Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 12 maggio 2022

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto in questo giovedì 12 maggio 2022 e cosa ci attende nelle prossime ore

I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto in questo giovedì 12 maggio 2022 e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

GIANLUCA QUADRINI

Gianluca Quadrini

Ci ha rimesso il timone della Comunità Montana di Arce e parte della sua credibilità politica: le accuse d’avere pilotato gare verso ditte amiche invece erano del tutto infondate. Il tribunale di Cassino ha assolto ‘perché il fatto non sussiste‘ l’ingegner Gianluca Quadrini, capogruppo della Lega in Provincia di Frosinone.

Avrebbe potuto attendere sette mesi ed aspettare che tutto si prescrivesse. Invece ha preferito prendere per buone le accuse, rinunciare ad ascoltare i testimoni, accelerando i tempi. E dopo oltre sei anni ha ottenuto la sua sentenza. (Leggi qui Comunità Montana, Quadrini non pilotò le gare: assolto).

Ascoltato il verdetto non ha inveito contro un’indagine che gli ha condizionato la carriera politica: ha ribadito la sua fiducia nella magistratura. Puntando però il dito verso chi ha usato quell’indagine per colpirlo politicamente.

Nella sua dichiarazione alla stampa ha fatto chiaro riferimento all’uso strumentale che qualcuno ha voluto fare di quell’indagine. Per screditarlo con i suoi referenti politici, facendogli terra bruciata, minando il suo bacino elettorale. Chiusa la vicenda non ha parlato di rivalse: si è limitato a dire “se qualcuno pensava di fermarmi sappia che andrò avanti”.

Il presidente risorto.

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

In apertura del Consiglio dei Ministri riunito a Palazzo Chigi, Mario Draghi ha detto che Russia e Usa devono mettersi intorno ad un tavolo e parlare, perché solo così si arriverà ad una soluzione della guerra in Ucraina. «C’è uno sforzo che tutti gli alleati devono fare. Biden deve chiamare Putin. I contatti devono essere intensificati a tutti i livelli. Occorre la capacità non di dimenticare, perché è impossibile, ma di guardare al futuro».

Indica la strada. Lo fa con autorevolezza. Senza cedimenti: l’Italia cerca di innescare una de escalation, costruendo le condizioni affinché si realizzi una via d’uscita dal conflitto. Nel pomeriggio c’è stata una telefonata su questo tema tra Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron: i presidenti di Italia e Francia stanno cercando di bilanciare la posizione dei falchi, allarmati da un Russia che potrebbe fare ai loro confini lo stesso che ha fatto con quelli dell’Ucraina.

Senza strappi, senza minare la compattezza del fronte, ha inviato un messaggio a Putin ricordandogli che si sta dissanguando in una guerra di trincea, lunga e costosa; lo ha inviato a Biden, ricordandogli che è questo il momento per approfittare dello stallo ed individuare una via d’uscita onorevole.

L’autorevole linea della ragionevolezza.

FLOP

FRANCESCO ZICCHIERI

Francesco Zicchieri (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Si è dimesso da vice capogruppo della Lega a Montecitorio con un ragionamento ineccepibile. “Me ne vado – ha spiegato – perché ho una dignità. La ricandidatura? Non sono alla ricerca di una rielezione: è più importante poter guardare serenamente negli occhi i miei figli”. Non è un problema politico. “La cosa è soltanto personale. Sono deluso umanamente e per me viene prima il rapporto umano. Tra me e Matteo c’era un’amicizia che partiva da prima della candidatura. È quella fiducia umana ad essere venuta meno”. (Leggi qui Zicchieri rompe con Salvini: “Sleale e inaffidabile”. Lascia la Lega).

Ci sta. Comprensibile. La dignità viene prima di ogni altra cosa. Ma il discorso fa una piega. E non di poco conto. Chi fa politica fino al punto di diventare Deputato, addirittura è vice capogruppo a Montecitorio, ha il dovere di anteporre gli interessi del Partito a quelli personali; mettendo al primo posto la ragion di Stato e poi le proprie amarezze personali.

Se la divergenza fosse stata su temi politici allora nulla quaestio. Invece è pacifico che qui la politica non c’entra. Questo genere di rotture può avvenire nella vita di tutti i giorni, in politica si deve viaggiare ad un altra quota.

Troppo di pancia.

BENEDETTO LEONE

Benedetto Leone

Ha detto quello che pensa. Con sincerità e chiarezza politica. L’ex vicesindaco Benedetto Leone pensa ad un centrodestra diverso da quello che oggi sta all’opposizione consiliare di Cassino. Diverso soprattutto nelle linee politiche e poi, conseguentemente, anche negli uomini che lo interpretano. Perché se cambia la musica devono cambiare anche gli orchestrali. (Leggi qui Leone, un nuovo centrodestra per ruggire).

Il fatto è che lo costringeranno a puntualizzare, limare, correggere. E non perché abbia torto. Ma perché ha fin troppa ragione. Ma le alleanza elettorali si fanno per vincere. E l’aritmetica delle votazioni prevede solo addizioni e moltiplicazioni, non c’è spazio per altre operazioni. men che meno per una riduzione del fronte. Dopotutto, non è da tutti fare ciò che decise Enzo Salera tre anni fa: rifiutò alcuni candidati con una dote di voti immensa e certa; avevano il peccato originale di provenire dal fronte opposto.

In politica, dire e poi limare è consuetudine: Silvio Berlusconi ha fatto un must del suo ‘sono stato frainteso‘. Con il quale fa retromarcia dopo avere lanciato la bomba politica incendiaria. È diventato un modo di far sapere ciò che si pensa ed innescare la reazione del proprio fronte.

È quello che sta facendo Benedetto Leone. Con abilità anche superiore a quella dello scenario su cui si sta esibendo. Dimenticando che anche quando si esagera non si può essere troppo sinceri.

Peccato di sincerità.