Sei mesi senza squilli. E la Ciociaria resta “malata”

Dal 4 marzo è passato un mucchio di tempo, ma temi come gli sgravi fiscali per chi investe, le bonifiche ambientali e i tempi certi per le imprese restano al palo. Nonostante il massiccio ricambio di classe dirigente al Senato, alla Camera e alla Regione

Sonno passati più di sei mesi dalle elezioni politiche e regionali del 4 marzo, quelle della grande “rivoluzione”. Anche della classe dirigente.

Quel voto ha mandato a casa i senatori Francesco Scalia e Maria Spilabotte (Pd), il deputato Nazzareno Pilozzi (Pd). Ha lasciato in panchina “mostri sacri” come Francesco De Angelis (Pd) e Mario Abbruzzese (Forza Italia). Determinando l’elezione di prima nomina per i senatori Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) e Gianfranco Rufa (Lega) e per i deputati Ilaria Fontana, Enrica Segneri (Movimento Cinque Stelle), Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi (Lega). Soltanto Luca Frusone (Movimento Cinque Stelle) è stato confermato tra gli uscenti, difendendo il suo seggio a Montecitorio. Alla Regione come lui ha fatto Mauro Buschini (Pd). Per il resto la “pattuglia” è stata profondamente rinnovata: Sara Battisti (Pd), Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia), Loreto Marcelli (Movimento Cinque Stelle). Tra gli uscenti, Mario Abbruzzese si è candidato alla Camera, mentre Daniela Bianchi, che ha concorso nella lista civica di Zingaretti, non ce l’ha fatta.

Detto tutto questo, per la Ciociaria cosa è cambiato? Nulla.

Non certamente soltanto per responsabilità dei neo eletti. I quali non hanno la bacchetta magica, ma sei mesi non sono pochissimi.

Il Governo gialloverde si è concentrato sulle grandi tematiche, a cominciare dall’immigrazione. L’Unione Europea guarda con preoccupazione al bilancio dell’Italia e il clima che si respira è molto teso.

Però la Ciociaria ha urgente bisogno di una prospettiva nel beve periodo. Il tema è molto semplice: qualcuno è ancora interessato a investire in questa zona. Le aree di crisi complesse e non complesse possono rappresentare un punto di partenza, a patto però che seguano altri provvedimenti.

Il tema degli sgravi fiscali per chi investe, dei tempi certi e rapidi per le risposte agli imprenditori (guardiamo al caso delle autorizzazioni ambientali), delle bonifiche ambientali e di tutto il resto è reale.

Chi se ne dovrebbe occupare se non gli eletti alla Camera, al Senato e alla Regione?