La bonifica della valle del Sacco? Merito mio. No è il mio

Lo sprint alla bonifica della Valle del Sacco è dovuto al commissariamento voluto dal Pd o alle pressioni di Fratelli d'Italia? Secondo il consigliere dem Buschini "parlano i fatti". Da Ceccano, però, Caligiore e Del Brocco non mollano la presa

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

L’attacco è duplice e su tutta la linea. Da Ceccano il sindaco Roberto Caligiore e l’assessore all’ambiente Riccardo Del Brocco, esponenti di FdI, tirano al bersaglio preferito: il consigliere regionale del Pd Mauro Buschini, già assessore ad Ambiente e Rifiuti e presidente del Consiglio nella Regione Lazio doppiamente guidata da Nicola Zingaretti. In ballo c’è la primogenitura dell’accelerata alla bonifica della Valle del Sacco.

Buschini viene attaccato facendo leva anche sul Festival dell’ambiente. Oltre che sui ritardi delle bonifiche nel Sito di interesse nazionale Bacino del fiume Sacco. Tutto il repertorio.

A rinfiammare lo scontro dialettico tra Fratelli d’Italia locali e Pd regionale, però, è stato l’annuncio fatto ieri. Quello dell’approvazione dei primi nove progetti di caratterizzazione e messa in sicurezza della parte ciociara della Valle del Sacco.

Il Pd la propone come un’accelerazione. Ottenuta grazie alla nomina del commissario Bonsignore. Anche e soprattutto perché entro fine anno bisogna passare dalle parole ai fatti: altrimenti i fondi ministeriali non saranno più utilizzabili. Fratelli d’Italia, invece, ritiene che il commissariamento sia stata un’ammissione di fallimento. E che le tanto attese bonifiche siano frutto del pressing esercitato dal Partito della Meloni in seno al Consiglio regionale.

Buschini: «Parlano i fatti»

Mauro Buschini durante il Festival provinciale dell’ambiente

Stando all’ultimo cronoprogramma si dovrà terminare il piano entro il 2023. Che è poi l’anno delle prossime Elezioni Regionali. E, ovviamente, è sempre campagna elettorale. Buschini, davanti agli ennesimi attacchi, lascia «parlare i fatti – si limita a replicare -. Il tempo delle chiacchiere e delle polemiche è finito».

Tra i primi storici interventi ci sono quelli presso le ex Olivieri, Europress e Vita Mayer di Ceprano: 4.3, 738 mila e 773 mila euro. Poi le ex Snia-Bpd e Annunziata di Ceccano: 1.4 milioni e 997 mila euro. A ruota l’ex Deposito Munizioni dell’Esercito Italiano ad Anagni (2.9 milioni), la Cartiera di Ferentino (2.4 milioni) e i Ponti della Selva di Paliano (578 mila). In aggiunta il monitoraggio delle acque per uso domestico nell’intera Valle: 578 mila euro. In tutto fanno oltre 14 milioni e mezzo di euro.

E, visto che sono ormai prossime le elezioni amministrative nel Capoluogo, è bene far sapere che “la Direzione – ha avvisato Buschinista predisponendo il progetto inerente l’intervento sulla discarica di via Le Lame a Frosinone. Nei prossimi giorni tutto il pacchetto progettuale verrà inviato alla centrale acquisti per la pubblicazione della gara».

Bonifiche attese da decenni

Un divieto nella Valle del Sacco

Nella provincia di Frosinone le bonifiche si attendevano ormai da 12 anni: tra stanziamenti, promesse, slittamenti, manifestazioni, proteste, paure generalizzate per la salute. Si aspettavano da quando l’allora presidente della Regione Renata Polverini estese lo stato di emergenza ambientale e socioeconomica fino a Falvaterra. In precedenza, nel 2005 (17 anni fa), il predecessore Piero Marrazzo l’aveva dichiarato tra Colleferro e Ferentino-Supino. A Colleferro era partito, si è arrestato ed è poi ripartito il disinquinamento dell’area industriale. Si era fermato tutto lì.

Marrazzo e Polverini, centrosinistra e centrodestra, hanno svolto entrambi il ruolo di commissario per l’emergenza tra le province di Roma e Frosinone. Tra il 2013 e il 2014 la Regione Lazio ha dovuto presentare e vincere un ricorso contro il Ministero dell’Ambiente per far ridiventare nazionale il Sito di interesse regionale: di competenza statale, anche e soprattutto a livello di finanziamenti.

E vanno ricordati il Comune di Ceccano e l’associazione Retuvasa – Rete per la tutela della Valle del Sacco – che si erano uniti alla battaglia legale contro il declassamento disposto dal Ministero nel 2006. Allora, per chiudere il quadro, l’amministrazione comunale era guidata dalla sindaca di centrosinistra Manuela Maliziola. Dal 2015, salvo un anno di commissariamento prefettizio, il suo successore di FdI Roberto Caligiore. Dal 2020, in seno alla Giunta Caligiore 2, è assessore all’ambiente Riccardo Del Brocco.

