Il consiglio provinciale di Frosinone missing senza action

Riunioni con il contagocce, logica da cda, assenza completa di discussioni su temi di attualità. Tra pochi mesi si va al rinnovo, ma nessuno si pone il problema di potenziare l’organismo elettivo.

Che fine ha fatto il Consiglio provinciale di Frosinone? Viene convocato sempre più con il contagocce. L’ente è sì di secondo livello, ma insomma, si potrebbe perlomeno provare a dare la sensazione che gli eletti esercitano un ruolo. Il presidente Antonio Pompeo ha quasi tutte le competenze. Infatti non ha bisogno dell’Aula per deliberare e procedere.

Sul delicato tema della Scuola i consiglieri delegati Massimiliano Quadrini e Alessandra Sardellitti hanno fatto quello che dovevano: lo dicono i numeri della riapertura post lockdown, tutti gli istituti superiori pronti ed i due in didattica mista (presenza/distanza) lo hanno fatto per scelta e non per carenza di aule. (Leggi qui La prima campanella slitta in quasi tutta la Ciociaria).

Allo stesso modo, sul tema della Cultura il vice presidente Luigi Vacana continua a riuscire ad organizzare eventi praticamente senza soldi.

Alessandra Sardellitti

Ma il consiglio continua a restare sullo sfondo, marginale, ininfluente. L’altro giorno una riunione dopo diverso tempo per i Capigruppo, fra qualche tempo ci sarà una convocazione sporadica del Consiglio su urgenze burocratiche. E basta.

E i Partiti? Tacciono tutti

Di dibattito politico neppure a parlarne, anche se non mancano i temi. Forza Italia e Lega magari vorrebbero chiedere conto a Fratelli d’Italia. Conto dell’asse di fatto con Antonio Pompeo, che resta un esponente importante del Partito Democratico. Il secondo livello dell’ente c’entra poco.

Tace pure Italia Viva, rappresentata da Germano Caperna, il quale probabilmente è perfino stufo di ricoprire un ruolo che non riesce ad esercitare come vorrebbe.

L’emergenza Covid ha tante sfaccettature. E poi ci sono tematiche economiche importanti che possono riguardare l’intera Ciociaria. Anche per quanto riguarda eventuali progetti per cercare di intercettare i finanziamenti del Recovery Fund. Magari di intesa o di supporto ai Comuni. Invece niente: il consiglio provinciale si riunisce ogni tanto. Le sedute durano meno di trenta minuti, si approva l’ordinaria amministrazione. E tutto finisce lì.

Il Consiglio Provinciale eletto nel 2019

Tra qualche mese ci saranno le elezioni per rinnovare i 12 consiglieri. Magari alcuni verranno riconfermati, mentre altri proveranno ad essere eletti per la prima volta.

Ma è arrivato il momento per tutti di decidere se provare, perlomeno provare. A far cosa? A rendere più importante e ascoltato l’intero Consiglio.

Altrimenti così si andrà avanti nella logica di un consiglio di amministrazione. Senza politica.