A Ceccano seduta fiume iniziata alle nove di sera, chiusa alle tre di notte e a tratti infuocata. Dal documento politico per l’Ucraina, ritoccato dal centrodestra, fino alla protesta del centrosinistra: contro l’aumento e la privatizzazione dei parcheggi a pagamento. Passando per il braccio di ferro su Plastic Free e Monumento Mastrogiacomo
Il Consiglio comunale di Ceccano, l’undicesimo dell’era Caligiore 2, è finito poco prima delle tre di notte. Era iniziato alle 21: è durato più di cinque ore, al netto di due sospensioni per le riflessioni del caso. Una seduta estenuante per gli amministratori in presenza ma anche per il pubblico a distanza.
Le ultime tre ore sono state assorbite dall’accesa discussione sulla controversa operazione strisce blu. I consiglieri di centrosinistra, tra qualche abbaglio, avevano richiesto una seduta urgente: anche e soprattutto per rivendicare il ruolo di opposizione. (Leggi qui Un Consiglio anti strisce blu per rivendicare il ruolo di opposizione e poi qui Consiglio rinviato, Conti: «Democrazia lesa». Giovannone: «Nota imbarazzante»).
Nella casa del Grande Fratello – la sala consiliare in diretta streaming è chiusa da due anni al pubblico per via del Covid – gli animi si sono infiammati proprio nell’affrontare la questione principale. Quella che sta scatenando forti polemiche in città: la moltiplicazione e la privatizzazione delle aree di sosta a pagamento.
È stata anticipata da due proposte della minoranza: un documento politico a favore dell’armistizio in Ucraina, anticipato da un minuto di raccoglimento; una mozione per l’adesione alla campagna Plastic Free del Ministero della Transizione ecologica. In entrambi i casi la risposta è stata più o meno questa: «Ci abbiamo già pensato ma integreremo».
E non sono mancati di certo colpi bassi, interventi coloriti e vere e proprie bagarre. A mezzanotte e quaranta, per intenderci, il presidente del Consiglio Fabio Giovannone ha tuonato: «È una situazione vergognosa! O facciamo un Consiglio di primo livello o usciamo fuori!». È proprio in quel momento che il temerario pubblico da casa è stato destato dal sonno.
Operazione strisce blu: le opposte fazioni
Gli oppositori Emanuela Piroli e Andra Querqui (Il Coraggio di Cambiare), Marco Corsi (Ceccano Riparte), Mariangela De Santis (Nuova Vita) ed Emiliano Di Pofi (Psi) hanno lanciato l’ultimo appello a non procedere con l’esternalizzazione della gestione. È la prima delle iniziative congiunte del centrosinistra.
Hanno portato in Consiglio le oltre mille sottoscrizioni ottenute durante la raccolta firme promossa da Rifondazione Comunista. E hanno chiesto di revocare delibere e determine che stanno portando all’indizione della gara d’appalto. Da 80 strisce blu, mai rispettate, si arriverà a quota 734, realmente a pagamento. Il gestore si occuperà di tutto e il Comune, oltre a una fetta degli introiti (almeno il 15%), otterrà opere migliorative. (Leggi qui Niente più strisce blu gratis: la Contea vuole diventare Smart city).
L’appello, ovviamente, non è stato accolto. L’amministrazione di centrodestra, guidata dal sindaco di FdI Roberto Caligiore, tira dritto. Le strisce blu sono state introdotte nel 2003 ma mai attivate dal centrosinistra: per quasi vent’anni sono state una gratuita nota di colore in giro per la città. L’operazione è stata inserita nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale: redatto e votato da sé dalla maggioranza per ripianare un deficit di oltre otto milioni di euro, creato tanto dal centrosinistra del passato quanto dal seguente centrodestra.
«È nel programma elettorale». «Non mi risulta»
Stavolta il primo cittadino lo ha rivendicato anche come punto del programma elettorale. La già candidata sindaca Piroli non se l’è tenuta: «A me non risulta, ma comunque i cittadini sappiano che Caligiore è stato votato ed eletto al primo turno anche per aumentare le strisce blu». Il centrodestra la propone come una questione di civiltà: una normalizzazione della Contea, in cui esistono i parcheggi a pagamento e si pagano come in ogni altro Comune. Per regolarizzare la sosta a pagamento e fare cassa.
