“Giovà, ma tu con chi stai?” Le commissioni vanno in tilt

Effetto domino di dimissioni e crisi amministrativa a Formia. Le migrazioni in consiglio ridisegnano i numeri della commissioni. Ma l'amministrazione non vuole prenderne atto. Perché non ha la maggioranza per governarle

La non crisi nel Comune di Formia sfiora i risvolti tragicomici. E degni della sceneggiatura di qualche cinepanettone. La conferma è arrivata dall’ultima conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente d’aula Pasquale Di Gabriele per definire gli argomenti della prossima riunione del Consiglio Comunale. Obiettivo fallito. Perché sarà pure una non crisi, nella quale il sindaco Paola Villa non ha più una maggioranza ma gliela garantiscono dall’esterno i suoi alleati appena andati via, ma ora tutti possono reclamare, mettere con le spalle al muro il sindaco. Come è accaduto in occasione della Capigruppo.

La seduta è saltata perché Lega e Udc hanno chiesto preliminarmente una pausa di riflessione. Riflessione sul piano politico, un check per rinnovare le Commissioni. Ritengono che vadano ridisegnate perché non sono più lo specchio delle forze presenti in Consiglio Comunale. Perché nei giorni scorsi c’è stato il passaggio all’opposizione di due consiglieri comunali. Cioè Antonio Capraro di Formia Vinci e di Giovanni Costa di Formia città in comune. (Leggi qui “Ripartiamo” non stacca la spina a Villa. In consiglio la crisi va in stand by).

Capraro lo ha confermato con una Pec, arrivata dopo le sollecitazioni dell’avvocato Pasquale Di Gabriele che nella veste di presidente d’Aula aveva evidenziato come nessuna comunicazione formale gli fosse arrivata. Per lui non c’era alcuna crisi. (Leggi qui Pec e documenti. La crisi formiana alla prova d’aula).

Via già da luglio, perciò si cambia

Pasquale Di Gabriele

Ma ora i due capigruppo Antonio Di Rocco e Erasmo Picano hanno alzato il tono dello scontro. Affermando che «le commissioni devono essere riviste. Perché è nota da quest’estate la posizione politica del consigliere Costa: è finito all’opposizione».

Hanno ricordato che il passaggio all’opposizione del consigliere commercialista era stato ufficializzato dal diretto interessato a luglio. Nel corso di una seduta della commissione Sanità.

«A me non risulta – ha risposto Di Gabriele –. Tant’è che anche a Giovanni ho inviato, su invito del segretario comunale Alessandro Izzi, una Pec per chiedergli la sua nuova collocazione politica».

A ravvivare questo poco qualificante dibattito tra i capigruppo ci ha pensato ancora Di Rocco, della Lega. Davanti ad un imbarazzato presidente Di Gabriele l’esponente del carroccio ha chiamato con il suo telefonino il consigliere Costa. Attivando il vivavoce.

“Con chi stai?”, Costa si smarca

Giovanni Costa

«Giovà, ma si può sapere con chi stai? Di Gabriele dice che attende una risposta ad una sua Pec. E’ vero?». Il consigliere Costa è stato sul punto di provocare in quell’istante un maxi tamponamento sulla Variante Formia a bordo della sua auto.

Si trovava a transitare nei pressi del centro commerciale Itaca quando si è fermato improvvisamente in una piazzola di sosta. Ha impugnato il suo telefonino e, in diretta, ha inviato on the road la Pec che attendeva il presidente Di Gabriele: «Antonio, riferisci che l’ho messo di nuovo per iscritto. Sono un consigliere d’opposizione. Saluti».

Questo chiarimento “on the road” di Costa ha motivato ancora le opposizioni. Motivato a sollecitare il rinnovo delle commissioni di cui facevano parte Capraro e, dunque, Costa. Perché non possono stare lì a rappresentare una maggioranza della quale non fanno più parte.

Chiedono quindi di mettere mano alle Commissioni Lavori Pubblici, Ambiente, Trasparenza, Sanità e Attività produttive. Perché è stato alterato «ora e più che mai» l’equilibrio tra maggioranza e opposizione Equilibrio che, sancito nella prima delibera consiliare approvata dal consiglio comunale nel giugno 2018, prevedeva quote. Per ciascuna commissione cinque rappresentanze alla maggioranza civica e tre alle minoranze.

