Per Tajani un problema chiamato Claudio Fazzone

(Foto: Benvegnu' Guaitoli / Imagoeconomica)

Il neo coordinatore nazionale vorrebbe cambiare gli assetti nel Lazio, ma sa che l’ultima parola spetterebbe comunque a Silvio Berlusconi. E il senatore di Fondi ha già parlato con fedelissimi e truppe: non starà a guardare nel caso di attacchi e di manovre di commissariamento. In provincia di Frosinone tutti trattengono il fiato. La Lega di Durigon alla finestra.

Myrta Merlino, su La7, non è andata molto per il sottile:  “Secondo me Berlusconi non è stato tanto contento che lei non fosse al governo, mi dice un uccellino”. Antonio Tajani, neo coordinatore nazionale di Forza Italia, ha incassato da par suo e poi ha risposto: “Sto benissimo dove sto, ho già fatto l’uomo di governo per tanti anni a Bruxelles”.

In realtà Silvio Berlusconi è stato protagonista di una sfuriata telefonica memorabile. Solo che dall’altra parte del telefonino cellulare c’era Antonio Tajani, uno che non si scompone neppure se gli dicono che le truppe della Russia di Putin hanno varcato il Brennero e marciano su Roma.

Fazzone e Tajani

La mancata nomina di Antonio Tajani a ministro è stata una sorpresa negativa per il Cav. La diplomazia interna di Gianni Letta e Fedele Confalonieri aveva trovato la sponda del Quirinale. Soltanto l’indicazione di Mariastella Gelmini era compatibile con l’asset berlusconiano. Non quella di Renato Brunetta e men che meno Mara Carfagna. Nomine entrambe condivise anche da Sergio Mattarella. (Leggi qui Tajani coordinatore nazionale: comanda sempre Silvio).

Tajani e la riorganizzazione

Adesso però Tajani dovrà guidare il Partito e provare a riorganizzarlo. Non sarà facile, considerando personaggi con i quali Tajani dovrà avere a che fare.

Nel Lazio il coordinatore regionale è Claudio Fazzone, senatore al quarto mandato e anche commissario della provincia di Frosinone. In Ciociaria la situazione è esplosiva da mesi. Da una parte ci sono i “fazzoniani”, vale a dire i sub commissari Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli, con il responsabile Organizzazione Giuseppe Patrizi. Dall’altra i fedelissimi di Tajani: Gianluca Quadrini e Gioacchino Ferdinandi; distante da loro ma ancora più legato al presidente c’è il fiuggino Beppe Incocciati.

Cosa succede adesso? Il Congresso è complicato svolgerlo considerando la pandemia. Nei mesi scorsi si era raggiunto un accordo per la nomina di Alessandro Battilocchio commissario provinciale, poi Fazzone ha fatto saltare il tavolo. Si erano perfino fatte circolare voci di un commissariamento di Fazzone come coordinatore regionale. Poi il senatore ha reagito e tutto è rientrato. (Leggi qui Rivoluzione Forza Italia, Battilocchio a Frosinone).

Anselmo Rotondo, Gianluca Quadrini, Alessandro Battilocchio, Antonio Tajani e Gioacchino Ferdinandi

Gianluca Quadrini intende risolvere la questione in maniera pragmatica: con una conta. Da fare subito e sul campo. Già alle prossime elezioni Provinciali: quelle nelle quali si candidano e votano solo i sindaci ed i consiglieri comunali. È lì che si vede chi ha i voti ed il seguito sul territorio.

Lui è Consigliere uscente e si ricandiderà: ha sfidato a fare altrettanto Daniele Natalia (sindaco di Anagni) e Adriano Piacentini (presidente del Consiglio comunale a Frosinone). Nelle ultime due settimane si calcola che abbia incontrato, a pranzo, circa 120 amministratori. Dall’altro fronte non arrivano risposte. E nemmeno candidati alle Provinciali.

L’equilibrio di Fazzone

Ma adesso che succede? Vero che il capo politico resta Silvio Berlusconi e che quindi non si possono cambiare i coordinatori regionali senza il via libera del Cavaliere. Però tutto sanno che i rapporti tra Tajani e Fazzone sono gelidi e che al coordinamento regionale del Lazio potrebbe guardare Maurizio Gasparri. Non soltanto direttamente, ma pure indicando una persona di si sua fiducia. Se Antonio Tajani non potrà agire come crede, allora a cosa è servito il coordinamento nazionale? Ma se dovesse forzare provocando delle fuoriuscite sarebbe ancora peggio.

Claudio Fazzone è pronto ad ogni evenienza. Con fedelissimi e truppe ha parlato più volte. Se provano a ridimensionarlo, ci sarà una reazione. La Lega di Claudio Durigon è alla finestra.