Il Pd torna davanti ai cancelli Fca: tomba e resurrezione del Partito

Il Pd torna davanti ai cancelli Fca. Ma gli operai non lo abbracciano. Storia di un amore interrotto. La vertenza diventa nazionale. Delrio annuncia una mozione. C'è anche Martina. Lettera di Zingaretti a Conte.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

L’alfa e l’omega, la fine e l’inizio: sono nello stesso luogo per il Partito Democratico. I cancelli dello stabilimento Fca Cassino Plant sono come il sepolcro di Giuseppe d’Arimatea: dove venne deposto Cristo e dove risorse dopo tre giorni.

Che i cancelli Fca siano stati il sepolcro del Pd è evidente: perché da lì il Partito è scomparso, con la scusa che la classe operaia non esisteva più. A certificarne il trapasso oggi sono stati gli operai: che nel cambio turno del primo pomeriggio hanno insultato la delegazione Pd impegnata a manifestare lì davanti contro Ecobonus ed Ecotassa.

Tolto il caso estremo dell’uomo uscito con la bandiera della Lega di Salvini, chi ha gridato contro il Pd sono i suoi ex elettori. Delusi per il jobs Act e la mancata demolizione della legge Fornero. Perché hanno percepito per anni il Partito come distante da loro e dai loro problemi. Ècco perché quella è la tomba del Pd.

De Angelis consegna i volantini

Poco importa che a dare i volantini ci fosse Francesco De Angelis, l’uomo con una carriera tra Italia ed Europa ed impegnato come il ragazzino di Sezione insieme al deputato Claudio Mancini. «Dove siete stati per dieci anni?» gli hanno domandato senza pietà i lavoratori più anziani. «Siete tornati qui ora che avete bisogno di noi?».

Molti sfilano senza fermarsi. E non è colpa né del freddo gelido né della pendola che sta per scattare con l’orario di inizio lavoro. Da queste linee escono Giulia e Stelvio che stanno tenendo a galla i conti del Gruppo. «No, non verranno colpite dalla tassa» assicura qualcuno senza nemmeno voltarsi. Non la pensa così Mike Manley il big boss che ha preso il posto di Sergio Marchionne: l’altra settimana ha annunciato che sarà costretto a rivedere il piano di investimenti 5 miliardi «a causa del mutato scenario in Italia».

Un tempo Fiat era i suoi operai e gli operai erano la Fiat. Ora c’è amarezza per quei duemila posti di lavoro promessi con troppa facilità da Matteo Renzi e finiti con 532 ragazzi mandati a casa dalla sera alla mattina. Sarebbe bastato dire la verità, dirla subito.

Se Fca oltre al sepolcro sarà anche il luogo della Resurrezione per il Pd lo dirà la strada che il Partito imboccherà nelle prossime settimane. Se saprà fare tesoro di quelle grida di rabbia e delusione alzate da una classe operaia che invece esisteva e soffriva. E non vedeva il Pd al suo fianco.

Il Partito Democratico lo sa e lo ha capito. Non è un caso che tutti i candidati alla Segreteria Nazionale Dem ora parlino di un Pd che deve rigenerarsi e ritrovare se stesso.

Vertenza nazionale

Non è un caso soprattutto che a Cassino il Partito sia venuto ad annunciare che la vertenza Ecobonus ed Ecotassa diventa da oggi un caso nazionale. C’è l’ex ministro delle riforme e oggi capogruppo a Montecitorio Graziano Delrio, c’è l’ex segretario Maurizio Martina oggi impegnato per la corsa verso le Primarie.

Graziano Delrio annuncia che alla Camera dei Deputati è stata presentata una mozione con cui il Pd chiede di rinviare la data di applicazione del provvedimento. Esattamente come hanno sollecitato l’altro giorno i 21 sindaci di centrosinistra e centrodestra riuniti nella Sala Restagno del Comune di Cassino. (leggi qui Fca, i sindaci scavalcano i parlamentari e scrivono al ministro) In maniera trasversale: non a caso, davanti ai cancelli c’erano anche il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi ed il sindaco e consigliere provinciale Anselmo Rotondo, entrambi di Forza Italia.

