Un consiglio a metà: tra Guerre Stellari e ‘Non ci resta che ridere’ (di M. Molisani)

La cronaca del surreale consiglio comunale di Cassino. Pieno di colpi di scena con Star Wars. E di posizioni degne di una pellicola di Benigni. La sostanza: i dissidenti non dissentono più. Il sindaco porta a casa il Bilancio. E per un anno è di nuovo blindato

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

Bibita e pop corn. Come al cinema. Ci sarebbero stati proprio bene al cospetto del Consiglio comunale forse con più colpi di scena della storia politica della città. Nemmeno il grande George Lucas, padre di una delle scene più iconiche della storia cinema, sarebbe arrivato a tanto.

 MOLTO RUMORE PER NULLA

Chissà quanti milioni di spettatori sono rimasti a bocca aperta quando  il malvagio Dart Vader, nel finale di Star Wars: l’impero colpisce ancora, confidò a Luke Skywalker di essere, niente di meno che suo padre.

Lo stesso stupore dei cittadini, accorsi ieri mattina in Sala Di Biasio, per non perdere il giorno del giudizio.  Per essere presenti al momento in cui la maggioranza guidata da Carlo Tornerò Snellissimo D’Alessandro sarebbe svanita davanti al perentorio attacco dei dissidenti. (leggi qui D’Alessandro: «Non mi faccio ricattare: mi dimetto prima»)

E invece? Niente.  Molto rumore per nulla: tutti ai propri posti. Ecco servito il primo colpo di scena.

INIZIA LO SHOW

Alle ore 9.15, un quarto d’ora prima della campanella, i posti a sedere sono già tutti presi. C’è già qualche persona in piedi. Inizia l’andirivieni di assessori e consiglieri, i giornalisti sono già sul posto per carpire come si metterà per CMDA.

Robertino solo di nome Marsella e Claudio Nonsense Monticchio sono tra i primi ad arrivare in aula, sintomo che come annunciato la sera precedente da Alessioporcu.it (leggi qui I numeri ci sono, il sindaco recupera la sua maggioranza) i due salvianiani sono tornati all’ovile.

Arriva anche Rosario Mascellone Franchitto che tutto sembra tra uno che vuole dare battaglia. Più che altro la sua figura si avvicina alle sembianze di un Panda Gigante delle Montagne Qin: chissà se è vero che quei simpatici ursidai trascorrono 14 ore della propria giornata a mangiare.

Come al solito elevata su 12 centimetri di trampoli entra in aula anche Rossella Rossellissima Chiusaroli. Ma la palma per l’outfit che attira di più i consensi questa volta va alla camicia bianca che avvolge fino alle ginocchia, Francesca Candy Candy Calvani che lancia occhiatacce verso i dirimpettai leghisti.

Poco dopo fa il suo ingresso in aula Carmine cuore impavido Di Mambro, che sarà salutato più volte durante i lavori con scroscianti applausi. Un altro colpo di scena, dunque. Perché il Conigliere, in quest’ultimo anno, è stato costretto spesso ad assentarsi a causa della salute.

La maggioranza è quasi al completo, manca solo Antonio Pennellone Valente, che resterà assente ingiustificato. Assenti (ma giustificati) Enzo Caterpillar Salera e Sarah ora tocca a me Grieco. Alla fine arriva anche Peppe Stampella Sebastianelli e quindi i D’Alessandro boys potrebbero arrivare addirittura a 15 voti.

RIMA BACIATA E LICENZE POETICHE

In aula infatti si ride e si scherza. A dispetto del documento depositato nei giorni precedenti dai 4 dell’Ave (Carlo) Maria: un ultimatum in piena regola con il quale reclamavano una serie di riconoscimenti politici ed amministrativi, minacciando altrimenti di far mancare il numero legale (leggi qui Scoppia la guerra dentro la maggioranza: ultimatum a D’Alessandro e leggi anche qui In due rifiutano di firmare la solidarietà al sindaco).

Invece il clima è disteso a parte qualche piccola scaramuccia sull’aliquota Tari e il conseguente scontro all’ubicazione del centro conferimento rifiuti e dell’isola Ecologica.

Tiene banco il segretario comunale Rita Lady di Ferro Riccio che non azzecca un nome. Così il consigliere Panaccione viene ribattezzato Angelone, forse per far baciare la rima con il cognome. L’episodio fa scoppiare in una chiassosa risata, anche l’onnipresente cronista perpetuo Domenico Tortolano, il cui primo articolo su Cassino venne edito, si narra, intorno al 584 e descriveva le gesta dei Longobardi guidati da Zottone che avevano invaso e messo a sacco il territorio. La risata del cronista eterno è un evento unico nella storia cassinate dall’anno 0 a oggi.

Licenza poetica per il segretario anche su Alessio una parola è troppa e due sono poche Ranaldi. Ribattezzato sino alla fine dei lavori in Rinaldi.

