Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 12 marzo 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo sabato 12 marzo 2022

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo sabato 12 marzo 2022.

TOP

RICCARDO MASTRANGELI

Riccardo Mastrangeli con l’ambasciatore dello Sri Lanka

Spesso sono i dettagli, a fare la differenza. L’assessore alle Finanze del Comune di Frosinone è stato lontano dai riflettori per l’intera durata dei due mandati del sindaco Nicola Ottaviani, apparendo soltanto nei momenti centrali e legati al suo ruolo. Ad esempio, l’approvazione del piano che sta azzerando i debiti accumulati negli anni, l’acquisizione del teatro Nestor, la definizione dell’acquisto dell’immobile ex Bankitalia nel quale spostare la sede del Comune. Ora che è arrivato il suo momento si sta prendendo la scena e se la sta prendendo a modo suo.

Ha sostituito quasi tutti gli incontri ufficiali il sindaco uscente Nicola Ottaviani. Nella giornata di ieri ha ricevuto l’ambasciatore dello Sri Lanka. E lo ha accompagnato a visitare il nuovo municipio: senza interpreti, conversando con lui in un fluente inglese, attuando tutte le regole dell’etichetta diplomatica.

È esattamente la cifra stilistica che Riccardo Mastrangeli vuole portare a Frosinone nei 5 anni del suo mandato qualora vincesse le prossime Comunali. In pratica: aprire la città e sprovincializzarla, darle una dimensione internazionale attraverso eccellenze come l’Accademia di Belle Arti ed il Conservatorio. Non lo ha detto da un palco: ha iniziato a farlo. Lasciando che a parlare fossero i dettagli: quelli che fanno la differenza. (Leggi qui Inizia la migrazione nelle file di Marzi).

Frosinone mondiale

ANTONIO POMPEO

Per alcuni è un complimento, per altri è un insulto. Ma è innegabile che nelle ore scorse il sindaco di Ferentino (nonché presidente della Provincia di Frosinone e leader della componente Pd Base Riformista) si sia comportato da vecchio democristiano.

In pratica, ha tenuto in ammollo politico per tre mesi il suo avversario alle scorse elezioni Giuseppe Virgili dopo avergli fatto attraversare il guado portandolo nella sua maggioranza. E soltanto ieri gli ha assegnato la delega da assessore alle Manutenzioni: un ruolo che non lo pone al centro di una cancelleria ma gli assegna un ruolo operativo all’interno della giunta. Dove sta l’importanza strategica in un’operazione all’apparenza tutta banale? (Leggi qui L’assessorato a Virgili: questione di… Bilancio?).

È presto detto. Con questa scelta dei tempi Antonio Pompeo ha ulteriormente messo all’angolo l’opposizione interna guidata dall’ex sindaco Piergianni Fiorletta e dall’ex vicesindaco Luigi Vittori, negandogli i numeri (che Virgili avrebbe portato) per metterlo sotto scacco sul Bilancio. Ha ribadito alle altre componenti Pd che non ci sono margini per un assedio e che gli conviene continuare a dialogare con lui, come sta avvenendo dalla scorsa estate. La conta, invece, si farà alle prossime elezioni Regionali.

Democristiano non ancora vecchio.

FLOP

MEZZA OPPOSIZIONE DI CASSINO

Doveva essere l’occasione per mettere in imbarazzo il sindaco di Cassino Enzo Salera. Ed i presupposti ci sono tutti. Stanno nelle due inchieste appena concluse dalla Procura della Repubblica cittadina: la prima, sospetta che un consigliere comunale di maggioranza abbia promesso posti di lavoro in cambio di voti; la seconda, sospetta che ci sia un discreto lotto di firme false a sostegno della presentazione della lista Pd.

È la scelta dei tempi ad avere rovinato tutto. Cinque dei nove Consiglieri d’opposizione hanno annunciato la richiesta di un Consiglio Comunale nel quale chiedere conto di queste accuse. Dimenticando però che l’Italia è una Repubblica nella quale la presunzione d’innocenza è al centro della sua civiltà giuridica: al momento non c’è alcuna richiesta di processo, ci sarà tra qualche giorno o settimana al massimo; ma i 5 consiglieri hanno dato per fatti quelli che al momento sono solo indizi, dimostrando di non avere in posizione centrale uno dei principi cardine del nostro Diritto.

E infatti, l’altra metà della minoranza, non ha né condiviso né partecipato alla loro iniziativa. Dimostrando ancora una volta la profonda spaccatura che c’è tra le opposizioni all’amministrazione Salera.

Troppo precipitosi.

GIANCARLO GIORGETTI

Giancarlo Giorgetti (Foto Imagoeconomica)

«L’azienda deve continuare a credere nella produzione in Italia»: parole pronunciate ieri dal ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti commentando il tavolo Stellantis tenuto il giorno procedente. Un Tavolo che ancora una volta ha portato nulla di concreto per lo stabilimento Cassino Plant, tranne parole di grande effetto e nessuna sostanza, come “Sarà la casa di Alfa Romeo”. Grazie ma lo avevamo già scritto un anno fa.

La sostanza è quella che nelle ore scorse gli ha fatto notare Fratelli d’Italia tramite  il coordinatore del Dipartimento per le Crisi Aziendali nel Lazio Gabriele Picano. E cioè finora gli unici segnali di concretezza non sono arrivati dall’azienda ma dagli industriali di Unindustria. Finora sono stati loro a parlare di numeri, progetti, soldi: 144 milioni di euro, messi sul piatto da loro, per trasformare l’intero indotto ed elevarlo a Tier One cioè interlocutore diretto dei grandi player dell’Automotive (Leggi qui Gran Casin(ò) Stellantis: una partita a poker su più tavoli).

Non basta dire che «L’azienda deve continuare a credere nella produzione in Italia»: bisogna mettere l’azienda in condizione di restare sul territorio, rendendolo industrialmente attrattivo. Cosa che l’Italia in questi anni non ha fatto.

Parole, parole, parole.