Melina, moduli e tranelli

Pasquale Di Gabriele, presidente del Consiglio Comunale di Formia

Sul banco degli imputati è finito di nuovo il presidente Di Gabriele. E’ stato accusato di prendere tempo. Di fare melina come avviene nel calcio. Questo anziché ufficializzare la data del prossimo Consiglio con al primo punto dell’ordine del giorno la ricomposizione delle commissioni. «Devo parlare con il segretario generale come procedere», si è giustificato.

I capigruppo Di Rocco e Picano dopo avere proposto l’annullamento della delibera di luglio 2018 che fissava le quote nelle commissioni, hanno deciso di passare ad un modulo più offensivo. Cioè proporre di passare ad un diverso assetto numerico nelle Commissioni: 5 commissari per la maggioranza e 4 per le minoranze.

Di Gabriele ha capito il tranello ipotizzato alla maggioranza sempre più in affanno con i numeri e ha avanzato una contro-proposta: «E se il nuovo rapporto nelle commissioni fosse 4 a 3.

Morale della favola: la conferenza dei capigruppo deve attendere le indicazioni “tecniche” del segretario comunale. E dopo 90 minuti di una prestazione scialba e opaca, si è deciso nulla.

Le conseguenze? Eccole. L’attività amministrativa sarà ulteriormente paralizzata e sino a quando nessuno osa dirlo. La componente “Ripartiamo con voi” aveva garantito, almeno per il momento, un sostegno esterno. E questa, dopo la tragicomica riunione dei capigruppo, si è rivelata una promessa da marinaio. In pratica: il sindaco è in ostaggio.

Marciano e Colella assenti

Claudio Marciano

I rappresentanti di tutte le componenti, della maggioranza e delle minoranze, erano regolarmente al loro posto. Tutti tranne che il capogruppo del Pd Claudio Marciano, impegnato in una sessione d’esame all’università di Torino dove insegna.

Con lui assente anche Dario Colella della lista Costiana della coalizione Villa. Ecco la sua giustificazione inviata i chat sul telefonino del presidente Di Gabriele. «Pasquale non riesco, sto con i bambini, mia moglie sta al lavoro, mia suocera non li può tenere, oggi non riesco». Avrebbe potuto delegare i colleghi di gruppo Ida Brongo e Lino Martellucci ma non avrà il tempo ed il modo di farlo.

E’ tornato invece, a timbrare il cartellino anche il capogruppo di “Formia Con Te”. Vale a dire il cinque volte deputato di Forza Italia Gianfranco Conte. Alcune ore prima avevo rassegnato le dimissioni dall’incarico di presidente della commissione “Controllo e Trasparenza”.

L’ex parlamentare azzurro ha denunciato un «grave sgarbo istituzionale». Quello che – a suo dire – sarebbe stato compiuto dalla responsabile della Polizia locale e trasporti Rosanna Picano. A suo dire la dirigente, sorella del capogruppo Udc Erasmo, «in più occasioni» si sarebbe rifiutata di venire in commissione Trasparenza. E di farlo per esporre le vicende relative all’appalto di servizio inerente la gestione dei parcheggi.

Ariecco Conte, che punta Rosanna

La piccata difesa della Comandante. «Ho risposto all’onorevole che non sono andata alle sue convocazioni perché era decaduto dall’incarico di presidente della commissione Trasparenza. Lo prevede il sesto comma dell’articolo 6 del regolamento del consiglio comunale. La sua commissione non poteva essere più convocata. Non in concomitanza del passaggio all’opposizione del consigliere Capraro».

Tra Conte e Rosanna Picano i rapporti sono gelidi e l’ex sottosegretario le ha reso pan per focaccia: «Insieme al consigliere Martellucci ero riuscito a convincere l’amministrazione a revisionare il regolamento di Polizia Urbana. Era risalente al lontano 1938».

«Abbiamo presentato e sottoposto ai vari uffici un testo di circa 100 articoli. La dottoressa Picano ha presentato una contro bozza con riferimenti legislativi che non mi hanno convinto. Soprattutto il testo presentato dalla dirigente corrispondeva a quello del comune di Vieste sul Gargano. Parola per parola. Dalla prima all’ultima. Ha semplicemente sostituto il nome di questo comune con quello di Formia».

Può bastare?