La maggioranza boccheggia, ma segna un goal in contropiede (di M. Molisani)

Il Consiglio Comunale si tiene a galla grazie ai numeri ridotti della Seconda Convocazione. Scomodati i vertici nazionali di Noi con l'Italia. Ratificate due delibere ed una variazione di bilancio. E ora rientra Palombo. Una quaterna per sostituire Schimperna.

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

L’ennesimo consiglio comunale tragicomico dell’era politica di Carlo Magno….per la disperazione D’Alessandro è compiuto.

Il numero legale c’è stato: tradotto per i non addetti ai lavori, c’erano abbastanza consiglieri per poter considerare valida la seduta. Ma non grazie alla maggioranza sempre ferma ai 12 apostoli. Il fatto è che, alla fine, non era nemmeno necessario.

La seduta è stata tenuta a galla grazie all’articolo 45 del regolamento del Consiglio Comunale. Il quale spiega che le sedute dell’assise in seconda convocazione possono ritenersi valide con la presenza di un terzo dei consiglieri.

Si va tutti in vacanza senza troppi patemi d’animo.

 

UNA MATTINATA MOVIMENTATA

La mattina però per Carlone, il fido Benedetto Social et poi Labora Leone ed il presidente del consiglio Dino Il DiVino Secondino non era iniziata nel modo migliore.

L’obiettivo era quello di andare in sala Di Biasio con i numeri giusti, quelli che competono ad una vera maggioranza.

Calcolando che Rossellissim Tacco 12 Chiusaroli e Angelo El Jardinero Panaccione sono in vacanza e non computabili, i consiglieri disponibili alla guerra per l’armata CarloLeone erano proprio 12.

Poi sono improvvisamente calati a 11 a metà mattinata. Colpa di una recente polemica social sull’affidamento alla solita società per il sostegno nella comunicazione istituzionale. Aveva fatto andare su tutte le furie Antonio Pennellone Valente.

«Ma come? Abbiamo dichiarato il dissesto e poi sui Social ci facciamo impallinare per un incarico di 15mila euro? Non possiamo fare queste figure di me… Se la determina non viene ritirata io non mi presento in aula stasera», strilla Valente nella stanza del Sindaco. Il quale tenta di giustificare il tutto, e gli ricorda che ha un assessorato anche essendo l’unico consigliere del suo Partito. Ma Pennellone non vuole sentire ragioni. Gira i tacchi e se ne va.

«Non può ricattarmi così! Non viene in aula? Io domani tolgo la delega al suo assessore», dice sbattendo i pugni sul tavolo Carlo Magno….per la disperazione D’Alessandro.

 

BALLA CON LUPI

Intanto vista la situazione drammatica Dino Il DiVino Secondino, l’uomo dei miracoli e abile diplomatico, decide di tentare il tutto e per tutto. Chiede un incontro a Gianluca Grattaevinci Tartaglia. Il consigliere di Forza Italia non si era presentato allo scorso Consiglio comunale, pur avendo garantito al Sindaco la sua presenza, diventando cosi il capro espiatorio della debacle della maggioranza. (Leggi qui La maggioranza non si rigenera, il sindaco finisce Ko)

La missione però non ottiene gli effetti sperarti. Tartaglia è irremovibile, non si presenterà nemmeno stavolta. “A settembre si vedrà...” dice al DiVino.

Intanto si avvicina l’ora del Consiglio, serve una svolta per evitare un’ennesima figuraccia. Come sempre si presenta al capezzale della maggioranza il fu commander in chief Mario (M)ente Locale Abbruzzese. Si dice che abbia chiamato i vertici di Forza Italia per contattare quelli di Noi con l’Italia e cercare di riportare Antonio Pennellone Valente sulla retta via.

Secondo una possibile ricostruzione M.A. avrebbe telefonato a Maurizio Gasparri, il quale avrebbe a sua volta chiamato Maurizio Lupi. Fatto sta che alla fine l’ex ministro chiama direttamente Valente e lo fa tornare sui suoi passi.

Pennellone andrà al ballo.

 

LA MANDRAKATA

Siamo un po’ lontani dalle furbate con cui rimediare i soldi necessari per scommettere ai cavalli di Bruno “Mandrake” Fioretti, interpretato dal grande Gigi Proietti in due film che hanno fatto la storia della commedia cinematogeafica all’italiana, “Febbre da Cavallo” e “La Mandrakata” diretti dai compianti, padre e figlio, Steno e Carlo Vanzina.

Ma alla fine quello che è riuscito al CMD’A Group questa volta ha permesso di risollevare le sorti di una coalizione che sembrava alla deriva.

Magicamente nella mattinata, tra trattative e altro, si è scoperto che in seconda convocazione non è necessaria la maggioranza assoluta per rendere valida la seduta. L’articolo 45, appunto dice che bastano un terzo dei consiglieri. In particolar per il Consiglio comunale di Cassino ne sono sufficienti 9.

«Stiamo tranquilli quindi, ma facciamo finta di essere preoccupati. Le opposizioni non devono scoprire questo giochetto “, ha rassicurato più di qualcuno preoccupato per una nuova figuraccia in Sala Di Biasio.

