Il medico che lavora troppo e la strada che miete ancora vittime

Ci ha dovuto pensare Mattarella a non far multare i primi medici per «troppi straordinari» fatti durante la pandemia. Troppi come i morti lungo la strada regionale 630, la Cassino-Formia: due in un mese nello stesso punto di San Giorgio a Liri. Rispunta lo spartitraffico, ma il Comune preferisce gli autovelox. Se ne discute "A Porte Aperte" con Medicina d'urgenza, Polizia stradale e Regione Lazio.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Si è dovuto scomodare il presidente della Repubblica per far cancellare la vergogna: le prime multe fatte ai medici italiani con «troppi straordinari» nei periodi di piena emergenza Covid. Ma è una vergogna anche continuare a contare le vittime su una strada pericolosissima come la Regionale 630 Ausonia: meglio conosciuta come Cassino-Formia. Perché i progetti di messa in sicurezza sono pronti da tempo, ma i lavori non si sono ancora visti.

Nella sesta puntata di A Porte Aperte se ne dibatte allora con la Medicina d’urgenza, la Polizia stradale e la Regione Lazio. Nonché con il Comune di San Giorgio a Liri. Soltanto nel tratto cittadino della maledetta Sr 630 si sono registrate due vittime negli ultimi due mesi.

C’è il dottor Fabrizio Cristofari, pluripresidente dell’Ordine provinciale dei medici e direttore del Pronto Soccorso di Frosinone e delle osservazioni brevi di Alatri e Anagni. C’è il vicequestore Stefano Macarra, da quasi sei anni comandante provinciale della Polstrada. E c’è l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, da sette mesi delegato all’Urbanistica. In collegamento, dopo un Consiglio comunale in materia, interviene il sindaco di San Giorgio a Liri Francesco Lavalle.  

Le vittime della strada

Il 9 settembre scorso l’incidente tra un’auto e uno scooter che ha distrutto la storia di due giovani sposini. Graziella Parente, 30enne di Coreno Ausonio, è morta sul colpo. Francesco Piccolino, 34enne di Ausonia, ne è uscito gravemente ferito. Erano tornati dal viaggio di nozze appena qualche settimana prima. Dopo un mese esatto, l’analogo scontro costato la vita a Emilio Della Rosa, imprenditore sangiorgese di 64 anni. In questo caso, la Procura di Cassino ha anche aperto un fascicolo per omicidio stradale.

Non è che non sia stato progettato e fatto nulla o non si possano reperire finanziamenti per andare oltre qualche rotatoria. A fermare i lavori era stata quasi cinque anni fa un’ordinanza dell’allora sindaco Modesto Della Rosa. Il suo successore Francesco Lavalle ora ha ora revocato quel provvedimento che frenava l’installazione di uno spartitraffico da parte dell’Astral: il gestore della rete viaria regionale. Si parla di un tratto stradale intorno al quale cui si è sviluppata buona parte dell’economia commerciale dell’odierna cittadina di tremila anime.

Lo spartitraffico diminuirebbe i rischi dovuti ai frequenti tagli di strada e inversioni di marcia. Non è mai stata però troppo gradita a residenti e commercianti. Costringerebbe a fare il giro largo per cambiare carreggiata. C’è un limite di velocità fissato a cinquanta chilometri orari, ma c’è chi quella strada la percorre anche quattro volte più veloce. Ecco perché l’Amministrazione Lavalle, passando per il Consiglio, preferirebbe la realizzazione di rotatorie e l’utilizzo di autovelox mobili con postazioni fisse delle forze dell’ordine.  

Il tampone della Regione

Pasquale Ciacciarelli

Sono 34 chilometri ad alta tensione che portano dal Cassinate fino al litorale pontino e viceversa. Uno stradone che collega ad altre due arterie strategiche: l’autostrada a Cassino, la via Casilina , la superstrada Cassino-Sora e da qui ad Avezzano e l’Abruzzo. Sono interessate, nel senso di marcia, anche Pignataro Interamna, Esperia, Castelnuovo Parano e Ausonia. Nonché Spigno Saturnia, ormai nella provincia di Latina, prima dello svincolo per l’Appia.     

