I sassolini di Palombo: “Ecco le colpe di Fagiolo e Zicchieri. Lega al capolinea”

Conferma le accuse. Respinge la narrazione fatta in questi giorni. "La caduta dell'amministrazione D'Alessandro a Cassino fu imposta dall'onorevole Zicchieri". Carmelo palombo, ex coordinatore provinciale, accusa anche il suo vice dell'epoca, Mimmo fagiolo: "Brigò alle Provinciali per escludere candidati e favorire la sua"

Ha letto. Ed ha taciuto. Per due giorni si è imposto il silenzio. Fa parte del suo modo di agire: come in ogni salita, come su tutti i tornanti affrontati con la sua bici ogni volta che può sfilarsi il camice da medico e prendersi qualche minuto di libertà. Carmelo Palombo è stato per anni ‘solo’ un medico con un infinito elenco di pazienti.

Mario Abbruzzese anni fa lo scelse per questo e lo lanciò in politica. Intuizione vincente, come lo fu più tardi quella di Carlo Maria D’Alessandro. Con la differenza che Palombo, al termine di una campagna elettorale tecnicamente perfetta, si trovò a dover pagare il conto lasciato da chi lo aveva preceduto: anni di litigi, scannamenti, agguati politici all’interno di un’amministrazione comunale guidata da Bruno Scittarelli. Lui doveva esserne l’erede, il pacificatore, l’uomo pulito con il quale riportare candore nel palazzo municipale. La gente gli credette. ma più ancora credette in Peppino Petrtrarcone che richiamò in Comune dopo averlo visto guidare la transizione tra la Prima e la Seconda Repubblica una quindicina di anni prima.

CARMELO PALOMBO

Carmelo Palombo la passione politica da allora non se l’è più tolta dal sangue. Soprattutto la rabbia per il modo in cui Mario Abbruzzese poi l’ha trattato: finito lo scopo elettorale l’ha messo da parte attribuendogli la colpa della sconfitta. Il medico s’è preso la rivincita con gli interessi: adesione alla Lega, scalata ai vertici, coordinatore provinciale, l’uomo che ha assistito al crollo dell’impero di Mario con la caduta dell’amministrazione D’Alessandro. Nella quale i leghisti di Palombo furono determinanti.

Ora legge e rilegge le dichiarazioni di quello che all’epoca era il suo vice al timone provinciale del Partito: Mimmo Fagiolo. Accomunati da un’insolito destino: entrambi sono fuori dalla Lega, entrambi ne sono usciti. Ma è il racconto di fagiolo a non convincere Carmelo Palombo. Soprattutto nella parte in cui gli addebita il crollo dell’amministrazione D’Alessandro a Cassino. (leggi qui I sassolini di Fagiolo: «Nella Lega si lavorava per favorire Latina»).

Il j’accuse di Carmelo

Fagiolo aveva dichiarato

Mi dispiace non poter appoggiare Carmelo Geremia Palombo nelle sue affermazioni. Ma la caduta dell’amministrazione comunale di Cassino fu tutta farina del suo sacco. Francesco Zicchieri ha subìto le indecisioni tragiche di un uomo politicamente tragico per la Lega, che durante il suo mandato da Coordinatore provinciale non ha eletto un solo consigliere provinciale della Lega ma due ospiti che avevamo ammesso nella nostra lista.

Quando aveva lasciato la Lega, nella sua lettera di dimissioni Carmelo Palombo aveva lanciato accuse ben precise. Facendo nomi e cognomi, descrivendo situazioni. (leggi qui (leggi qui Il J’Accuse di Palombo: si dimette e punta il dito su Zicchieri e Gerardi)).

Oggi conferma tutto.

L’intervista

DOMENICO FAGIOLO
Dottor Palombo, nella narrazione di Fagiolo furono le sue indecisioni a determinare la caduta del Centrodestra che governava Cassino.

