Fischi e fiaschi della XII settimana 2022

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XII settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XII settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

FISCHI

MAURIZIO STIRPE

Maurizio Stirpe

Il vicepresidente di Confindustria ha voluto far fare a tutti un salutare bagno di realismo. La guerra in Ucraina, la scarsità e l’aumento del costo delle materie prime, l’incertezza sui mercati internazionali e anche una fase della pandemia che non sembra preludere alla sua scomparsa sono tutti i fattori che impongono riflessioni serie. (Leggi qui Stirpe: “Più salari? Ucraina e gas cambiano l’orizzonte”).

Il costo del lavoro e quindi anche l’aumento dei salari non possono aumentare in un momento in cui la produzione non riesce a decollare. Sarebbe il suicidio economico e finanziario di un Paese e dell’Occidente.

Inoltre Stirpe ha voluto porre l’attenzione sul fatto che mai in precedenza le imprese sono state così sotto pressione. Da sempre abituato a dire le cose come stanno, senza sovrastrutture, Maurizio Stirpe non cerca l’applauso né il consenso. Sono i risultati a parlare. A costo di apparire controcorrente.

Di sostanza.

DE ANGELIS-POMPEO

Francesco De Angelis con Antonio Pompeo

Il leader di Pensare Democratico ha riscoperto l’appellativo di “Cannibale” e in pochissimi giorni ha convinto tutti i big del Pd a candidarsi al Consiglio comunale di Frosinone e raggiunto delle intese con Gianfranco Pizzutelli (Polo Civico) per un’alleanza da Campo largo come quella siglata in Provincia. Accordo pure con Carmine Tucci e Carlo Gagliardi.

Il presidente della Provincia ha rispolverato le comuni origini democristiane per riportare in squadra l’ex sindaco Michele Marini, che può dare un contributo importantissimo.

L’asse De Angelis-Pompeo è diventato ormai un “classico” nel Pd: negli ultimi mesi ha sempre portato fortuna: alle Comunali di Sora come alle Provinciali dello scorso dicembre. Se mantiene questa caratteristica anche Frosinone diventa insostituibile.

Gioco di squadra.

OTTAVIANI-MASTRANGELI

Mastrangeli e Ottaviani

Il sindaco Nicola Ottaviani si prepara a passare il testimone all’assessore al bilancio Riccardo Mastrangeli.

Oggi si celebrano le Primarie del centrodestra per la terza volta consecutiva. Ottaviani ha sempre voluto Mastrangeli come candidato di tutta la maggioranza che lo ha sostenuto nel doppio mandato. Non è stato facile convincere tutti a starci, alla fine però è il risultato che conta. In questa maniera il coordinatore provinciale della Lega potrà indirizzare la campagna elettorale lungo i binari della continuazione del lavoro svolto in dieci anni.

Riccardo Mastrangeli si ritrova alla guida di una macchina potente e rodata. Pronto a metterci il suo valore aggiunto per far segnare un risultato che avrebbe del clamoroso: la terza vittoria consecutiva del centrodestra a Frosinone.

Gemelli del gol.

FLOP

ENRICA SEGNERI

Enrica Segneri

Era tra gli oltre 300 parlamentari italiani che non sono stati presenti alla seduta nella quale c’è stato il collegamento con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

In precedenza l’onorevole Enrica Segneri aveva manifestato i suoi dubbi su questo avvenimento sia perché chiedere la no fly zone equivale a mettere in conto lo scoppio della Terza Guerra Mondiale, sia perché a suo giudizio inviare le armi è una operazione non soltanto sbagliata ma controproducente.

All’interno del Movimento Cinque Stelle in tanti la pensano come lei, nonostante il ministro degli esteri Luigi Di Maio abbia una posizione completamente diversa. Ma nel momento in cui il premier Mario Draghi dà un calcio al cerchiobottismo e alla pavidità che hanno contraddistinto l’azione politica italiana per decenni sui teatri internazionali, chi non è d’accordo dovrebbe perlomeno uscire dalla maggioranza. (Leggi qui La fine del cerchiobottismo italiano).

L’argomento è troppo importante. Altrimenti si resta sul piano delle esercitazioni dialettiche. In ogni caso l’Ucraina è stata invasa e bombardata, mentre la Russia è l’aggressore.

Minoranza chiassosa.

CONTE-SALVINI

MATTEO SALVINI, GIUSEPPE CONTE Foto: © Imagoeconomica, Benvegnu’ e Guaitoli

Il capo politico dei Cinque Stelle (pronto a un passo indietro se verrà votato da una maggioranza risicata del Movimento) e il Capitano della Lega si sono ritrovati dopo la clamorosa frattura del Papeete sulla posizione di opporsi all’aumento delle spese militari.

In realtà si sono ritrovati sulla posizione di non avere la forza e probabilmente la voglia di condannare politicamente Vladimir Putin. Ai tempi del governo gialloverde il numero uno del Cremlino veniva visto come l’interlocutore più affidabile.

Fatto sta che i leader di due delle maggiori forze che sostengono questo governo sono d’accordo perché alla fine l’obiettivo di entrambi è quello di mettere in difficoltà Mario Draghi. Ma la cosa che più di tutte fa riflettere è che entrambi si nascondono dietro la posizione del Papa. 

Abbracciamoci così, senza rancore.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi

Forza Italia sempre più stretta nella morsa di un centrodestra diviso tra Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Matteo Salvini (Lega).

L’investitura estemporanea di Salvini da parte del Cavaliere ha convinto la Meloni che lei deve poter contare soltanto sulla sua forza politica perché né Forza Italia né la Lega le riconosceranno la leadership.

Giorgia Meloni ha risposto facendo capire al mondo che sulla guerra in Ucraina nel centrodestra la posizione maggiormente filo atlantista è la sua. In Forza Italia le parole di Berlusconi hanno scatenato il panico perché in tanti non vogliono essere “annessi” alla Lega. Gli “azzurri” sono sempre più marginali e isolati.

Boomerang permanente.