Il sindaco di Ceccano ad un passo dall’essere sfiduciato. Ma se si ricandida mette a serio rischio la vittoria del centrodestra guidato dal senatore di Fratelli d’Italia. I casi di Anagni, Cassino e del Cosilam. Ormai in Ciociaria si vota “contro”.
Prima Fausto Bassetta, poi Carlo Maria D’Alessandro. Entrambi sindaci: il primo di Anagni, il secondo di Cassino. Mandati a casa attraverso le dimissioni di massa. Che poi hanno aperto la strada alla vittoria delle coalizioni avversarie. Quella di centrodestra guidata da Daniele Natalia nella città dei Papi, quella di centrosinistra, capitanata da Enzo Salera nella città Martire.
Volendo, si può aggiungere anche il caso della presidenza del Cosilam, con Mario Abbruzzese costretto poi alle dimissioni per via delle solite dimissioni di massa. Adesso a Ceccano si sta profilando lo stesso scenario, con una differenza però: niente dimissioni di massa (almeno finora), si va in Aula a votare la mozione di sfiducia già firmata da 9 consiglieri però. Quindi, se nessuno si rimangia la firma, non ci sono possibilità per Roberto Caligiore. Il sindaco ha contro l’intera opposizione e due esponenti di maggioranza, Tonino Aversa e Marco Corsi. Altri due li aveva persi nel corso del mandato. Rapporti politici e personali logorati da tempo. (leggi qui la cronaca della notte Caligiore è finita: nove firme e tutti a casa).
In provincia di Frosinone le dimissioni di massa sono diventate il mezzo più utilizzato per mandare a casa l’avversario o perfino l’alleato politico. A Ceccano la mozione di sfiducia potrebbe aprire una fase diversa, quella del confronto in aula, nel quale ci si guarda negli occhi. In ogni caso, comunque andrà a finire, lo scenario che si apre rischia in ogni caso di mandare in frantumi la maggioranza di centrodestra. Perché basterà che Roberto Caligiore si candidi a sindaco per rompere il fronte unitario, voluto peraltro dal senatore Massimo Ruspandini, chiamato a spiegare ai vertici di Fratelli d’Italia come e perché si è arrivati fino a questo punto.
Riprende quota Riccardo Del Brocco, ma bisognerà pure vedere come si organizzerà il centrosinistra a Ceccano, per decenni inespugnabile roccaforte rossa. Al punto di essere definita la Cuba della Ciociaria. Anche perché le amministrazioni sfiduciate, molto difficilmente vincono le elezioni successive alla caduta. I rumors dicono che il taglio dei Parlamentari potrebbe determinare uno scenario inimmaginabile fino a poche settimane fa: con il senatore Massimo Ruspandini che potrebbe decidere tra la candidatura in Regione Lazio oppure in municipio.
Intanto però viene fuori un quadro già emerso nel recente passato. In provincia di Frosinone le tradizionali coalizioni di centrodestra e centrosinistra non esistono più, sono ormai scomposte e divorate da rancori e personalismi. Alle elezioni lasciano spazio alle liste civiche, che vincono ma poi faticano a governare. I Partiti non riescono a garantire e controllare più nulla. A Patrica il sindaco Lucio Fiordalisio ha sbattuto la porta in faccia al Pd. Attenzione però ai sindaci, anche a quelli isolati e potenzialmente sfiduciati. Potrebbero avere difficoltà a vincere, ma non a determinare la sconfitta di altri.