La mano di vernice per nascondere le crepe sulla candidatura (di F. Ducato)

La scusa non richiesta che getta ombre sul Centrodestra ed il percorso attraverso il quale è arrivato alla candidatura unitaria di Daniele Natalia. Le tante piccole amnesie dei tanti protagonisti di una mano di vernice con cui nascondere le crepe

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Excusatio non petita, accusatio manifesta.

È una locuzione latina di origine medievale. La sua traduzione letterale è “Scusa non richiesta, accusa manifesta”. Il senso di questa locuzione è: se non hai niente di cui giustificarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti essere considerato un unico indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere, anche se si è realmente innocenti. Già San Girolamo, nelle sue lettere avvertiva: “dum excusare credis, accusas” (“mentre credi di scusarti, ti accusi”).
Da Wikipedia.

 

Già.

Scusarsi per qualcosa, senza che le scuse siano state richieste è come autoaccusarsi.
Il latino medievale può venire utile per capire cosa è accaduto giovedì pomeriggio nella sede di Forza Italia a Frosinone, a margine della conferenza stampa senza domande che ha sancito la nomina di Daniele Natalia a candidato a sindaco del centrodestra ad Anagni dopo gli stracci volati negli ultimi giorni. (leggi qui I segreti della ‘non’ conferenza che annuncia la candidatura di Natalia)

Una conferenza stampa sui generis dominata da un leit motiv che hanno utilizzato tutti i partecipanti. Tutti, ma proprio tutti, hanno insistito su un punto: «la designazione di Natalia è arrivata alla fine di una discussione accesa, non di uno scontro».

La stessa frase , con cadenze e motivi diversi, l’hanno ripetuta tutti. Lo ha detto Adriano Piacentini, che a proposito delle diatribe che ci sono state ha parlato di “normali ritardi”. E lo ha detto Massimo Ruspandini, per il quale le discussioni sono state semplici “frizioni”. Lo ha ripetuto soprattutto Francesco Zicchieri. Il cui intervento è stato quello più lungo. Come se ci si aspettasse qualcosa di più proprio da colui che aveva puntato i piedi sul nome di Natalia.

E dunque l’intervento dell’onorevole della Lega è stato più articolato: «abbiamo sempre lavorato per un centro destra unito», «non volevamo la rottura, ma solo una discussione», «la tensione c’è stata ma è stata superata grazie al dialogo», «nessun pregiudizio su Natalia», «discutere, anche animatamente, è una cosa positiva».

Insomma, è come se qualcuno prima della conferenza stampa (senza domande) avesse provato una parte da ripetere in pubblico, per evitare errori. Per evitare, magari, che potessero emergere delle crepe nella recita di unità ad uso e consumo della stampa (ringraziata da tutti, ma senza che fosse consentito fare domande).

 

Anche se qualche imperfezione nella recita c’è stata. E magari qualche domanda l’avrebbe sottolineata.

Massimo Ruspandini che parlava di un centrodestra che «ha preso le distanze da qualcosa». Probabilmente riferendosi al ‘metodo Abbruzzese‘ per arrivare alla candidatura di Natalia. (leggi qui I segreti della ‘non’ conferenza che annuncia la candidatura di Natalia) O alla vicenda dell’ex consigliere regionale Franco Fiorito, presente ad alcuni degli incontri con cui nei giorni scorsi ad Anagni si è discusso della candidatura (Leggi qui Le elezioni in Tasca. E de Fiorito praesentia). Meglio la prima ipotesi perché nella seconda bisognerebbe ricordargli che presenta nelle fila di Fratelli d’Italia il più fioritiano degli anagnini, ovvero l’ex assessore provinciale ai Lavori Pubblici di Forza Italia, Alessandro Cardinali. Legittimo. Ma risulta poi complicato parlare di presa di distanza.

Guglielmo Rosatella che parlava di “scossa elettrica” da dare ad una città “devastata” dall’esperienza di Fausto Bassetta avrebbe dovuto ricordare per chi ha votare e fatto votare nel 2014. Se lo avesse fatto avrebbe dovuto ammettere che aveva sostenuto proprio Bassetta il ‘devastatore’.

Vittorio D’Ercole, tanto lodato per il suo passo indietro che ha spianato la strada a Natalia, non c’era. Sicuramente per impegni di lavoro.

Piccole crepe su una parete dipinta di fresco.

Vedremo quanto durerà il colore.

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