Salta il Consiglio, la maggioranza non ha i numeri (almeno fino a sabato)

Salta la seduta di Consiglio Comunale a Ceccano. È andata deserta per la mancanza del numero legale. La maggioranza non ha i numeri. Sabato si ripara con la "seconda convocazione". Un segnale per l'amministrazione Caligiore

L’onda del terremoto politico che ha scosso il centrodestra nelle scorse elezioni provinciali raggiunge anche Ceccano. (leggi qui Ecco cosa è successo nelle urne: l’appunto dimenticato che permette di ricostruire tutto). Fa oscillare le mura del palazzo municipale. Manda deserta la seduta del consiglio comunale, nonostante dovesse affrontare un argomento banale.

Bisognava solo surrogare il consigliere comunale Alessandro Savoni, che è diventato assessore all’Ambiente ed ha lasciato libero il suo posto in Aula. Bastava prenderne atto e disporre l’ingresso al suo posto della ‘prima dei non elettiAntonella Del Brocco.  Invece, la seduta di oggi pomeriggio è saltata. La maggioranza non ha i numeri.

Li avrà già nella prossima riunione. Ma i dissidenti hanno voluto mandare un segnale ben preciso. Facendo capire che per ora il governo cittadino non è in bilico ma nemmeno è tanto stabile.

 

Primo round ai dissidenti

Da convocazione la seduta è fissata alle ore 15.30. Sono presenti i consiglieri Federica Aceto, Marco Corsi ed Angelo Macciomei, Ginevra Bianchini (unica superstite della fu Lista Caligiore), Marzo Mizzoni e Tonino Aversa (ex lista Querqui).

Il sindaco Roberto Caligiore è scuro in volto. Ormai sa benissimo di essere sul filo del rasoio: la sua maggioranza è ridotta al minimo di sopravvivenza e cioè 9 voti. Meno uno che va a fare l’assessore e deve essere surrogato, si scende momentaneamente ad 8. Sotto la soglia di sopravvivenza.

Sperava in «un gesto di buon senso».

Che nessuno degli avversari ha trovato un solo buon motivo per fare. Tanto che il capogruppo Pd Giulio Conti, in modo plateale lascia i banchi del Consiglio comunale e va a sedersi tra il pubblico, proprio di fronte al sindaco: lo fissa a braccia incrociate e si gusta la scena.

 

Il Colombo pesante

Arrivano le 16.30. Trascorsa l’ora prevista dal regolamento per attendere i ritardatari, Marco Corsi procede all’appello e non può far altro che dichiarare deserta e sciolta la seduta.
Servivano 8 consiglieri, la maggioranza riesce a portarne 6 in aula, più il sindaco si arriva a 7. Sotto la soglia di sopravvivenza.

Pesa come un macigno l’assenza di Colombo Liburdi, consigliere del gruppo dei dissidenti (insieme a Fiorella Tiberia e Roberto Savy). Sono i tre che sono rimasti in maggioranza ma costituendo un gruppo autonomo: proprio per dare un chiaro segnale al sindaco. (leggi qui Cronache Ceccanesi – Dai dissidenti alla strana coppia, lo strano straniero e Corsi in Provincia)

Sono loro ad aggiudicarsi il primo round del braccio di ferro con il sindaco Roberto Caligiore. Facendo capire che senza di loro il governo cittadino non è affatto stabile.

 

La vera partita

Tanto baccano per una vittoria di Pirro? Al sindaco basterà riconvocare il consiglio in Seconda Convocazione: lo ha già fatto fissando la seduta al 10 novembre per le ore 19:30 e lì sarà sufficiente un numero inferiore di consiglieri. Procederà alla surroga e tornerà a quota di sopravvivenza.

Non è una vittoria di Pirro. Ma è un avvertimento politico. La vera partita sarà a fine novembre, per la variazione di Bilancio. E lì, anche se si va in seconda convocazione, non si abbassa il numero dei consiglieri necessari.

Con queste premesse, Roberto Caligiore rischia seriamente di finire ostaggio della sua maggioranza: perché ognuno può essere l’ago della bilancia ed avanzare pretese. Un po’ quello che è accaduto l’altro giorno al suo collega di Cassino Carlo Maria D’Alessandro che alla fine ha sbottato. E si è dimesso.

