Sospetti sul voto: i consiglieri affilano le armi

Domani il Consiglio comunale sulle due indagini che puntano l'attenzione sulle elezioni del 2019. Cosa diranno maggioranza e opposizione

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Il clima è infuocato. I consiglieri comunali di Cassino affilano le armi in vista della seduta di domani. È quella chiesta da 5 dei 9 consiglieri di opposizione per discutere delle indagini concluse il mese scorso dalla Procura della Repubblica sulle scorse elezioni cittadine. Giuseppe Golini Petrarcone, Massimiliano Mignanelli, Salvatore Fontana, Benedetto Leone e Renato De Sanctis intendono mettere in difficoltà l’amministrazione di Centrosinistra che governa la città. (Leggi qui Voto di scambio e liste irregolari: le elezioni nel mirino).

Gli inquirenti sospettano che la lista del Partito Democratico sia stata presentata alle elezioni di primavera 2019 grazie anche a 48 firme false. Sono state disconosciute dalle persone che – stando ai documenti – le avrebbero apposte. Senza quelle 48 firme il Pd avrebbe avuto ugualmente il numero di sottoscrittori necessario o c’è il rischio di un annullamento? Ai fini del reato penale non fa differenza. Sull’annullamento ha giurisdizione un altro organo della magistratura: il Tribunale Amministrativo e nessuno al momento risulta aver sollevato la questione.

Altro capitolo. C’è il sospetto di un voto di scambio: un consigliere comunale del Pd avrebbe promesso posti di lavoro in cambio di preferenze.

I processi si fanno in tribunale

Giuseppe Golini Petrarcone e Benedetto Leone

Di cosa deve discutere il Consiglio comunale? I cinque Consiglieri di opposizione mettono in chiaro che non hanno alcuna intenzione di andare in Aula a fare processi. Pongono invece l’accento sulla questione morale. Vogliono attaccare politicamente il sindaco Enzo Salera sul suo terreno preferito: l’onestà e la legalità. Anche se il primo cittadino di nulla è accusato; ma è pur sempre il massimo rappresentante del Pd, il Partito che più di tutti è coinvolto nella vicenda giudiziaria.

Quale linea terrà allora la maggioranza? Il percorso deciso dai capigruppo prevede di far sfogare l’opposizione, senza accettare lo scontro politico. Semmai incuneandosi nelle divisioni delle opposizioni dal momento che 4 dei 9 consiglieri di minoranza non hanno firmato la richiesta di Consiglio comunale. Nessuno di loro al momento sembra intenzionato ad andare in Aula. Restano scolpite le parole di Franco Evangelista: “Con una guerra in corso, il Covid che ancora fa paura e la crisi delle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, non ho tempo per i capricci di 5 consiglieri comunali”.

Il punto all’ordine del giorno dovrebbe essere illustrato dall’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone che è avvocato e conosce con precisione la Procedura.

Il sospetto di Costa

Gino Ranaldi

Renato De Sanctis (che nei mesi scorsi ha rotto il dialogo con la maggioranza, accusandola di non avere mantenuto le promesse) ha già avuto un acceso dibattito pre consiliare con il capogruppo del Pd Gino Ranaldi. Gli ha ricordato gli scontri epici avuti per due anni e mezzo in Consiglio con Salvatore Fontana; De Sanctis gli ha ricordato le promesse politiche che ritiene non siano state rispettate sul fronte dei rapporti con Acea Ato5.

sulla questione prettamente giudiziaria, a scaldare il clima ci ha pensato Mario Costa, già vicesindaco ed oggi portavoce dell’amministrazione Salera. Le sue parole offrono un’altra chiave di lettura su quanto ipotizzato dalla magistratura. È probabile che su questa rotta si muova lunedì il Capogruppo del Pd nel suo intervento.

Gli sconfitti – ha ricordato Costa – avevano 60 giorni di tempo per impugnare la legittimità delle elezioni davanti al Tribunale Amministrativo. Non lo hanno fatto. Poi è successo qualcosa che non potrà però annullare quel risultato”. Ed ecco il punto chiave: “Accade che un paio di persone decidono di denunciare e, facendolo, di autodenunciarsi. Cosa è successo loro: una crisi di coscienza? Dovuta a cosa? Sono stati indotti a farlo? E per qual fine? Per colpire chi? La magistratura saprà certamente fare chiarezza su tutta la vicenda. Si è solo agli inizi”.

Sulla questione morale chiosa: “Si tratta di un tasto che qualcuno farebbe bene a non toccare, come prudenza suggerirebbe”. Ma quello di domani non sarà un Consiglio all’insegna della prudenza, tutt’altro.