L’esodo da Forza Italia che il Partito fa finta di non vedere

Pallone, Iannarilli, Savo, Ottaviani, Piacentini, Mastrangeli: un’impressionante serie di addii. Ma i vertici non ne parlano, come se questo servisse ad esorcizzare il problema

Alfredo PalloneAntonello IannarilliAlessia Savo, Riccardo Roscia sono gli ultimi nomi (e i più noti) di esponenti di Forza Italia che hanno deciso di traslocare nella casa dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Ma ci sono tantissimi amministratori locali che in questi ultimi quindici mesi hanno lasciato gli “azzurri”. Un nome per tutti: Gianluca Quadrini, presidente di Comunità Montana ma anche più votato tra i consiglieri provinciali. Un fatto che testimonia come raccolga i voti di altri amministratori.

E’ andato via anche il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, alla Lega. Lo hanno seguito e lo seguiranno molti tra assessori e consiglieri comunali: tra i quali Riccardo Mastrangeli e Adriano Piacentini.

Nei mesi scorsi le insanabili fratture interne al Partito hanno determinato lo scioglimento anticipato del Comune di Cassino, il secondo della provincia. Quello che appare assurdo è che in Forza Italia nessuno faccia una vera analisi su tutto questo. Nonostante sia stato recentemente celebrato un congresso, nonostante sia stato eletto un nuovo coordinatore provinciale.

Il problema non è più capire chi è favorevole o contro Mario Abbruzzese, chi sostiene più o meno convintamente Pasquale Ciacciarelli. Alle Europee la priorità è confermare Antonio Tajani europarlamentare, ma certo questo non può bastare. Perché poi ci sarà da stare sul territorio. Perfino in prospettiva.

Prendiamo il Comune di Frosinone: Danilo Magliocchetti, capogruppo degli “azzurri” e fedelissimo di Antonio Tajani, intende giocarsi le sue carte per una candidatura a sindaco. E si aspetta che il partito lo supporti. Ma un Partito è fatto non soltanto di dirigenti, ma anche di consiglieri, assessori, di militanti, di elettori. In provincia di Frosinone l’esodo da Forza Italia è sotto gli occhi di tutti.

Fare finta di non vederlo è cecità politica pura.