Primi effetti del Governo Draghi sui territori. A Formia il centrodestra potrebbe andare diviso alle urne. la Lega al tavolo con Costa ed i civici che hanno buttato giù Paola Villa. C'è il Pd. E si tenta l'aggancio a Forza Italia
Effetto Draghi sulle elezioni Comunali di Formia: l’unità del centrodestra non è più un dogma. La Lega cittadina si piazza sulla scia del “capitano” Matteo Salvini, entrato nel governo Draghi insieme a Forza Italia e lasciando fuori da Palazzo Chigi i Fratelli d’Italia. Allo stesso modo a Formia il Carroccio ha iniziato le manovre per dare vita ad una coalizione elettorale al di fuori del centrodestra unito.
È così che venerdì sera presso la clinica privata Casa del Sole si è riunito un tavolo con lo scopo di verificare se può diventare coalizione elettorale. A formarlo sono le civiche ed i Partiti che hanno buttato giù l’amministrazione del sindaco Paola Villa. Ospiti dell’imprenditore Maurizio Costa, fondatore della civica Ripartiamo con voi, sono stati il capogruppo uscente dell’Udc Erasmo Picano, l’ex sindaco Dem di Formia Sandro Bartolomeo ed il presidente dell’assemblea degli iscritti Pd Gennaro Ciaramella, il gruppo consiliare della Lega (Antonio Di Rocco e Nicola Riccardelli) con il dirigente cittadino Amato La Mura.
Inchieste no, coalizioni forse
A rivelare l’incontro è stato lo stesso Maurizio Costa. Lo ha fatto a margine di una conferenza stampa convocata per escludere l’esistenza di un’indagine della Procura sull’attività della sua struttura sanitaria convenzionata con la Regione.
La voce era circolata nei giorni scorsi. Facendosi così insistente da indurre l’imprenditore a convocare una conferenza per smentirlo. “Se mi vogliono intimidire mi troveranno ancor più determinato a portare avanti un progetto politico che vuole dare a Formia un governo stabile, affidabile e con molte idee”.
Rivelando l’esistenza del tavolo ha sottolineato che sono stati chiamati a farne parte solo quei soggetti che “convintamente” hanno voluto far voltare pagina alla gestione del comune dopo i 30 mesi a guida Paola Villa. “Siamo sempre più determinati a far nascere questa coalizione elettorale”.
A cosa punta? “Al ritorno ai principi del confronto, del dibattito e anche dello scontro. Ma gli elementi comuni denominatori sono l’educazione e la civiltà. Sono sotto tutti gli occhi i danni provocati da un certo populismo che anche a Formia ha creato problemi inimmaginabili”.
Costa ha spiegato che a quel tavolo c’erano “persone di diversa estrazione culturale e politica, dotate di un invidiabile bagaglio di comprovata affidabilità gestionale e amministrativa, capaci di aggregare e di essere tutte utili alla causa: quella di rimettere in piedi Formia”.
Prima di Prodi e prima di Draghi
Maurizio Costa e Sandro Bartolomeo tornano a dialogare di politica dopo il loro primo incontro di vent’anni fa. Fu l’ex sindaco a volere nel 2001 l’imprenditore quale candidato del centrosinistra per sostituirlo: Bartolomeo aveva appena rassegnato le dimissioni dall’incarico per puntare alla Camera. Entrambi persero i rispettivi appuntamenti con le urne e le strade si divisero.
Il solco si fece più profondo alle amministrative del 2013: Costa fu il candidato sindaco del senatore centrista Michele Forte (che non ricevette il sostegno di Forza Italia) e ad avere la meglio fu Sandro Bartolomeo che diventò sindaco per la quarta volta in 20 anni.
Maurizio Costa ha liquidato queste nuove convergenze con una battuta: “Sandro nel 1993 ha anticipato di tre anni, rispetto a Romano Prodi, la nascita dell’Ulivo. Ora devo dire che quello che ha realizzato in questi giorni il professor Mario Draghi noi l’abbiamo in gestazione da mesi. Siamo convinti che la città, che è più matura della sua classe politica, capirà la bontà di questo progetto”.
