La lezione di Latina per Ottaviani e Ruspandini

Il caso della candidatura di Zaccheo a Latina manda due segnali chiari a Frosinone. Uno per Ottaviani ed uno per Ruspandini. Alleati ma in competizione. Soprattutto per la scelta del loro candidato unitario

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il tormentato percorso che ha portato alla scelta di Vincenzo Zaccheo come candidato sindaco del centrodestra alle elezioni Comunali di Latina manda un chiaro segnale a Frosinone. Che quella strada dovrà percorrerla tra un anno. È un segnale che non piace affatto al coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani. E che allo stesso tempo conferma i dubbi sollevati fino ad oggi dal presidente provinciale Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini. (Leggi qui Tanto tuonò che piovve: Zaccheo è il candidato).

Il percorso tormentato

Vincenzo Zaccheo

La difficoltà nell’individuare il candidato sindaco a Latina è il risultato dei veti incrociati. Figli a loro volta di una mancata pianificazione. I big di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno giocato la partita alla nuova maniera: allungando l’azione il più possibile per poi rinviare all’ultimo momento il tiro a rete.

All’ultimo momento per giocare sulla pressione dettata dall’emergenza. Per avere in mano quanti più assi possibile da calare per rivendicare la scelta: il sondaggio più recente, il quadro delle candidature negli altri Comuni della Provincia, la scelta del candidato su Roma… Tutti elementi in grado di poter condizionare la discussione.

In realtà è stato proprio questo metodo di gioco ad esasperare la scelta finendo con il generare l’impressione di un’alleanza tenuta in piedi solo dalla ‘necessità‘, litigiosa e piena di rancori. Pronti a riesplodere in caso di vittoria e di approdo al governo della città.

Il nuovo che non avanza

Claudio Fazzone, Nicola Calandrini e Claudio Durigon

È un ‘nuovo che non avanza‘ e non si fa strada. Non per l’età anagrafica di Vincenzo Zaccheo che è l’unica carta credibile rimasta al centrodestra per realizzare una coalizione. Non avanza per una questione di metodo. Infatti, nel passato, anche recente, la scelta del candidato sindaco sarebbe stata fatta con largo anticipo. A Palazzo Grazioli si sarebbe riunito il vertice nazionale, le delegazioni avrebbero diviso le città italiane in base alla loro importanza politica e le avrebbero distribuite tra gli alleati. (Leggi qui Il candidato è Zaccheo: se non hai allevato Messi giochi con Altafini).

Sarebbe stata una scelta vincolante. Perché adottata al massimo livello e collegata a tutte le altre città italiane: ne saltava una e saltavano tutte.

Un metodo antico che ribadisce un concetto chiave della I Repubblica: scegliere prima mette le cose in chiaro. Ed evita sorprese.

La dottrina Ruspandini

Ottaviani e Ruspandini

È su questo punto che diverge la visione sulle elezioni comunali di Frosinone tra Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani. Non ce n’è una giusta ed una sbagliata: sono due metodi di approccio differenti alla stessa elezione: quella che sceglierà il sindaco di Frosinone dopo dieci anni di governo a guida Ottaviani.

Non c’è una contrapposizione, i due Partiti sono in competizione ma alleati: e questo Ruspandini lo ha messo bene in evidenza l’altro giorno presentando l’adesione dell’assessore Fabio Tagliaferri (tra l’altro, potenziale candidato sindaco). (Leggi qui L’alleanza competitiva tra Fratelli d’Italia e Lega).

Ruspandini vuole evitare che a Frosinone accadano le stesse difficoltà registrate a Latina. Vuole che non si arrivi tardi a mettere in campo un candidato, giocando ad allungare l’azione per decidere sulla pressione dettata dall’emergenza.

Il fatto che a Latina sia stato scelto un candidato indicato dalla Lega gli concede ampi margini per poter rivendicare una candidatura di FDI a Frosinone. È già questo un motivo per dire no alle Primarie invocate invece come metodo dal coordinatore della Lega.

L’altro motivo, soprattutto, è che le Primarie tolgono spazio ad una concertazione del centrodestra, ampia, accesa quanto si vuole, ma ponderata. E soprattutto chiara.

Il rischio, nella visione di Ruspandini è quello di ritrovarsi come a Latina: con troppi aspiranti che mirano alla candidatura e poi si trovano tagliati fuori all’ultimo momento, accumulando delusione che è sempre difficile da gestire. Il rischio nell’evitare le Primarie, nella visione di Ottaviani, invece è quello di ritrovarsi come a Latina con un’azione che esaspera il confronto e apre lacerazioni.

Sta qui la differenza di vedute. Con un unico denominatore: non fare tardi. Perché altrimenti ci si ritrova come a Latina.