A Gaeta per semplificare: D’Amico ed il Blue Forum che guarda alla Tunisia

Confimprese Italia tornerà in Nord Africa per aprire un canale di sviluppo e dialogo con le piccole e medie imprese. Sull'onda della Blue Economy

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Quando era arrivata la “mazzata”, peraltro prevista, per cui le provincie di Frosinone e Latina non sarebbero rientrate in fascia Zes lui era stato due cose. Profetico e pratico, nel senso che aveva preconizzato il ripiego sulle Zls portuali ed al contempo aveva spiegato che a certe cose serve la benzina del fare, non il collutorio del proclamare. Guido D’Amico l’aveva messa giù scettica, insomma: “La sensazione è sempre la stessa. Cioè che, svanito l’entusiasmo dell’effetto annuncio iniziale, si ripiombi nell’immobilismo totale”.

Nello specifico si riferiva alla necessità di fare pungolo concreto dopo la messa a terra degli Stati Generali voluti da Luca Di Stefano ed avallati da Francesco Rocca. Ma il senso era anche un altro. Quello di questi territori a sud di Roma non è solo un problema di protocolli per fronteggiare il declino dell’imprenditoria innescato da precondizioni impossibili.

No, quello che serviva e serve fare è guardare a ciò che resta ed intuirne le potenzialità immense. Affacciandosi sulle onde dell’economia che viaggia sui flutti. E nello specifico guardare all’economia del mare, che tra l’altro è proprio quella sotto egida normativa delle Zls che il presidente di Confimprese Italia additava come binario di sviluppo.

Le immense potenzialità del mare

Alla fine D’Amico la sua fetta di ragione se l’è portata a casa, reduce dal Summit Blue Forum Italia di Gaeta, promosso da Assonautica Italiana e dalla Camera di Commercio Frosinone Latina. E con quella un progetto che sulla scia di quanto declinato guarda all’estero, in Africa. (Leggi qui: Gaeta capitale del mare: un giro da 161 miliardi di euro).

La premessa funzionalista della kermesse a Gaeta, la chiave di lettura è e resta quella della semplificazione: normativa ed operativa. Un claim seguito anche dagli interventi di rango massimo di Ignazio La Russa, Roberta Metsola, Nello Musumeci, Daniela Santanché, del sottosegretario di Palazzo Chigi Alessandro Morelli e del presidente Unioncamere Andrea Prete. In questo senso il presidente della Camera di Commercio ciociaro-cassinate-pontina Giovanni Acampora ha calato da subito l’asso. Cioè quello di soluzioni che necessariamente passino per il bouquet di un uno Sportello Unico Amministrativo Nazionale per l’Economia del Mare. (Leggi qui: Il messaggio dal Blue Forum: “Ora la Legge sul Mare”).

Uno spot centrale in cui operino professionalità formate e “che aiuti le imprese e che semplifichi i processi attraverso i nuovi sistemi digitali”. Perché il fulcro di tutto è proprio quello, lo snellimento di procedure che possano ottimizzare un immenso bacino di potenziale attività di impresa. In un post social lo stesso D’Amico, che è membro camerale della CCIAA, ha disegnato lo scenario. (Leggi qui: La sfida del Forum: “Hub energetico del Mediterraneo”).

La “mia Africa” di Confimprese Italia

Guido D’Amico

“Mi trovo a Gaeta per partecipare al terzo Summit Blue Forum Italia, promosso da Assonautica Italiana e dalla Camera di Commercio Frosinone Latina. Assieme al nostro delegato agli esteri, Sandro Fratini abbiamo in programma tantissime iniziative”. E sulla scia, anzi, visto il claim, sull’onda di quelle possibilità, Confimprese Italia sta puntando a progetti “di rilievo internazionale, per valorizzare le nostre micro, piccole e medie imprese nel mondo”.

Ce n’è tutta una serie, che hanno tutti lo stesso denominatore comune che a sua volta coincide con la mission dell’associazione: fare sistema con le partite Iva medio piccole, invece di fare pulpito solo per invocarlo, quel sistema, e far sapere al mainstream che si è fatto il proprio dovere.

Fare davvero insomma, e con le sconfinate possibilità che l’affaccio sul mare offre. La via delle possibili Zls è una delle tante, cioè quella di spingere per l’istituzione di Zone logistiche semplificate nelle regioni individuate dalla normativa europea. Sarebbero quelle definite come “più sviluppate”. E che annoverino almeno “un’area portuale compresa nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T)”.

Tunisi per fare affari, e fare economia

Uno dei tavoli tematici del Blue Forum

Gaeta è polo di elezione per quei parametri e da questo punto di vista il presidente nazionale di Confimprese aveva anche precisato che no, non era la stessa cosa che con le Zes. La fiscalità agevolata non è la stessa ma il respiro delle sfide è molto più ossigenato perché ci sono fondi.

Fondi che, per proprietà transitiva, non hanno solo in target operazioni transeuropee, ma anche tutto ciò a cui l’Europa oggi guarda per fare economia integrata. E l’Africa è il primo, il più grande e promettente spot, in questo senso.

L’accordo con il Delta Center

D’Amico, che dopo Gaeta ha fatto tappa a Viterbo per parlare di imprese con autorità e vertici compartimentali dell’associazione – il Presidente Gianfranco Piazzolla e la dirigente Loredana Di Maio – questo lo sa. Perciò ha annunciato che, in ordine ai progetti di Confimprese, “si partirà dalla Tunisia”. Lo si farà “con un progetto di internazionalizzazione che vedrà Confimprese protagonista in uno scenario intercontinentale”. Confimprese Italia vanta una lunga tradizione di interventi in Nord Africa. Già nel 2018 e con la guida di D’Amico l’associazione aveva promosso l’apertura di un “punto di assistenza tecnica per le imprese associate nel Delta Center di Tunisi”.

E nella capitale nord africana si era provveduto alla firma di un “protocollo d’intesa che ha lo scopo di sviluppare l’internazionalizzazione delle imprese aderenti”. Che significa? Mettere in contatto le società locali e quelle estere con iniziative di reciproco vantaggio, iniziative che nel format del Blue Forum di Gaeta rientrano alla perfezione.

161 miliardi in mezzo alle onde

La Gaeta “Capitale del mare” che ha visto il Blue Forum è spot che rappresenta fetta robustissima dei 161 miliardi di euro in cui viene quantificata l’economia del mare italiana. Di un vero giacimento di opportunità cioè che punta su settori cruciali. Settori come pesca, marina mercantile, cantieristica da diporto e militare, indotto, portualità, autostrade blu e cavi sottomarini.

E’ perno di strategia economica in purezza ma lo è a condizione che burocrazia, farraginosità e lungaggini protocollari da “bollo tondo” vadano in cantina, anzi, in sentina. Con un Piano Triennale ad hoc. E perché l’economia del mare non ha bisogno di transatlantici lenti, ma di fregate veloci ed efficienti.

Anche per arrivare alla Tunisia che D’Amico guarda per fare rete di imprese. E fare economia in purezza. Guardando ai flussi ed ai flutti.