Come Draghi: si punta a Forza Italia
La Lega non commenta. Ma ha informato “chi di dovere delle iniziative assunte localmente”. Insomma il coordinatore regionale Claudio Durigon “è a conoscenza” di questi approcci trasversali.
Anche perché la coalizione potrebbe allargarsi. Maurizio Costa ha rivelato che si sta tentando un dialogo anche con Forza Italia. Il Partito nei giorni scorsi ha avanzato la possibilità di candidare come sindaco mister preferenze Gianluca Taddeo che è da anni il Consigliere più votato. Ma di fronte alla gelida accoglienza manifestata dallo Stato Maggiore della Lega potrebbe ora convergere su questa soluzione “alla Draghi”. (Leggi qui Le incompiute pontine di un centrodestra senza mastice).
I rapporti tra Costa ed il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone sono ottimi. Sul piano personale e politico. Una conferma? La decisione della sua lista Ripartiamo con voi di convogliare i suoi voti alle elezioni provinciali del 2019 sul nome di Luigi Coscione, candidato di Forza Italia ma consigliere a Gaeta.
Bartolomeo e la fase nuova
Un lavoro diplomatico l’ex sindaco Sandro Bartolomeo lo sta compiendo soprattutto nel suo Partito, il Pd. Il segretario comunale Luca Magliozzi pensa sempre ad una candidatura di bandiera, magari con transfughi provenienti dalla maggioranza Villa. Ma l’ex primo cittadino la considera inutile perché “in questo modo faremo la fine del partito di Fondi e Terracina che è riuscito a fatica ad eleggere il proprio candidato a sindaco e poi rischiare il commissariamento del partito regionale. Serve uno scatto di reni…”
Un elemento è sicuro: Sandro Bartolomeo non sarà della partita. Non come candidato. Ma dietro le quinte ci sarà eccome. Ed è convinto della formula Draghi.
“Gli schieramenti contrapposti – dice – hanno fatto il loro tempo, occorre aprire una fase nuova con lo stesso coraggio che ebbi nel 1993. Se la situazione nazionale ci aiuta a superare barriere, steccati e pregiudizi – ha osservato l’ex sindaco – spero che tutto il Pd voglia sostenere questa proposta, ridiventando protagonista”.
Ilprogetto elettorale di salute pubblica vede d’accordo i Segretari Provinciale e Regionale del Pd: Claudio Moscardelli e Bruno Astorre. Almeno da quest’ultimo è attesa una telefonata a Magliozzi per riproporre uno schema elettorale simile a quello del vicino comune di Gaeta. Nessun simbolo di Partito, tante liste civiche di riferimento che potrebbero far saltare il tavolo al centrodestra.
Fratelli uguali ad ogni latitudine
Fratelli d’Italia è alle finestra. Utilizzando lo stesso linguaggio della sua leader nazionale Giorgia Meloni contro il governo Draghi, censura quelle che definisce “ipotesi di ammucchiate elettorali tra posizioni agli opposti su tutto, a cominciare dalla visione della città”.
Il suo portavoce Giovanni Valerio da una parte stigmatizza “ammucchiate con la sinistra” e dall’altra dimentica che alle amministrative del 2013 fu candidato ed eletto in una lista appoggiata dal Partito Democratico. Ora lancia un appello per “fare chiarezza nell’interesse della città e dei Formiani, i quali hanno bisogno di trasparenza”. (Leggi qui In purezza: FdI sfratta Conte dai suoi progetti elettorali).
Valerio considera ora “opportuno concordare una riunione tra Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Formia ConTe”. Per fare cosa? “Semplicemente perché ciascuno esprima la propria posizione in maniera cristallina così da uscire da ogni ambiguità”. Intende “iniziare a lavorare per programmi condivisi e su una possibile individuazione di un candidato unitario”.
Il centrodestra a Formia è morto nella culla.