La controparte, però, lamenta di non essere stata minimamente coinvolta su una materia rilevante e di competenza del Consiglio. Avrebbe controproposto al limite una sperimentazione: per rendere l’operazione graduale e non troppo traumatica. Sempre perché quasi tutti gli stalli di sosta diventeranno veramente blu dopo decenni di zona franca. E, a detta del centrosinistra, non è nient’altro che una pesante “tassa” per i cittadini.
Il loro, secondo l’assessore Riccardo Del Brocco, «è vero e proprio terrorismo psicologico». Con meno di un euro, vista la cifra soggetta a ribasso per il costo orario, «non si pagherà solo il parcheggio, ma anche la sicurezza e il decoro urbano». Si riferisce al fatto che nel pacchetto saranno compresi schermi, telecamere, sensori conta posti, segnaletica e relative manutenzioni. Nonché le opere che, in fase di gara, verranno garantite dal venturo gestore in ottica Smart city.
La rettifica della mappa delle strisce blu
Prima del Consiglio, però, si è registrata una rettifica del piano da parte della Giunta Caligiore. Una nuova delibera emanata principalmente per ridurre il numero degli stalli a pagamento: non oltre 850 bensì 734. È stata di fatto eliminata una zona prettamente commerciale e colorata inizialmente di blu: viale Fabrateria Vetus, la strada che porta alla direttrice per la strada regionale Monti Lepini. Il quadro economico, includente la stima dell’incasso totale per sei anni, è rimasto però lo stesso: 2.2 milioni di euro, il minimo ricavo previsto da porre a basa d’asta, di cui almeno il 15% al Comune.
A sollevare la questione in aula è stato Corsi: «Si motiva la modifica dicendo che è avvenuta a seguito di segnalazioni pervenute dalla cittadinanza e dagli operatori economici, che non risultano stando a quanto riferiscono dagli uffici comunali». E poi è andato dritto al sodo: «Malgrado le strisce blu siano state diminuite, in maniera arbitraria, si stima di guadagnare lo stesso». Da qui la proposta di ripartenza da zero: dalle commissioni competenti, concordando un piano per un periodo sperimentale.
Ma non solo. Corsi ha ricordato all’assessore della Lega Stefano Gizzi che, quando era consigliere di opposizione in quota Udc, riteneva che le strisce blu fossero «un abuso del centrosinistra». Allo stesso Corsi, però, è stato poi rammentato più volte che pure lui ha cambiato idea. Era profondamente a favore quando era presidente del Consiglio nel Caligiore 1: prima di contribuire alla sua caduta e candidarsi contro di lui alle elezioni. L’iniziativa era partita nel 2017, ma era stata man mano ritirata per via di attriti in maggioranza e polemiche a non finire da parte dell’allora opposizione nonché di mezza città. Come ora.
Corsi e ricorsi storici
Corsi ha giustificato così il suo ripensamento: «A suo tempo avevo invitato l’amministrazione a portare avanti questa operazione, per una questione di senso civico, gradualmente, attraverso il dialogo. Ma ora gli sconfitti sono due: la democrazia e i cittadini». Per dire, come il resto del centrosinistra, che non hanno avuto voce in capitolo i rappresentanti del 49% degli elettori. Come precisato dalla consigliera De Santis (Nuova Vita), che ha rispostato l’attenzione sulle «delibere diverse e previsioni di entrate uguali». E ha ribadito: «È un mancato coinvolgimento del Consiglio comunale su un argomento di sua competenza e impattante sulla popolazione».
C’era ben poco da discutere secondo la maggioranza. Lo rivendica come punto programmatico, lo ha inserito nel piano anti dissesto e la gara d’appalto si farà. Querqui (Il Coraggio di Cambiare), in extremis, ha provato anche a mettere alla prova la tenuta della maggioranza. «Pensate bene a quello che state facendo – si è rivolto ai banchi occupati da FdI e sue ramificazioni civiche, Lega e Patto Civico – perché poi non si può tornare indietro».