Toni aspri, da destra nuda e pura: a cui Buschini preferisce spesso non replicare invitando al bon ton istituzionale.

Il Pd si prende i meriti

Massimiliano Valeriani (Foto: Paola Onofri / Imagoeconomica)

Il consigliere regionale Buschini, ex assessore ai Rifiuti ed ex Presidente del Consiglio regionale, ha ovviamente rivendicato i meriti dell’accelerata verso la bonifica della Valle del Sacco. L’ha proposto lui il commissariamento. «Ne avevo dato riscontro durante il Consiglio regionale straordinario sulla Valle del Sacco – ricorda il democrat ciociaro -. Dunque prosegue il lavoro tecnico secondo il cronoprogramma».

«Siamo al giro di boa tanto atteso. – esulta – Completiamo un lavoro tanto complesso quanto lungo e silenzioso, mesi di lavoro che hanno visti impegnati l’Assessorato regionale e la Direzione». Ovvero, da ultimi, l’assessore regionale al Ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani e il direttore al ramo Andrea Rafanelli. E conclude così: «Questa è l’amministrazione regionale che ha maggiormente e concretamente lavorato sull’annosa questione della bonifica della Valle del Sacco». Questo è innegabile: prima, da una parte e dall’altra, c’è stato il vuoto.

Nel Consiglio regionale straordinario sulla Valle del Sacco, voluto da FdI e svoltosi oltre un mese fa, Buschini aveva sentito parlare di “mostro ambientale” e aveva detto di andarci piano con le parole. «Questo territorio presenta problemi ambientali importanti, ma non vedo la mia terra come è stata descritta in alcuni interventi che mi hanno preceduto», ha dichiarato Buschini dopo l’allarme lanciato dai consiglieri di centrodestra.

Buschini: «Piano con le parole»

Mauro Buschini

Così Buschini: «La nostra è sicuramente una terra con problemi, ma è anche una terra ricca di elementi di pregio.  Mi permetto di ricordare che la questione della Valle del Sacco, la troviamo in una interrogazione parlamentare del 1955 e ad oggi questa è l’amministrazione regionale che si è adoperata per la Valle del Sacco». E ci sono due grosse parentesi da aprire.

A 17 anni dal latte contaminato da betaesaclorocicloesano a Gavignano sono ormai in via di lancio, tra l’altro, le analisi dei terreni delle ex aree industriali e delle aree ripariali entro centro metri dal fiume Sacco. Come fatto per la qualità del latte prodotto negli anni nella Valle, si punta ad accertare se siano o meno contaminati e da cosa.

Poi, se risulteranno inquinati, si procederà eventualmente alla Messa in sicurezza d’emergenza (Mise): la riduzione se non la totale eliminazione del potenziale inquinamento. Cosa dice Buschini? «Di non parlare più della Valle del Sacco come della Valle dei veleni». Altrimenti non si può più parlare di turismo e gastronomia. Quindi è davvero bene dosare le parole.   

Buschini, in seconda battuta, ha voluto rendere onore al compianto Senatore del popolo Angelino Compagnoni. Era il 21 settembre 1955 e l’allora deputato ceccanese del Pci stava per compiere 34 anni.

Angelino, Romano e Massimo

Il senatore Angelino Compagnoni

Compagnoni indirizzò un’interrogazione al ministro democristiano Emilio Colombo: «Per sapere – scrisse Compagnoni oltre 66 anni fa – se non ritenga necessario intervenire con urgenza per impedire che la società Bomprini Parodi Delfino continui a far defluire sul fiume Sacco acidi e altre sostanze nocive. Che non solo hanno pressoché distrutto il notevole patrimonio ittico nel tratto da Colleferro in avanti. Ma rappresentano un danno enorme per lo stesso patrimonio zootecnico, soprattutto dei comuni di Sgurgola, Ferentino, Supino, Patrica, Ceccano, Castro, Pofi ecc». È di fatto la prima bozza di perimetrazione del pluriperimetrato Sito di interesse nazionale.

A Ceccano, ovviamente, c’è una sfida epocale tra giganti: quella tra il comunista Compagnoni e il missino Romano Misserville, venuti a mancare rispettivamente nel 2018 e nel 2021. Dagli ambienti di centrodestra, logicamente, preferiscono ricordare la famosa maschera antigas che il senatore Misserville indossò a Palazzo Madama il 30 luglio 1987. Lo fece per denunciare il degrado ambientale della Valle del Sacco.

