Fischi e fiaschi della settimana XLV 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana XLV. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana XLV. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

GUIDO D’AMICO

Guido D’Amico

Confermato alla guida nazionale di ConfimpreseItalia. Guido D’Amico ha concesso il “tris” nel corso della tre giorni congressuale di Fiuggi. (Leggi qui Micro ma decisive: la sfida di D’Amico).

Lo ha fatto con intelligenza e umiltà, arrivando ad un’intesa che gli ha garantito l’unanimità per rafforzare la sua proposta e il “peso” dell’associazione.

Inoltre ha dimostrato ancora una volta di essere nelle condizioni di poter invitare chiunque ad un evento del genere: a Fiuggi ha portato 2 ministri, 2 sottosegretari, vari leader nazionali di associazioni. Per il gran finale il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ed in collegamento Lapo Elkann. Serve altro? Nessun altro lo fa nel Basso Lazio e probabilmente nell’intera regione.

Guido D’Amico è anche membro della Camera di Commercio di Frosinone e Latina e molto altro ancora. Una crescita esponenziale la sua in questi anni. Sempre all’insegna dell’intelligenza, dell’impegno, dell’umiltà e della capacità di condividere e di mobilitare.

Chapeau.

MAURIZIO STIRPE

Maurizio Stirpe

L’anima, il cuore e soprattutto il capo di Unindustria. E’ stato lui a intuire, dieci anni fa, che gli assetti nel Lazio dovevano cambiare. E che era necessario riunire sotto un’unica bandiera le sedi di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Ce l’ha fatta, dimostrando di essere un visionario illuminato e un pioniere. (Leggi qui Da soli si va veloci, insieme si va lontano: ma servono le strade).

Infatti ha avuto ragione perché quel modello è diventato un punto di riferimento per tutti e ad ogni livello. Pochi giorni fa si sono celebrati i primi dieci anni. Non va dimenticato che anche grazie a quella capacità di mettersi in discussione dimostrata sul campo, Maurizio Stirpe si è imposto a livello nazionale.

Da diversi lustri è vicepresidente di Confindustria e ormai ha un peso e una considerazione che non gli precludono alcun traguardo futuro.

Primo della classe.

FRANCESCO DE ANGELIS

Ha fatto quello che riescono a fare solo i leader. Decidere. Le prossime elezioni provinciali sono cruciali e Francesco De Angelis ha imposto la sua linea al Partito Democratico. Tre candidati da sostenere per eleggere: Enrico Pittiglio, Alessandro Mosticone, Gino Ranaldi. (Leggi qui Provinciali, Mosticone salta lo steccato: tutti i rumors).

De Angelis sapeva benissimo che in tanti ci sarebbero rimasti male e non avrebbero capito fino in fondo. Ma quando la partita diventa politica, allora è la capacità di dire molti no che fa di una persona un leader politico riconosciuto.

De Angelis sa che le provinciali rappresenteranno un bivio fondamentale per il partito ad ogni livello. A pochi mesi dalla sfida di Frosinone e a poco più di un anno dalle regionali e dalle politiche. Allora ha optato per un’accelerazione brusca. Però estremamente efficace.

Leader maximo.

FIASCHI

SALVINI-MELONI

Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Foto: Sergio Oliverio / Imagoeconomica)

Il Pd di Enrico Letta è tornato primo Partito in alcuni importanti sondaggi. La Lega di Matteo Salvini è ormai stabilmente al terzo posto, mentre i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni sono scivolati al secondo. Eppure tutto questo non fa avviare una riflessione profonda sul vero ed enorme errore che hanno commesso le forze politiche sovraniste in questi ultimi mesi. (Leggi qui Il Pd sale, FdI scende: i Dem primo Partito).

E cioè il fatto di aver continuamente strizzato l’occhio alle posizioni no vax o no pass. Quando invece la stragrande maggioranza del Paese era sulle parti opposte della barricata.

Ma soprattutto in questo modo la Lega e i Fratelli d’Italia si sono complicati la vita nel lungo percorso di accreditamenti in Europa. Perché è inutile far finta  di non sapere che se si sostengono determinate posizioni è complicato pensare di poter governare un giorno un Paese come l’Italia. Ma entrambi proseguono lungo la strada intrapresa.

Facciamoci del male.

MATTEO RENZI

Matteo Renzi (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Acque agitatissime in Italia Viva alla vigilia della Leopolda. Una decina di parlamentari (forse anche di più) è pronta a lasciare il partito se Matteo Renzi dovesse far capire che c’è l’opzione di un accordo con il centrodestra.

A Renzi va dato atto di essere un fuoriclasse assoluto nei giochi parlamentari. E’ stato lui a favorire l’ascesa di Mario Draghi, facendo saltare il Conte bis. Dopo averlo fatto nascere mandando a casa Matteo Salvini. Ma adesso il bivio è troppo importante.

Quello che Matteo Renzi sembra aver rimosso è che lui è stato comunque il segretario politico del Pd, cioè del partito più importante della sinistra italiana. Quanto successo in Sicilia e nel corso dell’affondamento del ddl Zan sono segnali importanti che i parlamentari di Italia Viva non potevano non cogliere. E indubbiamente un certo gioco di sponda con la Lega e con Forza Italia è nei fatti. Ma un accordo politico significherebbe snaturare la propria storia.

Sull’orlo del baratro.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi

Sta impostando tutte le sue mosse politiche sulla certezza di una sua candidatura (eleggibile) al Quirinale. Ma sinceramente non si riesce a comprendere come un leader della statura politica di Silvio Berlusconi possa veramente credere di centrare un obiettivo del genere.

Il centrodestra (anche se fosse unito) non ha i numeri per farcela da solo. Italia Viva è sotto pressione da parte dei propri parlamentari e del centrosinistra, le larghe intese non possono avere in lui il punto di sintesi.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni stanno in realtà giocando un’altra partita, quella delle elezioni anticipate nel caso di una soluzione condivisa per il Colle. Il favorito resta Mario Draghi, impossibile non vederlo. Ma ancora una volta Silvio Berlusconi calibra la rotta di Forza Italia su un obiettivo di breve periodo. Mentre invece occorrerebbe una visione di lungo periodo per un campo centrista.

Distratto.