Massima coesione, di contro, è stata accentuata innanzitutto dai consiglieri Diego Bruni, Giancarlo Santucci – l’uno della lista Caligiore Sindaco e l’altro della Grande Ceccano, entrambi in quota FdI – e Marco Mizzoni di Patto Civico. Grande Ceccano e Patto Civico fanno riferimento, rispettivamente, agli assessori Riccardo Del Brocco e Mario Sodani.
Lega: armiamoci e partite
La Lega – che va dall’assessore Stefano Gizzi ai consiglieri Angelo Macciomei e Pasquale Bronzi – non è affatto scesa veemente in campo per difendere il piano del Caligiore 2. Lo ha lasciato dire soprattutto agli altri che è una decisione impopolare che bisogna prendere per forza: stando al piano anti dissesto presentato alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno. Gizzi si è limitato a dire che «il parcheggio a pagamento fa parte di una città e non si ha il diritto di avere il parcheggio sotto casa o davanti al negozio».
Diego Bruni, capogruppo della lista del sindaco, ha fatto presente che «dal 2003 le rivalità tra i gruppi consiliari non hanno permesso di regolamentare le strisce blu, ma noi siamo una maggioranza unita verso un’azione da mettere in atto in quanto prevista dal piano di riequilibrio finanziario». Secondo Giancarlo Santucci i due sconfitti sono altri: «Marco Corsi e il Pd».
Giovannone: «Una situazione vergognosa»
Ai limiti dell’espulsione dall’aula uno scontro dialettico: quello tra Daniele Massa, consigliere di Fratelli d’Italia e presidente provinciale di Gioventù nazionale, e Andrea Querqui, capogruppo de Il Coraggio di cambiare. Accade intorno a mezzanotte e mezza. Massa, inviperito dalle interruzioni, ha urlato all’opposizione di «vergognarsi e chiedere scusa per i danni del centrosinistra di cui siete eredi diretti». A mandarlo su tutte le furie il fatto che «la minoranza ha chiesto una seduta urgente per avere chiarimenti ma poi fa un comizio che avrebbe dovuto fare in piazza e non in Consiglio».
Ha tacciato Querqui di maleducazione e l’intera opposizione di «vergognosa speculazione sulla situazione economica dei cittadini, un disagio delle famiglie che conosciamo meglio di voi». Da qui il duro intervento del presidente dell’assise Giovannone, esponente de La Mia Ceccano in quota FdI, per riportare la calma. Ma anche una reprimenda per gli oppositori: «Ci sono tre consiglieri di minoranza in sala per un Consiglio richiesto dall’opposizione. Il numero legale ve lo sta garantendo la maggioranza e stiamo facendo tardi». Si erano temporaneamente assentati Piroli e Querqui.
A sdrammatizzare un po’ Di Pofi: «Perché non fare le commissioni, come chiediamo, così da evitare di fare i Consigli fino alle due di notte?». Era stato ottimista, perché si sarebbe andati avanti per un’altra ora. Secondo Marco Mizzoni (Patto Civico) «sarà soltanto una questione di abitudine, come quando è stata esternalizzata la pubblica illuminazione o eliminato un giorno di raccolta dell’indifferenziata».
La questione morale e forse legale
La vicesindaco Federica Aceto (FdI) ha respinto tutte le altre accuse: «Non siamo una setta e chiusi in noi stessi. Secondo l’opposizione la democrazia muore a fasi alterne perché le istanze del nostro elettorale non vanno bene e le loro sì». E ha preso le difese della collega di giunta Ginevra Bianchini, assessora all’Urbanistica.
Non è mancata la polemica su un volantino del Pd Ceccano. Il segretario Giulio Conti aveva sollevato «una questione morale». Si parla dell’iniziale mancanza delle strisce blu a fianco all’edicola di proprietà della famiglia dell’assessora Bianchini. Non è che fossero diventate bianche: avevano dimenticato di inserirle nell’apposita tabella. Dal circolo Pd, di fatto, è stato insinuato un potenziale favoritismo da parte della Giunta Caligiore. «È ai limiti della querela – ha detto a riguardo Bianchini – e probabilmente si procederà».