Non lo fece di certo un giorno qualunque: durante la presentazione del premier Giovanni Goria, con tutte le telecamere addosso. In un’intervista Misserville ammise di aver votato per il suo successore politico: il senatore e leader provinciale di FdI Massimo Ruspandini. È lui che ora porta in aula il grido di battaglia degli eredi di Alleanza Nazionale: «Guerra ai nemici della nostra terra», indicando tanto gli inquinatori seriali quanto il Pd regionale.

E ricordando, nel quadro delle proteste anti inquinamento, la “Manifestazione della camionetta” del 2009 in tenuta antigas di AN e Azione Giovani sotto al Comune retto dal centrosinistra. Tra i presenti gli odierni senatore Ruspandini, sindaco Caligiore e assessori Riccardo Del Brocco e Ginevra Bianchini. A suo tempo gli uni consiglieri di opposizione e gli altri giovanissimi esponenti del movimento giovanile. Bianchini non aveva nemmeno diciotto anni. Da contestatori ad amministratori da ormai sette anni.

Caligiore: «Giro di boa? Finalmente!»

Il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore

«Apprendiamo con piacere che il consigliere Mauro Buschini, ha terminato il periodo di “decantazione” e di basso profilo a seguito della figuraccia del “Caso Allumiere” che lo aveva costretto a dimettersi da presidente del consiglio regionale del Lazio», esordisce così il sindaco di FdI Roberto Caligiore, con l’affaire Concorsopoli. Ma Buschini, che ci aveva messo la faccia, stavolta non ha proprio la minima voglia di discuterne. (Leggi qui Caligiore bis: «Arroganza del potere? No, pragmatismo del centrodestra unito»).

Poi, in un sol fiato, scatta la demolizione del passato operato di Buschini in materia di ambiente e rifiuti: «Il consigliere del Partito Democratico – si scaglia Caligioreche può vantare nel suo “curriculum ambientale” ben pochi risultati durante il suo mandato regionale da assessore e qualche sterile e inutile festival ambientale in Comuni amministrati dal centrosinistra, torna a parlare di ambiente per annunciare che l’assessorato regionale ai rifiuti ha approvato i progetti inerenti la bonifica del Sin Sacco, atti propedeutici al bando di gara per l’affidamento dei lavori, parlando di giro di boa tanto atteso».

Con un «Finalmente!» Caligiore accoglie l’approvazione dei due progetti ceccanesi: oltre due milioni di euro per bonificare due grandi Ex di Ceccano. Si parla dell’area della già industria bellica e poi chimica Snia-Bpd, che si trova all’interno del Monumento naturale regionale di Bosco Faito. E dell’ex saponificio Annunziata, che alla città di Ceccano diede tanto dagli anni Quaranta e tolse altrettanto dopo la sua chiusura nel 1997. Sono in mano a due curatori fallimentari che da anni cercano di far quadrare i conti e rendere appetibile la loro vendita. Ma come si fa a vendere qualcosa è potenzialmente inquinato?

La responsabilità dell’inquinamento

Una celebre schiumata nel fiume Sacco, dovuta a tensioattivi

C’è poi il fatto che le bonifiche dovrebbero essere effettuate dal responsabile dell’inquinamento. Ed è da qui che partono lunghi tempi burocratici, perché ovviamente non è detto che lo sia l’ex proprietario né tantomeno il curatore fallimentare. Allora la Regione subentra, bonifica e manda il conto a casa del curatore: e non è che sia una procedura veloce. Anche perché l’Arpa Lazio, l’Agenzia regionale che deve effettuare le analisi, è sotto organico.

Nel migliore dei modi finisce che la Regione riscatta il bene privato e diventa pubblico: non le puoi restituire i contributi anticipati e allora sconti con la cessione al patrimonio pubblico o con i proventi della vendita.

Potrebbe di certo accadere anche nelle ex Snia-Bpd e Annunziata: l’una all’interno del monumentale polmone verde ceccanese e l’altra nella storica zona del Ponte sul fiume Sacco. E non mancano già di certo progetti promossi da politica e cittadinanza attiva per la riqualificazione delle due aree. Che ad oggi, però, restano pur sempre private. 

Tutto in mano al Pd

Massimo Ruspandini

«Da ormai troppi anni, insieme e grazie al senatore Massimo Ruspandini, denunciamo il totale abbandono di questa valle da parte del centrosinistra che governa ininterrottamente ormai da troppo tempo Regione, Provincia e tutti quegli enti intermedi che gestiscono l’ambiente», va avanti Caligiore. Chiaro: la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone e il Consorzio industriale del Lazio sono in mano al Pd. «L’ambiente e il risanamento della Valle del Sacco sono stati sempre in cima alle agende di entrambe le mie consigliature – dichiara Caligiore -. Sono anni che, come FdI e Amministrazione Caligiore rappresentiamo una spina nel fianco dell’amministrazione Zingaretti». Altrettanto chiaro: gli unici all’opposizione, mai con il Pd.