C’è imbarazzo per la presenza di Martina: tutti i big locali temono che qualcuno scatti una foto che li ritragga vicino al candidato Segretario. Qui sono tutti per Nicola Zingaretti, il Governatore è al 91% nella corsa per diventare il timoniere nazionale Pd (leggi qui Convenzione Pd verso la fine: Zingaretti supera il 50% ed a Frosinone è al 91%) . Ma Maurizio Martina è una persona corretta: non prende la parola. Prima della conferenza stampa tenuta al San Germano dice «C’è il capogruppo Graziano Delrio, parla lui per tutti i deputati Pd presenti». Vecchia scuola.

Zingaretti scrive a Conte

Nicola Zingaretti è appena rientrato dal Piemonte dove ieri ha tenuto la tappa del suo tour. (leggi qui Zingaretti nella neve porta il nuovo Pd anche in Piemonte) Prende carta e penna e scrive al premier Giuseppe Conte.

Gli fa notare che Ecotassa ed Ecobonus sono state introdotte «senza alcuna forma di concertazione e senza una visione industriale sul settore». Ha espresso la sua viva preoccupazione «per le possibili conseguenze sul comparto Automotive». Evidenzia che il settore «rappresenta per tutto il sud della provincia di Frosinone e per l’intero Lazio un settore fondamentale, in termini di sviluppo, export e occupazione». Perché se si tolgono le cifre legate all’Automotive ed al Chimico (le plastiche che servono per realizzare le auto) i conti del Lazio sono in rosso. Ci tiene in piedi l’export ed all’estero ci vanno quei prodotti.

Zingaretti fa notare che il Gruppo Fca «ha annunciato una revisione al ribasso degli investimenti e conseguenze molto pesanti sulla produzione negli stabilimenti sul nostro territorio. Un rischio che credo sia interesse comune evitare a tutti i costi». Ricorda gli investimenti fatti dalla regione Lazio con la legge 46. Invita a «perseguire una strada alternativa a quella scelta dal Governo, concertando con l’azienda scelte che premino l’innovazione verso modelli ecosostenibili, senza tasse improvvise e misure drastiche che mettono a rischio lo sviluppo industriale e l’occupazione».

Manzella ed il punto di equilibrio

A rappresentare la regione Lazio c’è l’assessore allo Sviluppo Economico Gian Paolo Manzella. Anche per lui «Il punto è chiaro. Dobbiamo evitare che scelte in se’ ‘giuste’, come quella di promuovere automobili sempre piu’ sostenibili, abbiano implicazioni gravi per un settore strategico per la nostra economia come quello dell’auto».

Chiede «scelte politiche che non siano fatte ‘in provetta’ ma condotte nel confronto con gli operatori del settore e con attenzione alle conseguenze concrete sul tessuto produttivo e sulle scelte di investimento di FCA. E chiediamo anche, in caso, margini di gradualita’ nell’implementazione delle misure. Si facciano quindi scelte senza ideologismi e superficialita’, si valutino le ricadute e si dia a FCA il tempo necessario per completare gli investimenti e arrivare a essere competitiva sui segmenti dell’auto ‘sostenibile’».

Buschini ed i nemici di chi investe

Nei prossimi giorni Marino Fardelli, segretario cittadino del Pd di Cassino si confronterà con il coordinamento nazionale delle sezioni che si trovino in città sede di stabilimento Fca o indotto automotive. Vogliono l’incontro con il ministro. «Perché il problema è nazionale e non dei singoli stabilimenti, basta con questa disintermediazione».

Il capogruppo Pd in Regione Lazio Mauro Buschini, insieme al consigliere Sara Battisti ed al dirigente provinciale Ermelinda Costa stanno vicino ad alcuni pensionati: sono operai Fiat che hanno fatto le manifestazioni del 1978 – 80.

«Doveva essere un provvedimento contro l’inquinamento ma mi sembra che porterà pochi benefici e ad un costo molto alto. Sarebbe bastato sostenere una robusta rottamazione spingendo a comprare i moderni motori Euro 6D varati ad ottobre per ottenere risultati ben più consistenti. Ciò che mi preoccupa è l’approssimazione e la superficialità con cui si sta agendo. Questo governo dà l’impressione di essere nemico di chi investe in Italia».