AULA OCCUPATA

L’imprevisto accade proprio quando sembrava andare tutto liscio e ci si apprestava ad iniziare il penultimo punto all’ordine del giorno. Quello più importante: il bilancio previsionale. In aula si materializzato gli ausiliari del traffico con al seguito rappresentanti sindacali. Per multare Consiglieri ed Assessori con i ticket scaduti? Macché. Minacciano di occupare il Consiglio se non saranno ascoltati e se il Comune non manifesti sin da subito l’intenzione di intervenire celermente sul problema relativo alle lettere di licenziamento, inviate dalla societa Tmp, che hanno raggiunto i lavoratori. Dal 1 aprile tutti a casa.

Carlo tornerò snellissimo D’Alessandro si catapulta nella mischia, per trovare una soluzione ma viene prontamente ripreso da presidente d’aula Dino il Divino Secondino a cui non sta bene che il Consiglio Comunale diventi un mercato con gente che grida e si agita.

Alla fine gli ausiliari strappano la promessa di un incontro dopo la fine della seduta e lasciano proseguire i lavori.

NON È TUTT’ORO QUEL CHE LUCCICA

Una volta placati gli animi il messaggio che appare sulla fronte di CMD’A è il seguente: cos’altro può succedere adesso, dopo 8 ore di consiglio?

Siamo alle dichiarazioni di voto. Cinque ore prima pero Carmine Cuore Impavido Di Mambro, ancora non al top della forma fisica, era stato invitato a tornarsene a casa a riposare perchè i numeri ci sono e non ci dovrebbero essere rischi. Anche perché a presidiare l’aula nelle file dell’opposizione ci sono solo Peppino Iam Bell PetrarconeEdilio Segugio Terranova e Giuseppe Stampella Sebastianelli ormai, visto che alla maggioranza non serve sostegno, arriva ai livelli di neutralità della Svizzera.

Invece, ecco servito l’ennesimo colpo di scena della giornata. Si alza il consigliere Giuseppe Torcicollo Di Mascio chiede la parola per dichiare il proprio voto al Bilancio.

Il mio voto è favorevole.  – ha detto – Anche se sono rammaricato per il fatto di non essere stato coinvolto, come altri consiglieri nelle scelte adottate. Stesso discorso per il piano triennale delle opere pubbliche. Auspico che da adesso in poi – ha tuonato Di Mascio – tutti noi consiglieri potremmo essere coinvolti nei processi decisionali che riguardano la definizione dei livelli amministrativi di secondo livello”. 

Carlone incassa e porta a casa. Può comunque ritenersi soddisfatto.

CHI HA SCRITTO LA LETTERA AI 4 DELL’AVE CARLO MARIA?

Tre dei 4 dell’Ave (Carlo) Maria, sono tornati a sostenere la croce insieme al sindaco. Anche se ora si giustificano dicendo che il loro voto al Bilancio non era in discussione. Quindi – secondo loro – avevamo capito male noi. Chissà perché, in politica, sono sempre gli altri a capire male. Ma allora: chi ha scritto la lettera con cui chiedevano l’azzeramento della giunta, l’assegnazione della delega ai Servizi Sociali, il ridimensionamento del presidente del Consiglio Comunale Dino Secondino?

Come anche una maggiore collegialità nella scelta dei professionisti ai quali affidare le consulenze esterne, la revoca dei recenti incarichi professionali. Minacciando di far mancare il numero legale in aula durante la seduta per il bilancio. (Leggi qui Scoppia la guerra dentro la maggioranza: ultimatum a D’Alessandro)

Delle due l’una: o in Sala Di Biasio si può votare anche se non tra gli scranni o c’è qualcosa che non quadra in questa vicenda.  I piu maligni sostengono che i quattro abbiano addirittura firmato un documento redatto da un “regista” esterno. A questo punto senza nemmeno leggerlo attentamente.

In uno dei passaggi del testo, infatti, oltre a richiedere la revoca della determina che assegna i recenti incarichi, c’era la pretesa di entrare in possesso della delega allo Sport, attribuita da tempo immemore a Carmine Di Mambro. Una circostanza questa che ha fatto saltare i nervi a Carlo tornerò snellissimo D’Alessandro. L’ira funesta del primo cittadino ha creato scompiglio tra i dissidenti che hanno tutti negato di aver scritto quella richiesta nel documento.

La domanda nasce spontanea: chi lo ha redatto questo documento? Ed è possibile che nessuno ricordasse sotto a cosa hanno apposto la propria firma?

Un mistero. Al punto che il tema viene affrontato anche nella successiva riunione di maggioranza, tenuta ieri sera dopo le 18. Con una nuova situazione paradossale, da un fronte viene confermato che c’è quella richiesta, i firmatari dicono ‘Tirate fuori la carta’. Ma nessuno l’ha esibita.

Ci sarà tempo per chiarire, intanto CMDA assapora già la Colomba, quella che non vola e che forse, anche solo per scena, dovrebbe condividere con tutti.