«Voglio ricordare al consigliere Buschini che noi non abbiamo mai abbassato la guardia, con lettere, manifestazioni, richieste di incontri e commissioni. A gennaio scorso, grazie al gruppo regionale di Fratelli d’Italia, è stato convocato il tanto invocato Consiglio Regionale Straordinario sulla questione ambientale della Valle del Sacco, che poi si è tenuto il 9 febbraio alle 10», rammenta Caligiore ringraziando i consiglieri regionali di FdI: Giancarlo Righini, Chiara Colosimo, Antonello Aurigemma, Massimiliano Maselli, Fabrizio Ghera e Sergio Pirozzi.

Vale a dire: se c’è stata un’accelerata non è grazie al commissariamento per la bonifica ma alle pressioni esercitate da FdI sul Pd affinché la Valle venisse bonificata.

Se non vedo non credo

«Tutti siamo consapevoli della gravità ambientale in cui versa la Valle del Sacco – aggiunge il sindaco di Ceccano -. Eppure Zingaretti ed i consiglieri regionali del Partito Democratico non ne hanno mai chiesto la convocazione, anzi, hanno continuato a far costruire impianti che trattano rifiuti nella nostra valle ormai martoriata e satura». Propriamente: la Regione Lazio si occupa del rilascio delle autorizzazioni ambientali ai progetti di realizzazione di insediamenti privati.

«Ora siamo al giro di boa, come dice Buschini? – conclude CaligioreCe lo auguriamo, visto che la bonifica tanto pubblicizzata, al punto da far scendere a Frosinone proprio Zingaretti e l’allora ministro Costa per firmare in Prefettura il protocollo d’intesa, ancora non è iniziata: era marzo del 2018 ed i lavori dovevano partire entro 6 mesi! Caro Buschini, speriamo di essere davvero al giro di boa. Noi abbiamo soffiato vento sulle vele della Regione continuamente. Ora attendiamo la barca sulla riva. Speriamo di non dover attendere ancora troppo». Come il santo incredulo Tommaso: se non vedono, non credono. E sempre che il prossimo anno ci sono le Elezioni regionali.

Del Brocco: «Ma che festeggiate?»

L’assessore Del Brocco e i consiglieri regionali Buschini e Battisti

«Non riusciamo a comprendere l’entusiasmo di Mauro Buschini che di fatto certifica che ci sono voluti più di quattro anni e chissà quanti ce ne vorranno ancora per dare seguito a quello che era stato deciso nel 2018 davanti al Prefetto di Frosinone e ai sindaci, dal presidente Zingaretti».

L’assessore Riccardo Del Brocco, leader della Grande Ceccano in quota FdI, non ci sta: quattro anni fa si era detta una cosa, poi un’altra, poi un’altra ancora. Come il sindaco Caligiore pensa che il Pd regionale non riuscirà a portare a termine il piano entro i termini prestabiliti.

«Festeggiare per quattro anni di ritardo mi sembra assurdo – sferza Del Brocco -. Oggi soprattutto che subiamo l’ennesimo commissariamento per la Valle del Sacco che palesa il fallimento di questi otto anni alla Regione del presidente Zingaretti per ciò che concerne le politiche ambientali, soprattutto nei nostri territori».

Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto

FdI sulla passerella sul fiume Sacco

Da una parte il bicchiere mezzo pieno del Democrat Buschini: non è la Valle dei veleni, è una terra meravigliosa sicuramente con seri problemi da risolvere. Ed ai quali finalmente si è messa mano in modo concreto.

Dall’altro quello accentuato, come dal primo cittadino di Ceccano, dall’assessore comunale all’ambiente: «Territori che subiscono un inquinamento importante e a cui la politica del centrosinistra di questi anni non è stata in grado di dare mezza risposta».

In conclusione, tra l’altro, la demolizione del Festival provinciale dell’ambiente: «Il “Festival delle sciocchezze” creato da Buschini fortunatamente è stato stoppato perché rappresentava davvero qualcosa di poco rispettoso per i cittadini». Del Brocco dice che «Caligiore fa bene a stigmatizzare questo rinnovato entusiasmo di Buschini poiché, per il centrosinistra, la voce Valle del Sacco è un fallimento totale».

E, dopo il sindaco, ringrazia il presidente provinciale di FdI: «Se non fosse stato per il senatore Ruspandini e per i nostri sindaci, la vergogna della Valle del Sacco non sarebbe mai arrivata sulle scrivanie della Regione Lazio che continua a dimostrarsi sempre sorda e inefficace». In altre parole: se non fosse stato FdI, non ci sarebbe stata l’accelerata.

Sempre che nel 2023, al di là della rilevante tematica, si terranno le Elezioni regionali. Ed è pur sempre campagna elettorale.