 

IL CONSIGLIO

Alle 18,32 Dino il DiVino Secondino suona la campana.

Pronti alla battaglia per la maggioranza (dipende dai punti di vista) ci sono:

  • Carmine The Warrior Di Mambro,
  • Alessio una parola è troppa e due sono poche Ranaldi,
  • i leghisti Robertino Solo di nome Marsella e Claudio Nonsense Monticchio,
  • Peppe Torcicollo Di Mascio,
  • Rosario Reset Franchitto,
  • Gianrico Bellachioma Langiano,
  • Francesca Candy Candy Calvani,
  • Francesco Black & Decker Evangelista
  • e il redivivo Antonio Pennellone Valente.
  • Con CMD’A e Secondino ecco i 12 apostoli.

Per le opposizioni ci sono

  • Peppe il fu Stampella Sebastianelli,
  • Massimiliano Bulldozer Mignanelli,
  • Enzo Pitbull Salera,
  • Edilio Segugio Terranova
  • e Alessandro Ammazza quanto sono figo D’Ambrosio.

 

PEPPE SENZA STAMPELLA

Le ostilita le apre Peppe il fu Stampella Sebastianelli che ancora una volta se la prende con i giornalisti perchè lo continuano ad etichettare con il nomignolo affibiatogli da Alessioporcu.it.

«Io sono una persona responsabile, eletto dai cittadini e ho la mia indipendenza: quando ritengo di votare cose giuste per il bene della citta lo faccio, altrimenti no», dice Sebastianelli.

Poco dopo si alza Antonio Pennellone Valente. «I vertici di Forza Italia – ha detto – non dovevano scomodare quelli di Noi con l’Italia, perchè io sarei venuto lo stesso in aula. E visto che ci stiamo, annuncio che presenterò una richiesta di azzeramento di tutti i dirigenti e le posizioni organizzative».

È il turno di Enzo Pitbull Salera che invita il collega Sebastianelli a seguire l’opposizione fuori dall’aula per far mancare il numero legale e rendere nulla la seduta.

La maggioranza non batte ciglio, anche se qualcuno un sorrisetto sotto i baffi è scappato. E anche un “che polli“.

 

MISSIONE COMPIUTA

Tutti i consiglieri di opposizione escono dall’aula compreso Sebastinelli.

Rimangono tutti a bocca aperta quando però, come niente fosse, Dino il DiVino Secondino comincia la discussione dell’odg.

«Cosa state facendo, non c’è il numero legale», grida Massimiliamo Bulldozer Mignanelli.
Gli fanno eco Enzo Pitbull Salera e Alessandro Ammazza quanto so figo D’Ambrosio.

Alla fine con il sorriso sulle labbra Peppe il fu Stampella Sebastianelli che spiega a tutti gli esagitati che la maggioranza sta andando avanti con i lavori in modo corretto, citando anche alcuni episodi gia accaduti in epoca Scittarelliana e Petrarconiana.

«Se il regolamento non è cambiato, è tutto legittimo» ha detto Sebastianelli ai restanti consiglierI che, in quel momento sfogliavano nevroticamente il regolamento del Consiglio comunale.

Massimiliano Bulldozer Mignanelli per dieci anni presidente del consiglio, diventa pallido e non proferira più parola fino a fine seduta. Gli altri tra regolamento e telefonate per avere pareri non si accorgono nemmeno che Dino Il DiVino Secondino ha decretato la fine dell’assise.

La maggioranza, da sola, approva quindi due ratifiche di delibere di giunta e una variazione di bilancio. E buone ferie a tutti.

 

UN MOMENTO… LA MOVIOLA!

Ma perché il DiVino ha fischiato la fine della partita così in fretta? Se aveva i numeri per giocare l’intera gara, poteva affrontare l’intero Ordine del Giorno.

Invece, Secondino è stato un ottimo regista in campo: ha capito che la ‘maggioranza’ rischiava un altro scivolone come quello dei giorni scorsi. Perché quando è arrivato il momento di toccare il tema dell’isola ecologica a ridosso dello stadio Salveti, il rischio è stato evidente: occorreva la maggioranza qualificata. Cioè 13 voti. Che in questo momento Carlo Maria D’Alessandro non ha.

In un attimo, Secondino ha preso la decisione: meglio evitare la conta e la conseguente figuraccia. Ed ha fischiato tre volte chiudendo la partita.

 

IL GIORNO DI PALOMBO?

Finito il consiglio Carlo Magno…per la disperazione D’Alessandro riunisce tutti nella sua stanza.

«Domani conferirò la delega di vice sindaco e di assessore alla Lega», dice CMD’A ed inoltre rende tutti edotti che sta scegliendo in una lista di quattro nominativi il sostituto di Ulderico Rombo di Tuono Schimperna che ha ribadito di non voler più rientrare in giunta.

Nel giorno dell’inaugurazione del doppio senso in via Sant’Angelo, Carlone spera di darne almeno uno a questa maggioranza.