 

Gizzi nervoso, Conti al bar

L’altro segnale da tenere in considerazione è quello inviato dall’opposizione. Compatta, non si è presentata in aula: ha agito in maniera corale, efficace. Diventando dannatamente pericolosa.

Una situazione di pericolo percepita subito dall’assessore Stefano Gizzi. Per ore è stato visto camminare a passo svelto in lungo e largo nei corridoi di palazzo Antonelli.

A nulla sono servite le incursioni nella farmacia dove lavora il consigliere Colombo Liburdi, alla fine – dicono – se n’è andato con una confezione di medicinali per il mal di testa. Per quanto si sforzasse 6+1 da faceva sempre 7. E questo a tenere in piedi la maggioranza… Non basta!

Dai conti con la c minuscola a quello con la C maiuscola. Il capogruppo Giulio Conti, una volta ottenuta la dichiarazione di scioglimento della seduta è andato bar vicino il palazzo comunale dove ha offerto da bere ai passanti. Il tema della serata è stato «È finita, andate a casa».

 

I Del Brocco’s.

C’è inoltre un altro elemento da tenere in considerazione.

Si sono salutati con un abbraccio affettuoso. Non sono parenti ma si pare si rispettino molto: Michelangelo Del Brocco (padre di Antonella Del Brocco, la prima dei non eletti che oggi doveva fare il suo ingresso in Consiglio) è stato visto conversare con Riccardo Del Brocco) esponente di Forza Italia.

«Mi dispiace per tua figlia. Ma era tutto scritto. Dal 2015 peró» ha detto la quinta colonna di Mario Abbruzzese su Ceccano.

Michelangelo, lapidario ha risposto: «Manca la politica, quella seria».

Riccardo Del Brocco (accompagnato da Rino Liburdi) oggi si è rivisto a Palazzo Antonelli dopo mesi di assenza. Lo ha fatto una settimana dopo l’incontro segreto con il senatore ceccanese Massimo Ruspandini, avvenuto in una stanza del palazzo della Provincia di Frosinone, prima che iniziasse lo spoglio delle provinciali. (leggi qui E si trovarono tutti da Sellari (tranne due) )

Neppure il tempo di salire le scale che il consiglio è stato sciolto. Poco dopo Riccardo Del Brocco è andato via, appena il tempo di scambiare qualche battuta con i giornalisti.

 

I fiori per Antonella

Era già pronto il mazzo di fiori per la nuova entrata in consiglio. La terza consigliera rosa della maggioranza Caligiore. Invece tutto rimandato.

Qualcuno, al bar di fronte, dice che «i fiori si usano per le feste ma anche per i funerali».

Crisi di maggioranza? Sarebbe eccessivo. Manca il numero legale: vero, segnale politicamente importante. Musi lunghi e facce scure.

Ma il sindaco serra le file. Dice ai suoi «In nessuna parte del mondo un’opposizione si mette in mezzo ad una surroga. È una vittoria di due giorni, poi la surroga la facciamo lo stesso: hanno solo perso una buona occasione per dimostrare buon senso».

E per mandare un segnale, porta tutti al bar: fa scattare la foto che li ritrae tutti insieme e sorridenti, mentre fanno un brindisi.

Anche sul Titanic si ballava mentre il transatlantico imbarcava acqua.

 

Ruspandini: il grande assente.

Sarebbe stato il primo consiglio senza il senatore, già (vice) sindaco di Ceccano.

Qualcuno tra i fedelissimi di Massimo Ruspandini non gradisce e si lascia scappare: «Senza di massimo nemmeno un consiglio per la surroga riescono a convocare, andare avanti la vedo dura così..».

Dalla porta che collega la sala consiglio con la stanza del sindaco, sembra la voce di Marco Corsi quella che esclama: «Abbiamo perso 4 consiglieri, quattro! Non ci si crede. Dilettante». A chi si riferisse e con chi stesse parlando non si sa. Intanto il Presidente dell’assise ha già inoltrato le lettere per il nuovo consiglio, stavolta in seconda convocazione per sabato 10 novembre alle 19:30, dove basterà solo un terzo dei consiglieri.

Riusciranno a far entrare la giovane biologa Antonella Del Brocco e restare a galla?