La resa nei conti che a nessuno conviene fare

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Giurano che le trattative siano andate avanti per ore, dietro le quinte del Marriot Hotel.

Mentre sul palco andava in scena l’Assemblea Nazionale chiamata a ratificare la nomina di Matteo Renzi a segretario nazionale del Pd, i fidatissimi Lorenzo Guerini , Luca Lotti ed Ettore Rosato, combattevano una battaglia corpo a corpo con i capicorrente dei tantissimi petali del Giglio Magico.

Tutto tempo perso. Il nuovo Pd non ha un Segretario Politico: ha appena incoronato un monarca. Assoluto: con il 70% dei consensi. E da re si comporta Matteo Renzi quando cancella con un tratto di penna i nomi appena decisi: fuori i sindaci, dentro una pattuglia di ragazzini. Qualcuno ha iniziato da poco ad usare il pennello da barba, con i suoi vent’anni.

E’ un tratto di penna che guarda in faccia a nessuno: fuori 15 renziani, via qualche pedina di Dario Franceschini, in proporzione vengono decapitati anche i nomi delle file di Andrea Orlando. A Matteo Orfini giurano che sia stato presentato il conto per qualche candidatura imposta nelle varie federazioni. Bastonato ma pur sempre presidente nazionale del Partito.

La pattuglia frusinate ha disciplinatamente alzato la tessera per votare (leggi qui ‘Il voto dei frusinati all’Assemblea Pd’). Ma alla fine un appiglio nella stanza dei bottoni lo ha.

E’ la vice segretaria provinciale Sara Battisti a ricordare che la sua componente ha un uomo dentro la Direzione Nazionale, lì dove si decide. Lo fa con il Comunicato che nel pomeriggio si conclude rivolgendo «un augurio a Claudio Mancini, riferimento importante dentro la Direzione Nazionale del Partito Democratico, vicino da sempre alla nostra provincia».

Il tenero mastino degli orfiniani manda così un nuovo messaggio a tutta la Federazione Provinciale. Il secondo dopo avere azzannato ai polpacci il Segretario Simone Costanzo durante la riunione di giovedì scorso (leggi qui ‘Il morso di Battisti a Costanzo durante la Direzione Pd’). Questa volta Sara Battisti avverte che la componente non arretrerà d’un centimetro di fronte alle candidature al Senato, alla Camera, alla Regione Lazio. Ancora una volta, il nome sul quale venderanno cara la pelle sarà quello di Francesco De Angelis per una posizione eleggibile in Parlamento. E poi Mauro Buschini alla Regione. E la stessa mastino Battisti in quota rosa.

Il messaggio è per la santa alleanza che si sta componendo tra Nicola Zingaretti – Bruno Astorre – Claudio Moscardelli – Francesco Scalia. Di fronte alla quale, nel silenzio dell’entroterra provinciale, più di qualcosa si sta muovendo. Non solo a Cassino (leggi qui). Ad esempio nella Broccostella del fedelissimo Sergio Cippitelli non si è costituito il seggio per votare alle Primarie di due domeniche fa. E le esigue truppe Pd sono dovute andare a votare a Sora.

L’orizzonte è in movimento. E tra quelli che stanno lavorando tantissimo per muovere le nubi c’è proprio Simone Costanzo. E’ lui ad avere mandato su tutte le furie i Giovani Turchi di De Angelis – Buschini – Battisti (leggi qui). Lui era a Roma per incontrare il governatore Zingaretti e scrivere insieme le tappe della prossima agenda politica in provincia (leggi qui). Sta giocando con freddezza le carte che potrebbero assicurare uno spazio politico alla sua componente, in vista delle prossime candidature, ritagliandolo lì dove sono già allo scontro non dichiarato Antonio Pompeo con Marino Fardelli.

Ha già detto che subito dopo le Comunali è disposto ad avviare il dibattito politico che rimetterà tutto in discussione. Non prima delle Comunali. Perché nessuno vuole essere il pretesto per un’eventuale ko. Fino a quel momento il dogma è tutti uniti. Poi si vedrà. Ma nel gioco determinato dalle carte distribuite da Simone Costanzo c’è un dato temporale importante: a nessuno converrà mandare in cocci la Federazione proprio mentre a Roma staranno decidendo le candidature. Ed un capro espiatorio da tenere fuori sarebbe utilissimo a tutti.

Forse allora tutti troveranno conveniente evitare la crisi ed il congresso straordinario. Meglio un sano accordo che soddisfi tutti. Piuttosto che rischiare di ritrovarsi fuori, con il pretesto d’essere il capro.

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