La strategia di Zingaretti: Tav e Saxa Gres per attaccare il Governo sul Lavoro

La prima visita nel Lazio di Nicola Zingaretti dopo l'elezione a Segretario Nazionale del Pd è alla Saxa Gres di Anagni. La seconda dopo la Tav a Torino. La strategia di attaccare il Governo sul tema del Lavoro

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Colpire al cuore il Governo gialloverde toccandolo nei punti in cui è più debole e gli italiani sono più sensibili. La strategia di Nicola Zingaretti è definita. È per questo che ha scelto la Tav come primo atto da segretario Pd, andando oggi a Torino da Sergio Chiamparino. Per parlare di quell’Alta Velocità sulla quale il ‘contratto‘ Lega – M5S si sta impantanando. Con tutto quello che significa: infrastrutture, blocco dei cantieri, indotto, imprese, posti di lavoro. E poi come secondo atto la Saxa Gres di Anagni, lo stabilimento ex Marazzi Sud rilevato dall’imprenditore Francesco Borgomeo con i suoi soci finanziari italiani e stranieri. Il neo segretario nazionale del Pd visiterà martedì mattina la fabbrica che tre anni fa era chiusa e in fallimento, risollevata e portata alla piena occupazione grazie soprattutto ai provvedimenti varati dal Pd: Industria 4.0 e Jobs Act.

Tav, basta propaganda

Subito dopo la vittoria nelle primarie Nicola Zingaretti aveva aperto il fuoco sul Governo. E così oggi ha preso l’aereo ed è volato a Torino per puntare il dito su un punto sensibile per Lega-M5S.

«La Tav – ha detto oggi dopo l’incontro con Sergio Chiamparinoè un simbolo nazionale di come non ci si deve comportare rispetto alle aspettative di futuro di un grande paese come l’Italia». Ha puntato sulle contraddizioni che stanno bloccando Salvini e Di Maio. «L’Italia deve ripartire abbiamo alle nostre spalle nove mesi di propaganda, parole, confronto, selfie ma questo paese è di nuovo in ginocchio, la produzione industria è crollata il fatturato delle aziende è fermo e i cantieri del paese sono fermi».

Poi il colpo al cuore della Lega. Che è stato un segnale chiaro al mondo delle imprese, snobbato per un anno dal nuovo Governo con la sua idea di puntare alla ‘disintermediazione’: «La Lega di Salvini è contro gli interessi del Nord».

Il miracolo Saxa Gres

Nei prossimi giorni ci saranno altre bordate. Sempre sul tema del Lavoro. Perché Nicola Zingaretti non è Matteo Renzi: le regole sono sacre, le forme sono sostanza. Impensabile che metta piede al Nazareno prima che l’Assemblea Nazionale il 17 marzo lo abbia proclamato ufficialmente Segretario. Nulla a che vedere con Matteo Renzi che la sera stessa della vittoria nei gazebo occupò la sede nazionale del Partito accompagnato dai fedelissimi.

In pratica è già in campagna elettorale. La seconda tappa è nel suo Lazio, in quella provincia di Frosinone che lo ha votato con una percentuale monstre del 90,6% lasciando appena il 5,4% a Maurizio Martina ed il 3,9% Roberto Giachetti.

Saxa Gres è l’esempio della resurrezione industriale. Un ‘miracolo’ costruito grazie ad un’idea: il grès porcellanato addizionato alle ceneri esauste dei termovalorizzatori che ora l’Ue ha detto di non sotterrare più perché non c’è posto, meglio trasformarle in nuova materia prima. Si chiama Circular Economy, in Nord Europa chi usa materiali con percentuali riciclate ha la precedenza nelle gare d’appalto.

L’idea di Francesco Borgomeo ha convinto subito i grandi fondi inglesi e italiani: sono stati loro a mettere i capitali con cui rilevare dal fallimento la ex Marazzi e trasformarla in Saxa Gres. Perché investire in produzione oggi rende molto più che investire in capitali e speculare in borsa.

Il terzo elemento del miracolo sono stati i lavoratori di Anagni: la loro capacità di lavorare le ceramiche è alla pari di quella dei maestri ceramisti di Sassuolo. Grazie alle loro capacità hanno ottimizzato subito il ciclo produttivo, mettendo lo stabilimento nelle condizioni di produrre in metà del tempo che era stato preventivato.

Soprattutto è stato fondamentale l’apporto dato dal governo a guida Pd con i suoi provvedimenti in favore dell’industria. Con lo stesso sistema è stato messo a punto il piano di salvataggio della ex Ideal Standard ora Saxa Grestone. (leggi qui Borgomeo si prende la scena della Leopolda 9 con il miracolo Roccasecca)

I risultati definitivi

Alle 20 di questa sera la commissione Congresso del Partito Democratico ha ufficializzato i risultati dello scrutinio del 93% dei collegi scrutinati. La partecipazione si attesta intorno a 1,6 milioni di votanti. Al momento Nicola Zingaretti è tra il 66% ed il 66,5% dei consensi. A Maurizio Martina è andato tra il 22,5% ed il 23%. Roberto Giachetti è fra il 12,5% e il 13%. Il tutto con un margine di errore di più o meno lo 0,5%.

Zingaretti avrebbe una maggioranza ‘renziana’ in assemblea: circa 660 delegati. A spartirsi i restanti 340 sono la mozione di Maurizio Martina con 220 delegati e Roberto Giachetti con 120. Anche se dal comitato Giachetti-Ascani si fa sapere che, dai loro calcoli, i delegati non sarebbero meno di 150. Una puntualizzazione che fa uscire in chiaro la tensione che avrebbe caratterizzato, a quanto viene riferito, il dietro le quinte di tutta la giornata di oggi con un braccio di ferro tra le mozioni sui numeri dei delegati.

Nel Lazio solo domani nel tardo pomeriggio arriverà l’annuncio ufficiale e definitivo dei risultati. Qui erano 88 i delegati da eleggere all’Assemblea nazionale. Sono 47 per la città di Roma, 19 per la provincia di Roma, 7 per la provincia di Frosinone, 7 per quella di Latina, 4 ciascuno per Viterbo e per Rieti.

Entrano in Assemblea Regionale il commissario ai consorzi industriali del Lazio Francesco De Angelis, il presidente regionale dell’Unione Province Italiane Antonio Pompeo, il segretario regionale dei Giovani Democratici Luca Fantini, l’esponente di Pensare Democratico Angela Incagnoli.

In Regione Lazio sono stati eletti il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori, l’assessore regionale all’Urbanistica e Rifiuti Massimiliano Valeriani, l’assessore regionale al Turismo Lorenza Bonaccorsi e l’assessore allo Sviluppo Economico Gianpaolo Manzella. Tra i consiglieri regionali risultano eletti Michela Di Biase, Marietta Tidei, Eugenio Patané, Rodolfo Lena, il vicesegretario regionale del Partito Enzo Foschi,

Eletti anche l’ex consigliere regionale e attuale vicecapo di Gabinetto di Zingaretti, Mario Ciarla, l’ex candidato alla segreteria del Pd Gianni Cuperlo ed il presidente di Arsial Antonio Rosati.