La delibera sulle indennità ai dipendenti all’ordine del giorno un’ora prima della Giunta mette all’angolo il sindaco De Donatis. A difenderlo resta soltanto l’assessore Paolacci. Alla fine passa ma volano gli stracci.
La riunione di Giunta al Comune di Sora come un decreto Milleproroghe. Cioè quel provvedimento di fine anno del Governo, in cui ci si infila dentro di tutto, anche all’ultimo momento.
E’ un po’ quello che è accaduto martedì 24 novembre in Municipio, provocando la sdegnata reazione dell’assessore ai Servizi sociali Veronica Di Ruscio. Assessore con cui si sono schierati anche i colleghi di giunta Natalino Coletta e Fausto Baratta, quest’ultimo vicesindaco con delega fra l’altro anche al Personale.
A difendere le posizioni del sindaco è rimasta soltanto Maria Gabriella Paolacci, assessore al Bilancio. Il collega responsabile del Commercio, Daniele Tersigni, aveva abbandonato alle 16 per via di altri impegni. Un inciso non di poco conto, visto che la delibera della discordia è stata proprio quella riguardante l’attribuzione delle indennità economiche. Indennità da corrispondere alle posizioni organizzative comunali. Il tutto in base alle performance attestate dalla relazione che ogni anno presenta il Nucleo di valutazione.
Baratta non se sapeva alcunché
Ebbene si. All’ordine del giorno c’erano le indennità economiche ai dipendenti comunali e l’assessore al Personale Baratta non ne sapeva alcunché. Non c’è stato il tempo di leggere le carte. Perché è vero che ormai da qualche tempo i componenti dell’Esecutivo del sindaco Roberto De Donatis non si presentano alla cieca. Ricevono prima una Pec con allegate tutte le bozze di delibera all’ordine del giorno. Tuttavia questa volta il margine di tempo a disposizione sarebbe stato troppo basso.
C’era stata una prima convocazione, rigorosamente da remoto, per venerdì 20 novembre con 11 punti all’ordine del giorno. Che già di per sé è tanta carne al fuoco. Del resto l’Esecutivo, complice anche l’emergenza Covid, non si riuniva da un bel po’.
Poi la seduta era slittata, causa impedimenti da parte di alcuni assessori, proprio a martedì 24 novembre. Era stata convocata per le ore 16, sempre da remoto.
Integrazione in giunta solo alle 15
Dunque la seduta era stata convocata a partire dalle 16. Ma soltanto alle 15, un’ora prima, arriva dalla Segreteria comunale un’integrazione all’ordine del giorno con altri 5 punti. Fra i quali appunto la delibera sulle performance e le relative indennità da corrispondere alle varie posizioni organizzative. Così come previsto dalla Legge Bassanini.
Logica conseguenza è stata che gli assessori non hanno avuto il tempo di leggere le carte. Complici anche le difficoltà che conseguono alle sedute da remoto.
Nel Palazzo comunale c’erano soltanto il sindaco, nel suo ufficio di Gabinetto. Poi l’assessore Paolacci, allocata nella postazione Pc sul corridoio antistante gli uffici di Segreteria e la stanza del primo cittadino. Infine la segretaria comunale che, munita di tablet, avrebbe fatto la spola fra l’assessore e il sindaco. Tutti gli altri a casa. E comunque collegati da remoto.
L’assessore di Ruscio alza la voce
Ad esternare tutto il proprio dissenso è stata dapprima proprio Veronica Di Ruscio, l’assessore al Welfare. Già in passato si era scontrata con il primo cittadino: era accaduto sul metodo di gestione degli aiuti alimentari per la precedente emergenza Covid di fine marzo 2020. A Di Ruscio in un attimo si sono affiancati anche il vicesindaco e assessore al ramo Baratta e l’assessore Coletta. Entrambi hanno sposato la linea dell’assessore ai Servizi sociali.
Linea secondo cui le pesature delle varie posizioni organizzative (termini tecnici per indicare le valutazioni a cui poi corrisponde un’indennità in denaro) non sarebbero state equilibrate. E secondo cui alcuni responsabili di servizio che fanno capo al suo Assessorato sarebbero stati trattati male.
A difendere il sindaco, messo nettamente in minoranza nel suo Esecutivo, è rimasta soltanto la dottoressa Paolacci.
Giunta al Milleproroghe
Troppo tardi per fare qualsiasi cosa. I termini stanno per scadere, la Delibera di Giunta va approvata. Ma gli assessori hanno contestato il ritardo con cui sono stati forniti gli atti. Fra cui anche la relazione del Nucleo di valutazione.
Qualcuno spiega che la relazione del Nucleo è arrivata in ritardo. Qualcun altro invece fa notare che la stessa relazione risale alla fine di ottobre. Altro che ritardo. Le date sugli atti parlano chiaro. E nel frattempo nemmeno l’assessore al Personale ha avuto la facoltà di visionarla.
I tempi stringono e il sindaco De Donatis riesce ad ammorbidire le posizioni. In sostanza avrebbe fatto capire a Di Ruscio che «se non passa questa delibera te la vedi tu con i dipendenti che non potranno avere le loro indennità».
Dopo un lungo tira e molla il documento amministrativo è stato votato. Tuttavia i testimoni parlano di animi accesi fra il primo cittadino e l’assessore del gruppo Forza Civica. Un po’ come era accaduto alla fine di marzo. Allora la riunione era in presenza e le urla si erano sentite bene nel Palazzo. Stavolta a mitigare un po’ i toni del diverbio ha contribuito il collegamento da remoto. (leggi qui Mezzogiorno di fuoco sui buoni spesa: scontro sindaco – assessore. Poi il chiarimento).
L’ira del sindaco e l’aria pesante
Dunque alla fine la delibera è stata votata. Ma fonti di Palazzo descrivono un sindaco molto adirato nei confronti dell’assessore Di Ruscio. Adirato perché lo ha messo in difficoltà trascinando dalla propria parte anche la maggioranza della Giunta municipale.
Intanto in Municipio si inizia a respirare un’aria pesante. Un clima dettato dai diversi obiettivi che si stanno ponendo i vari componenti della maggioranza De Donatis, molti dei quali rischiano di andare in fumo.
C’è chi lavora a un progetto civico con il capogruppo della Lega Luca Di Stefano (oggi in opposizione). Si vedano Fausto Baratta e Francesco De Gasperis. Progetto al quale il sindaco ha accusato di lavorare anche il consigliere Alessandro Mosticone. Consigliere che, boicottando la riunione di maggioranza prima del voto sul Bilancio aveva mandato in bestia il primo cittadino. (leggi qui Bilancio, passa ma Mosticone tiene tutti col fiato sospeso).
C’è poi chi lavora per un Centrodestra unito, con De Donatis ricandidato soltanto se si fa la tessera di Partito. Si vedano Fratelli d’Italia. (Leggi qui Ad un passo dalla rottura: il tavolo del centrodestra trema)
E c’è il sindaco che potrebbe mettere in campo una mossa a sorpresa: spiazzando il centrodestra e mettendolo di fronte alle proprie divisioni interne. Dopotutto, fu così che 5 anni fa riuscì a creare la Piattaforma Civica con la quale arrivò al ballottaggio. E alla vittoria.