Lettera di un nobile che si vorrebbe 'decaduto' a un sindaco che rischia la 'decadenza'. Da cosa? Dal piglio con cui aveva affrontato la prima parte della pandemia. Quel piglio che ora si percepisce meno. E rischia di portare Daniele Natalia ad emulare Giuseppe Conte.
Gentilissimo Sindaco Daniele Natalia
Le scrivo dal mio eremo di Piglio, dove sono da tempo confinato per ovvie ragioni sanitarie e prudenziali, per farle presente quanto segue.
Questa mattina lei ha voluto rivolgersi ai suoi concittadini, approfittando della ricorrenza di Ognissanti, per fare il punto sulla situazione sanitaria della sua città. Che, va detto, non è drammatica come in altri casi, ma che comunque c’è e si fa sentire. E, giustamente, lei si è rivolto ai suoi concittadini con parole di incitamento e di speranza. Ha ricordato che «quello che stiamo vivendo è un periodo difficile, che non ci fa guardare al futuro prossimo con ottimismo».
L’appello del sindaco ad Ognissanti
Ha sottolineato che «la nostra città sta reagendo con la dignità che l’ha sempre contraddistinta. Non demordendo, mostrando che speranza e fiducia non sono stati d’animo vani ma realtà concreta». Ha lodato la «forza e la costanza con la quale i commercianti e gli imprenditori della nostra città, sostenuti dai dipendenti, continuano a lavorare con voglia e determinazione. Anche quando, come oggi, alzare la serranda del locale potrebbe sembrare un gioco che non vale la candela».
Ha ribadito «il dovere di progettare iniziative per sostenere le attività commerciali. Poi le famiglie che attorno vi hanno costruito la propria storia, ora che i contagi sono tornati su cifre pericolose. Ed ora che il governo ci ha lasciato all’auto determinazione».
Ha infine esortato tutti. «L’amministrazione comunale di Anagni vi sosterrà, vi aiuterà, non vi lascerà soli perché è questo che fa una grande comunità. Abbiamo superato la precedente crisi sanitaria. Supereremo anche questa, tutti insieme, uniti e forti come sempre».
La stessa strada di Giuseppe
Ecco, signor sindaco, mi perdoni. Ma io credo che lei stia percorrendo una strada simile a quella che sta seguendo, a livello nazionale, il presidente del consiglio Conte. Provo a spiegarmi. In questi giorni analisi e sondaggi hanno dimostrato come il favore del governo Conte stia inequivocabilmente diminuendo. Colpa del fatto che, mentre a marzo l’emergenza aveva creato un effetto-comunità, e la capacità di gestire la nuova emergenza aveva fatto percepire Conte come un leader capace. Da settembre in poi sono progressivamente emersi tutti i limiti di una maggioranza poco capace di programmare.
Scuola, sanità, tracciamento, prevenzione, crisi economica. Sono solo alcuni tra i settori in cui il governo ha dato prova di mancanza di unità e coordinamento. Con conseguenze palpabili, soprattutto sul piano della tenuta nazionale.
Io credo che lei, mi perdoni ancora, stia percorrendo una strada simile a livello locale. A marzo lei aveva dimostrato subito di saper gestire l’emergenza locale con chiarezza, ponendosi come elemento di raccordo tra il paese e i livelli sanitari e politici più alti.
Oggi invece sembra emergere una minore chiarezza nell’elaborare un progetto complessivo. Una minore capacità di gestire la seconda ondata, ed il relativo disagio dei concittadini, ovviamente per quanto attiene alle competenze locali.
Dpi, sanità e programmazione
Un esempio per tutti, sindaco: la necessità di rispettare il distanziamento sociale e l’obbligo all’uso della mascherina. Sarebbe importante farlo sapere a tutti. Ed In città in effetti, ai primi di settembre, si erano visti vigili in giro per far rispettare le regole. Oggi si vedono molto meno. E questo comporta le evidenti conseguenze.
Oppure la sanità; le ricordo che lei è stato eletto anche per il suo dichiarato impegno nel restituire alla città una sanità degna di questo nome. Oggi (è notizia di pochi giorni fa) lei polemizza con il segretario cittadino del Pd chiedendogli una mano a livello regionale. Non un gran risultato, in effetti.
O la programmazione. Si convoca un consiglio comunale per la rigenerazione urbana. Questo mentre l’ufficio competente è, al momento, sprovvisto di una figura apicale, dopo la partenza dell’architetto Maia.
O la crisi economica. Si promettono interventi, ma per il momento non si vedono nella loro concretezza.
Da Piglio, sindaco ci metta più piglio
Insomma, per farla breve, sindaco, lei sembra ingessato. E la sua solidità sembra, al momento, più dovuta alla fragilità della sua controparte che alla forza della sua maggioranza, del suo progetto, delle sue idee.
Le chiedo perciò uno scatto. Progetti concreti, misure chiare, scadenze certe, prospettive visibili. Per uscire dalla palude in cui, mi scusi ancora, io credo che lei sia caduto.
Con osservanza:
Franco Ducato
Conte (non in purezza) del Piglio