In ogni caso il centrodestra sostiene che la popolazione sia stata sondata e che i commercianti siano in gran parte favorevoli. Evidentemente non hanno parlato con gli stessi esercenti con cui ha parlato il centrosinistra, che li racconta sul piede di guerra. La vedono in due modi completamente opposti. L’uno: le strisce blu non resteranno occupate gratuitamente e a lungo dalle auto e ci sarà un maggiore ricambio a favore dei residenti e dei negozianti. Due: le strisce blu peseranno sulle tasche dei cittadini, soprattutto pendolari, docenti e studenti, in piena crisi economica.
Il documento politico pro Ucraina
A dare il via alle danze è stato il socialista Emiliano Di Pofi. Oltre a un minuto di silenzio dedicato al popolo ucraino, ha richiesto l’approvazione all’unanimità di un documento da sottoporre ai vertici dello Stato per richiedere l’immediato armistizio nella guerra tra Russia e Ucraina. «Per impegnarsi senza ritardo nella promozione di un accordo politico tra le parti che porti rapidamente a un cessate il fuoco ripristinando il diritto internazionale».
La consigliera Mariella Bruni (Caligiore Sindaco) ha richiesto immediatamente quindici minuti di sospensione: per consentire alla maggioranza di prendere visione dello scritto e valutarlo. Altrettanto ha fatto anche il resto dell’opposizione, preso un po’ alla sprovvista dall’iniziativa autonoma di Di Pofi ma pienamente a favore.
È a quel punto che Corsi ha chiesto di valutare l’inversione dei punti all’ordine del giorno: per far balzare le strisce blu dalla fine all’inizio dell’adunanza, per parlarne nella prima serata e non in nottata. Quest’ultima soluzione è stata nettamente rifiutata dalla maggioranza: «L’odg è concordato dalla conferenza dei capigruppo ed è quello che è stato approvato per il Consiglio». Il fatto è che i capigruppo si erano riuniti soltanto una volta, avevano stabilito i punti e poi evitato di incontrarsi di nuovo soltanto per definire l’odg già deciso. È passata inosservata la questione dell’ordine.
L’extra aggiunto da Caligiore
Dopo la sospensione del Consiglio, in ogni caso, Caligiore si è presentato con un’integrazione al documento politico proposto da Di Pofi. Ha messo tutti al corrente di aver preso parte alla videoconferenza con cui il prefetto Ernesto Liguori ha chiesto collaborazione ai sindaci.
Pertanto, sottolineando di stare sul pezzo, ha proposto quattro punti mancanti: ausilio all’accoglienza dei profughi ucraini; compensazione dei danni dei singoli Stati per via delle contro-sanzioni della Russia; cabina di regia con aziende energivore e colossi energetici; riconoscimento dello status di rifugiato ai richiedenti; incremento della spesa per il dispiegamento delle forze militari internazionali. Il voto favorevole per il documento finale, con gli extra del sindaco, è stato unanime.
Si è registrato anche un braccio di ferro rispetto a una mozione presentata dal duo Piroli-Querqui: a favore dell’adesione alla campagna Plastic Free del Ministero della Transizione ecologica. Per l’esattezza tra il documento politico pro Ucraina e l’approvazione del regolamento della neonata Associazione di promozione sociale che gestirà il locale Centro anziani.
Plastic Free: Ministero versus Onlus
La mozione era stata presentata quasi un anno fa: il 24 marzo 2021. «24 ore dopo la convenzione con l’associazione Plastic Free», ha detto subito l’assessore all’Ambiente Del Brocco. Ha ricordato così che il giorno prima era stato sottoscritto un protocollo d’intesa con la Onlus: un punto di partenza che ha portato Comune e associazione di volontariato a promuovere sinergicamente giornate di raccolta dei rifiuti per strada.
«Sono due cose diverse, qui si parla della campagna del Ministero contro l’uso della plastica monouso», ha replicato Piroli. Aggiungendo anche che «la nostra è una richiesta che parte da lontano e che faceva anche parte del nostro programma elettorale». De Santis ha domandato allora alla maggioranza: «È più importante accordarsi con una Onlus, con tutto il rispetto per il suo lodevole operato, o con il Ministero della transizione ecologica?».
