni modo la sottosegretaria ha incalzato: “Finora abbiamo infatti registrato un +54% di presenze su giugno 2022. E non è tutto: con più di quattro milioni di ingressi abbiamo superato gli spettatori dell’intero mese di giugno 2019 e della media del triennio 2017/2019.

Tutto vero e tutto bello, oltre che foriero di speranze per un settore cruciale della cultura. E in chiosa: “Per le sale sarà la stagione della ripartenza. A farla da protagonisti grazie all’iniziativa del MiC ‘Cinema Revolution’, grandi titoli internazionali e film italiani ed europei al prezzo speciale di 3,50 euro”. Solo tre rilievi tre, di venia e sfumatura. In ordine all’upgrade rispetto al 2022 vale anche il fatto che l’anno scorso gli italiani, reduci dal biennio orribile del Covid, tutto volevano meno che andare al cinema.

Per il triennio 2017/’19 vale una cosa che si chiama flusso di gradimento. Certe stagioni cioè, con il cinema, sono legate all’appeal dei prodotti, oltre che ovviamente alla professionalità di chi li ha in cura istituzionale.

Infine: perché si continua a strologare di stagione della ripartenza? O ad annunciare rinascimenti ad orologeria? Cose cioè che accadono puntualmente quando a parlarne ci sono quelli che come timonieri si auto investono del titolo di meritevoli fautori di quelle età dell’oro? Non sarebbe meglio abbassare i toni e lavorare sul triennio, e poi fare le somme e dirsi bravi?

Celebration.