Il Segretario regionale dei Giovani Democratici fa il pienone a Cassino nella sua seconda uscita. Tutti pensano che ingaggi lo scontro con Alfieri per la Segreteria provinciale. Invece non cita mai il congresso. E lancia il Pd Nuovo di Zingaretti. Ma compie un'azione degna di un Segretario. Che è...
Senza perfidie, senza veleni. I ragazzi dei Giovani Democratici occupano ogni spazio del Civico Sociale di Cassino: il locale in cui vengono proposti i prodotti di Libera e delle altre cooperative sociali che lavorano i terreni confiscati alla camorra; il ristorante nato per tentare una soluzione a due giovanissimi chef che avevano appena superato l’età per stare nella Casa famiglia in cui erano cresciuti. Non c’è un solo centimetro libero tra quegli arredi che ricordano le case della nonna in campagna, le due stanze del piano piano sono piene che si respira a fatica; gli altri stanno per le scale e chi non riesce ad arrampicarsi nemmeno lì rimane a chiacchierare al piano di sotto.
Se fossero Sardine starebbero in piazza, invece sono gli iscritti al movimento giovanile del Partito Democratico e sono venuti a sentire il loro segretario regionale Luca Fantini. È il ragazzino partito dalla sezione di Alatri e arrivato a Roma; l’ombra discreta e silenziosa a due passi da Nicola Zingaretti durante Piazza Grande; quello che disse no ai mostri sacri Francesco De Angelis e Mauro Buschini e al Congresso nazionale fece votare Orlando mentre tutti i big stavano con Renzi. Tranne Zingaretti.
Il ragazzino è cresciuto. E da un mese gira il suo nome come possibile nuovo Segretario del Pd in provincia di Frosinone: con la missione di realizzare la rivoluzione culturale di Zingaretti. Cioè spalancare il Partito a quel mondo che finora se n’è tenuto alla larga. Soprattutto a quello che è stato tenuto lontano per non alterare gli equilibri, non sbilanciare le correnti, non portare forze nuove. La scossa che zar Nicola ha confermato su Repubblica l’altro giorno. (leggi qui Zingaretti annuncia la svolta del Pd: in soffitta il vecchio Partito).
Il leader non lo fa l’età. Ma la testa. Luca Fantini se è un leader lo dirà solo il tempo. Di certo non è uno sciocco. Tutti si aspettano che dica una parola sul Congresso. Che risponda ai veleni lanciati in mattinata dal Segretario uscente Domenico Alfieri che continua a non fissare la data della Direzione con cui dare il via all’iter per il Congresso. Invece no. Non una parola. Non una frase. nemmeno un’allusione.
Lo sapesse Nanni Moretti gli batterebbe le mani: Fantini non lo sa ma ha appena dato una risposta alla domanda cult del film Ecce Bombo. Quella in cui il militante chiede “Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Stava li dal 1978 quel quesito. Oggi Fantini al Civico Sociale non ha detto una sola parola sul Congresso e tutti nella sala hanno pensato alla sua possibile elezione a Segretario. Proprio perché non ha abboccato all’esca dei veleni.
È l’ora di impegnarsi
Luca Fantini a quei ragazzi assiepati a Cassino ha parlato della necessità di impegnarsi. Di non restare con le mani in mano lasciando agli altri le decisioni. Ha elencato le follie di una destra che ha costruito il suo consenso sulle spalle dei giovani: tagliando i fondi per l’istruzione, per la ricerca, i bonus per gli universitari.
Sembra di sentire Nicola Zingaretti quando dice che il Pd ha bisogno di rinnovarsi e di diventare un Partito nuovo, adatto alle sfide dei tempi moderni. Non un nuovo Partito, frutto d’un’operazione di marketing: ma una realtà capace di ascoltare, interpretare i bisogni delle piazze, tradurli in azione politica e proposte di legge, in azione amministrativa. Se non fosse per il capello biondastro e la barbetta rada, si penserebbe che a parlare è zar Nicola vestito da Fantini.