In ballo c’era la primogenitura dell’operazione anti plastica. Quelle richieste dal Ministero, a detta di Del Brocco, «sono misure troppo impattanti per una realtà come la nostra». Si è riferito principalmente all’applicazione concreta del divieto di plastica monouso nelle scuole e attività commerciali. Di Pofi si è messo di punta e gli ha chiesto quali fossero le iniziative impattanti o meno. Anche gli altri gli hanno fatto presente che tutte le iniziative sarebbero graduali.
Del Brocco: «In Commissione o niente»
L’assessore all’Ambiente, però, non ha ceduto: «L’unica controproposta è rimandare tutto alla Commissione Ambiente per sviluppare il piano insieme e tenere soltanto i punti applicabili nella realtà». L’analisi in Commissione, di fatto, era quanto proposto da Piroli e Querqui per iniziare ad affrontare la tematica.
È stata necessaria un’ulteriore sospensione del Consiglio comunale. Piroli e Querqui si sono consultati e non hanno accettato l’offerta: «Approvare la mozione significa discuterne in commissione, non per concessione, e allora vogliamo metterla a votazione così com’è». La maggioranza, da lì a poco, l’ha ovviamente bocciata. «Non capisco davvero la difficoltà della maggioranza ad approvare questo punto. Viste le strisce blu, comunque, o ci portiamo tutto in Commissione o niente», ha commentato Querqui.
Per Massa, presidente della Commissione Ambiente, «il centrosinistra è in ritardo su questa tematica e devo sentire il nuovo portavoce del Pd, Marco Corsi, che parla e non partecipa neanche alle commissioni. In ogni caso, andremmo a votare qualcosa che in parte è già in atto».
Ossia anche la campagna informativa nelle scuole, rivendicata dall’assessore alla Pubblica Istruzione Mario Sodani (Patto Civico): «Bisogna fare riunioni e coinvolgere le scuole, perché ci sono tanti contratti in essere per i servizi e il divieto di plastica monouso non può essere introdotto in corsa». Il vero problema, però, è parsa la richiesta di creazione di una Consulta dell’ambiente: un doppione della Commissione secondo lo stesso Massa. La vera differenza, però, sta nel coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza attiva che avverrebbe tramite la Consulta.
Muro contro muro: anche col Monumento
Così allora De Santis: «Andiamo tutti nella stessa direzione, non rifiutatela solo perché è proposta dalla minoranza». Niente da fare: «Era l’ultimo appello alla collaborazione in Commissione, già dalla prossima settimane e nuovamente in Consiglio nelle prima seduta utile», ha detto l’assessore Del Brocco nel ritirare l’apertura. Dalla minoranza nessuna intenzione di scendere a compromessi ritenuti superflui.
Prima di passare alle strisce blu, Caligiore ha garantito che il monitor di via Ponte è a norme di legge. Ne hanno richiesto da tempo la rimozione i consiglieri Piroli e Querqui. A loro modo di vedere deturpa l’area del Monumento dedicato a Luigi Mastrogiacomo: l’operaio ucciso quasi sessant’anni fa durante le lotte sindacali davanti all’allora saponificio Annunziata. Ritengono altresì pericolosa la sua posizione all’incrocio semaforico.
Per il sindaco è stata l’occasione per redistribuire meriti e responsabilità: «È stata la mia prima amministrazione a risolvere il contenzioso con l’Agip, visto che il centrosinistra non aveva pagato per l’esproprio dell’area che un tempo ospitava il distributore. Abbiamo evitato che il Monumento venisse rimosso dal privato. In ogni caso lo schermo era stato installato dall’ormai sciolta Rete di imprese durante il commissariamento prefettizio».
È accaduto tra la sua caduta, provocata anche dalle dimissioni del poi candidato sindaco Corsi, e il suo reinsediamento. «Giusto per non dimenticare – ha dichiarato Caligiore – la differenza tra l’avere un sindaco eletto democraticamente e un commissario prefettizio imposto per colpa di interessi personali».