Il disastro di Ripi seppellisce un centrodestra provinciale al capolinea

Dopo le dimissioni di massa a Cassino e Ceccano, dopo il massacro politico alle elezioni Provinciali e dopo tanto altro, emerge che la coalizione non ha una classe dirigente all’altezza della situazione. Servirebbero stagioni come quelle che video protagonisti Iannarilli, Pallone, Foglietta e Formisano.

In provincia di Frosinone lo schema del centrodestra non esiste da tempo. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si ricordano di essere coalizione soltanto alle Politiche e alle Regionali. Ma sempre all’ultimo istante utile, quando occorre definire il quadro delle candidature. Quanto successo ieri sera a Ripi è indicativo. (Leggi qui La cena al Vicoletto avvelena il sindaco di Ripi: cade l’amministrazione).

Al di là delle lacerazioni e delle antipatie sul piano personale, non si vede uno straccio di classe dirigente di coalizione. Per intenderci, non si vedono schemi come quelli che per decenni hanno disegnato Antonello Iannarilli e Alfredo Pallone in Forza Italia, Anna Teresa Formisano nel Ccd, Alessandro Foglietta in Alleanza Nazionale. Nessuno parla con nessuno e, soprattutto, nessuno ha una legittimazione politica riconosciuta da tutti gli altri.

SEMENTILLI E D’ARPINO

Se adesso tocca a Fratelli d’Italia pagare il prezzo politico della caduta di un proprio sindaco, Piero Sementilli, domani toccherà agli alleati.

Fra l’altro negli ultimi tempi non sono mancati episodi anche più clamorosi. Le dimissioni di massa contro il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, le manovre che hanno posto fine alla consiliatura di Carlo Maria D’Alessandro a Cassino, la resa dei conti al Cosilam con la messa in minoranza di Mario Abbruzzese. Non ci si improvvisa classe dirigente, non è possibile.

La Lega è eternamente impegnata in un radicamento sul territorio che non avviene perché impostato soltanto sugli schemi di una campagna acquisti.

Fratelli d’Italia è il Partito maggiormente organizzato, ma snaturano il Partito operazioni come quella di un’intesa con Antonio Pompeo alla Provincia: Daniele Maura di FdI presidente d’Aula nell’ambito di un patto de facto con cui mantenere in equilibrio la consiliatura.

TOMMASO CICCONE

Forza Italia continua ad avere la maggioranza dei sindaci e degli amministratori, ma ognuno agisce per conto suo a seconda della latitudine. Non esiste alcuna sintonia tra il vicecoordinatore regionale Gianluca Quadrini e i commissari provinciali Adriano Piacentini, Daniele Natalia e soprattutto Rossella Chiusaroli.

Alle elezioni per la presidenza della Provincia Tommaso Ciccone è stato letteralmente “massacrato” dl fuoco amico degli alleati e mai si è fatto autocritica su un episodio del genere. Manca il concetto stesso di coalizione. Non esiste feeling tra la Lega di Francesco Zicchieri, Forza Italia di Claudio Fazzone e Fratelli d’Italia di Massimo Ruspandini. Ognuno difende il suo fortino.

La coalizione non esiste e alla fine sarà questa la pietra tombale del centrodestra provinciale.