Niente polemiche ma proposte
Tutti si aspettano che lanci la sciabolata con cui decapitare ogni avversario verso la Segreteria. Invece no. Luca Fantini, di Segreteria e Congressi non dice una sola parola. Invece continua sulla sua strada: lui non vede nemici, non vede avversari. Vede soltanto un Pd nuovo da costruire su basi antiche capaci di rispondere ai tempi moderni. È il tema della sinistra che si rinnova continuamente per adattarsi alle masse che intende guidare: roba elaborata da Antonio Gramsci dentro le prigioni fasciste e valida ancora oggi.
“Fateci lavorare – invoca Fantini – vogliamo cambiare il Pd non contro qualcuno, ma per la nostra comunità“. Dice che la forza del nuovo Pd devono tornare ad essere i suoi iscritti, i suoi militanti: “Bisogna tornare a dare valore agli iscritti, non convocarli solo quando c’è da votare”. Abbassa i ponti levatoi e secca i fossati per creare la via di dialogo con il mondo che è vicino al Pd. “Apriamoci alle forze migliori della nostra societa: c’è un mondo lì fuori che è in cerca di una casa politica. Ascoltiamo cosa hanno da dire, convinciamoli con le nostre proposte”.
Il Pd di Fantini deve essere capace di dare risposte agli amministratori. “Hanno bisogno di un Partito. Preparato e capace di dare risposte, suggerire, fugare incertezze. Un Partito che non chieda e basta, ma che dia un contributo alla crescita dei territori, alle amministrazioni lasciate sempre più sole”.
È il bis del successo politico registrato il mese scorso con la prima uscita a Frosinone: quella che di fatto ha dato il via al Congresso. (leggi qui Il Congresso Pd è iniziato: i Giovani rompono gli ormeggi)
L’azione da Segretario
In una sola mossa Luca Fantini ha centrato tre risultati. Il primo: ha realizzato la più grande mobilitazione della sinistra giovanile a Cassino negli ultimi anni. La seconda: ha evitato veleni e provocazioni, semplicemente non raccogliendole.
La terza è la mossa più importante. È già da Segretario Provinciale. Con l’iniziativa al Civico Sociale Luca Fantini ha portato la cassetta del Pronto Soccorso e messo finalmente un cerotto sulla ferita ancora aperta nel Pd cittadino dal giorno delle elezioni comunali. Il sindaco Enzo Salera ha stravinto ma ha sempre accusato il Partito di non avere fatto quadrato intorno a lui. Il movente? I numeri che poi effettivamente ha raccolto: sono in grado di destabilizzare i vecchi equilibri e riportare Cassino al centro del dibattito politico.
Come si fa a dire che Fantini ha iniziato a curare la ferita? La risposta sta nell’elenco dei presenti. I ‘grandi‘ a cassino avevano mille motivi per snobbarlo. Invece sono andati tutti: in prima fila c’è proprio il sindaco Enzo Salera e già la sua presenza è un segnale. Se non bastasse, al suo fianco sta il capogruppo consiliare Gino Ranaldi. E poi la grande tessitrice del dialogo, la presidente del Consiglio Comunale Barbara Di Rollo. C’è il Gruppo Pd e ci sono i civici del sindaco: Fausto Salera, Fabio Vizzaccaro, Rosario Iemma, Edilio Terranova, Paolo Iovine.
Altro segnale di ricucitura: c’è Sarah Grieco che aveva partecipato alle Primarie dando una maggiore legittimazione a Salera ma poi era stata criticata per non essersi candidata.
Visione unitaria
In sala c’è con discrezione il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini che scoprì fantini praticamente in fasce. Ci sono il presidente della Saf Lucio Migliorelli e l’ex deputato Nazzareno Pilozzi, il sindaco di vallerotonda Giovanni Di Meo ed il consigliere comunale di Ausonia Antonio Cardillo, la dirigente provinciale Alessandra Maggiani.
Ci sono i giovani Achille Migliorelli, Luigi Gaglione, Valentino Abbate e Filippo Massa. Parlano Andrea De Ciantis di Castelliri, Niccolò Casinelli di Arpino, Francesca Cerquozzi di Veroli, Arianna Volante di Cassino.
Volti freschi di un Pd diverso anche nell’anima. Quello che Luca Fantini è venuto a lanciare da Cassino.