Poco più di un mese fa si era tenuto un apposito tavolo tecnico regionale promosso dall’assessore Ciacciarelli: che è originario proprio di San Giorgio a Liri. I Comuni interessati sono stati messi attorno a un tavolo con l’assessora al ramo Manuela Rinaldi, le Prefetture di Frosinone e Latina, e i due enti incaricati dei lavori: l’Astral sulle Regionali e l’Anas sulle Statali.

Ormai approvato il bilancio regionale, che desta preoccupazioni, Ciacciarelli può ora annunciare un investimento tampone di 1.2 milioni di euro per la messa in sicurezza delle situazioni più urgenti nella strada cimiteriale 630. L’assessore annunciato che i tecnici hanno già predisposto i progetti ed entro due settimane verrà inviata la comunicazione ai sindaci dei centri interessati. In seguito «verrà convocato un tavolo a Roma».

Vogliono gli autovelox

Stefano Macarra

La polizia può vigilare. Ma non può essere la soluzione a tutti i mali. Su questo il vicequestore Macarra è chiaro. La polizia può fare la sua parte ma la strada deve essere manutenuta ed adeguata, gli automobilisti devono percorrerla rispettando il Codice. Ovvietà? Mica tanto.

«Tutti gli attori sul campo, ovvero parte politica, forze dell’ordine e gestore della strada, devono contribuire ad assicurare la sicurezza stradale – assevera il vicequestore Macarra -. Purtroppo, però, non c’è una cultura della sicurezza. Si tende sempre al sorpasso del veicolo più lento, senza parlare dell’uso degli smartphone al volante. Basta dire che il 99% degli incidenti è per errore umano, non per cause accidentali».

Due morti nel giro di un mese. Il Consiglio comunale si è allora stretto attorno a una mozione per la messa in sicurezza del tratto urbano della Sr 630. «Nel corso degli anni ci sono stati fin troppi incidenti con morti e feriti – così il sindaco Lavalle -. Già dall’anno scorso avevamo fatto presente le problematiche di questa strada, in cui non si rispettano limiti di velocità e attraversamenti pedonali. Abbiamo le nostre proposte da presentare al tavolo regionale».  

Dalla strada all’ospedale

Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Tra queste ce n’è una su tutte: «Bisogna riprendere i progetti di “traffic calming” (moderazione del traffico, Ndr) tra i chilometri 8 e 12 – rilancia il sindaco di San Giorgio a Liri -. Gli automobilisti sono costretti a fare quattro chilometri in più per tornare a casa. Quindi ben vengano rotatorie anche agli svincoli per Esperia e San Giorgio a Liri e un’altra intermedia».

Da quella strada ad alta incidentalità si finisce spesso in ospedale. Entrano in azione i medici che ai tempi del Covid che furono definiti “eroi”: per essere stati sempre in prima linea. Vivevano separati dalle famiglie, sempre pronti a entrare in azione. Lo hanno fatto anche troppo secondo una direttiva nazionale.

Era quella che chiedeva di sanzionare gli operatori sanitari che non hanno rispettato il periodo di riposo. Quando la norma va a scontrarsi con la realtà delle cose.  Sono gli stessi medici che, anche negli orari consentiti, vengono anche aggrediti verbalmente e fisicamente da chi devono soccorrere o dagli accompagnatori. Il dottor Fabrizio Cristofari è uno specialista della Medicina d’urgenza.

Solidarietà ai medici multati

Fabrizio Cristofari (Foto: A.S.Photo / Andrea Sellari)

Cristofari comprende quegli animi agitati: «In Pronto Soccorso le situazioni di tensione, quelle che sfociano in aggressioni, si possono contare sulle punte delle dita. È comprensibile il disagio di pazienti e familiari, visto anche il distanziamento dal personale, aggravato dal suo deficit». Mancano medici e infermieri e non si trovano agevolmente.

