La mela avvelenata di Durigon a Zaccheo

Il caso del Parco Mussolini, al di là di come è nato e come andrà a finire è una mela avvelenata per il candidato sindaco di Latina appena schierato dal centrodestra. E ancora lasciato del tutto solo. A Latina non c'è gente con tre narici né si saluta romanamente

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Vincenzo Zaccheo si prende un onere che già è difficile di suo: fare il candidato sindaco di Latina nel modo in cui è stato candidato e nei tempi in cui il centrodestra lo ha scelto. Ma se poi appena “assunto l’incarico” ti arriva Claudio Durigon che sparla… E sparla dove tu hai il nervo scoperto… (Leggi qui Tanto tuonò che piovve: Zaccheo è il candidato).

Infatti il candidato sindaco del centrodestra, alle prime parole rilanciate sui media nazionali dopo averle ascoltate sul palco di Latina, già una settimana fa ha subito assicurato che non avrebbe cambiato toponomastica: “Se dovessi tornare a fare il sindaco, non cambierei il nome al parco Falcone e Borsellino. La furia ideologica del cambio dei nomi non mi appartiene. Non è che ogni sindaco che arriva modifica la toponomastica. Io, ad esempio, abito in via Antonio Gramsci. Ho un passato nel Movimento sociale e poi in Alleanza Nazionale, eppure non mi sono mai nemmeno sognato di cambiare il nome alla via, che pure prima si chiamava ‘Regina Margherita’. Avrei potuto rinominarla ma non l’ho fatto, perché la storia ci appartiene tutta”. Ma la frittata era fatta.

I problemi di Latina sono quelli di oggi

L’ingresso di Parco Mussolini

La stragrande, ma alla grande grande, parte delle persone che vive a Latina è composta da persone normali che si alzano la mattina e vanno a lavorare. Ma non nel passato: ci vanno oggi.

Ci sono – è vero – quattro tipetti da operetta che ignorando la storia esaltano il falso. Ma sono da operetta: abbassato il sipario, finite le risate resta niente. E del nome del parco non frega nulla a nessuno.

Durigon dice che il parco è da intitolare ad Arnaldo Mussolini cancellando Falcone e Borsellino. Ed ecco tutte le tv del mondo a vedere se noi di qui abbiamo tre narici, se a Santa Fecitola (la patria di Durigon, e mia) la gente cammina in camicia nera, se tra noi ci si saluta romanamente. E registrano che il saluto romano lo facciamo davvero ma sui limita ad un “cciao bello”. Che alle persone qui come in ogni parte del libero mondo i fascisti ci fanno schifo. (Leggi qui Durigon, Littoria, il fascismo e il Capitano).

Zaccheo Lasciato solo

Vincenzo Zaccheo

Ecco il sindaco Damiano Coletta che difende la Repubblica. Ecco l’elettorato normale che si preoccupa, che si infastidisce. E che si rassicura con Coletta. L’elettorato di Latina è irritato nel vedere in nella Tv  nazionali dipingere la propria città come un’isola di nostalgia brutta e bruta.

Zaccheo non solo lo hanno incaricato in zona Cesarini ma, parlando a vanvera, lo stanno zavorrando. Lo stanno schiacciando su un terreno che lui non voleva manco sfiorare.

Lo stanno zavorrando e lo lasciano anche solo perché gli altri (quelli di Forza Italia, di Fratelli d’Italia) si guardano bene dal dire qualche cosa. Non solo ma ancora non c’è stata una riunione pubblica in cui Zaccheo al centro è accompagnato da Fazzone, Calandrini, Procaccini, Durigon… e si presenta agli elettori.

Mussolini proprio non ci voleva, anche perchè ribadiamo per quei pochi che non lo sapessero è morto, ringraziando Dio, il 28 aprile del ’45.

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Ps: A Santa Fecitola c’è gente normale, certo batte forte il sole e talvolta batte in testa ed escono chiacchiere a stocco.