L’allievo prediletto del commissario regionale della Lega, parla di Cassino senza conoscerne nulla. Anzi straparla. Dimentica che il suo ex  caro amico onorevole Francesco Zicchieri ordinò perentoriamente al sottoscritto di spingere i Consiglieri della Lega per far cadere l’amministrazione di centrodestra di Cassino. Zicchieri minacciò di espulsione chi non si fosse allineato a queste direttive.

Nessuno di voi si oppose: quindi la colpa è anche di chi non si è opposto.

Non è così. Qualche amico si oppose strenuamente a quell’ordine. Ebbe visione. Sostenne che così avremmo ucciso politicamente Abbruzzese ma con lui avremmo ucciso un’intera generazione di politica del centrodestra in città. Ma mi fu chiesto di allontanare dal Direttivo quelle voci.

Fagiolo le addebita anche la sconfitta alle scorse Provinciali: riuscite a non eleggere alcun Consigliere ed a farvi sacavalcare da due ospiti messi in lista.

Fagiolo all’epoca delle passate elezioni Provinciali era, guarda caso, il vice Coordinatore Provinciale della Lega. Al fine di eleggere un proprio consigliere di riferimento non ha esitato a brigare per estromettere dalla lista persone di peso e di voti. E poi nemmeno riuscì ad eleggere la persona per la quale aveva brigato.

All’epoca risultarono alquanto bizzarre le motivazioni con cui venne escluso dalla lista, all’ultimo istante, Alessandro Mosticone di Sora: si disse che il fratello collaborava con una società che forniva assistenza ai migranti.
FABIO FORTE E ALESSIA SAVO

Anche nelle estromissioni Fagiolo è un maestro. Tanto brigò contro la dottoressa Alessia Savo, sindaco di Torrice e la più votata della Lega alle Regionali. Brigò tanto che la costrinse ad uscire dalla Lega. Ironia della sorte oggi si ritrovano sotto il medesimo tetto politico: in Fratelli d’Italia.

Fagiolo lascia intendere che fu lei, con la sua conduzione politica, a rendere il Partito poco attraente.

Fagiolo straparla ma  custodisco gelosamente i messaggi e gli articoli di stampa dell’epoca che confermano  senza alcuna esitazione la veridicità di quanto affermo.

Con il senno del poi: fece bene a dimettersi da coordinatore provinciale e lasciare la Lega?

Ci sono i fatti, i dati, i numeri che danno ragione e sostegno alla mia lettera di dimissioni da commissario provinciale della Lega. Oggi la Lega è avviata in Ciociaria e nel Lazio verso un irreversibile declino tutto dovuto all’inadeguatezza dell’attuale vertice regionale. Se anche Fagiolo ha abbandonato la Lega significa che le mie dimissioni e le mie ragioni erano del tutto fondate.

Della squadra che scese in campo alle Regionali è rimasto più nessuno

Se i giovani scappano via, se Fabio Forte e l’intera lista delle passate elezioni Regionali è uscita dalla Lega significa che avevo pienamente ragione. Forse Fagiolo era distratto dal tifo calcistico e solo adesso si è accorto di cosa è diventata la Lega grazie ad una serie di scelte sciagurate fatte dal commissario regionale ed avallate silenziosamente anche dallo stesso  Fagiolo.

SALVINI CON CIACCIARELLI E MAGLIOCCHETTI
Le potrebbero rispondere che proprio in questi giorni ci sono state importanti adesioni.

I numeri parlano chiaro, sono inequivocabili: la Lega ha perso le Provinciali di Latina e quelle di Frosinone. Sul territorio, al di là di un proselitismo di facciata di persone che sono arrivate alla conclusione della loro carriera politica non ha alcun radicamento territoriale. Il radicamento non si compra ma lo si costruisce, lo si fa solo con capacità di dialogo e capacità politica. Cose sconosciute all’attuale dirigenza regionale.

Cosa è mancato alla Lega?

Guidare un  partito del 4% è una cosa, guidare a livello regionale un partito di oltre il 25% richiede competenze, una scala di valori ai quali far riferimento, capacità politiche di mediazione e di comprensione: caratteristiche tutte sconosciute all’attuale vertice regionale della Lega.