Tre primari di Bari, invece, sono stati multati per decine di migliaia di euro perché si sono fatti trovare anche più del dovuto. È servita una missiva del capo dello Stato Mattarella per far morire sul nascere un provvedimento che poteva estendersi a macchia d’olio in tutta Italia.

«La mattina stessa ho chiamato uno dei primari di Bari – racconta il presidente dell’Ordine provinciale dei medici -. È evidente che tutti i medici abbiano sforato il limite delle ore consentite. Tante non sono state nemmeno remunerate. Qualcuno ci è morto, altri si sono ammalati. È stato provvidenziale l’annullamento delle sanzioni da parte del presidente della Repubblica. Mai mi sarei aspettato quanto fatto ai colleghi di Bari. Non nego tutto il mio disappunto».

630, la messa in sicurezza

Si torna a parlare della strada regionale 630. L’assessore regionale Ciacciarelli parla del progetto che porterà alla messa in sicurezza: non solo del tratto di San Giorgio a Liri, ma generale. «Malgrado – fa presente – i problemi del bilancio regionale, da tempo assorbito dalla Sanità».

La Giunta Rocca ha ereditato un disavanzo di 218 milioni di euro: un deficit provocato dal divario tra entrate e uscite. Secondo l’ex assessore Alessio D’Amato, ora all’opposizione, è praticamente avvenuta una parificazione. Ma sono spuntati anche debiti fuori bilancio per quasi 30 milioni, provocati da sfavorevoli sentenze esecutive. Ciacciarelli, incalzato, dà anche qualche tempistica: «Tra 15 giorni al massimo l’invio della proposta dei lavori ai Comuni».  

Dopo gli interventi tampone ci sarà «il secondo step che prevede la nuova pavimentazione d’asfalto da Cassino a Formia. Il terzo step prevede, attraverso il Fondo Sociale di Coesione, l’utilizzo di 11 milioni per la realizzazione delle rotatorie. Per queste ultime – ha specificato Ciacciarelli – serviranno un anno e mezzo o due per la progettazione

«Aspetteremo questa lettera allora – risponde il sindaco Lavallema secondo noi bisogna seguire altre direzioni. Abbiamo fatto redigere lo studio di fattibilità di un’altra rotatoria e ci siamo affidati a un’azienda che si occupa di sicurezza stradale. Per noi servono gli autovelox mobili. Lo spartitraffico provocherebbe un ulteriore restringimento delle corsie». Quello che non piace troppo ai commercianti.   

Macarra: «Meglio il tutor»

«Lo dicono i flussi veicolari e gli incidenti di questi anni – riporta Lavalle -. Lo studio dice che la colpa è dell’alta velocità. Se tutti la rispettassero, non succederebbero queste tragedie. Andava a 170 chilometri orari chi ha impattato con il nostro caro Emilio».

L’assessore Ciacciarelli, dal canto suo, fa presente che i tre step di lavori verranno sostenuti dai fondi di un mega investimento. «Prelevandoli dal fondo sociale di coesione – ha annunciato – abbiamo destinato undici milioni di euro a una progettazione che richiederà però, lo ribadisco, due se non due anni e mezzo».

Il vicequestore Macarra, rispetto ai rischi attuali, la pensa diversamente a proposito degli autovelox: preferisce i tutor. «Ci si può affidare ai controlli da remoto o alla presenza delle forze dell’ordine, che però non possono essere in ogni angolo, quindi il ruolo fondamentale lo svolge l’automobilista. Noi preferiamo di gran lunga la prevenzione alla repressione. E, invece degli autovelox, sarebbe meglio il tutor altrimenti si rallenta nel punto in questione e si riaccelera subito dopo».

Chi deve soccorrere

Alcuni riaccelerano e corrono in macchina a tal punto da mettere a rischio la propria vita e quella degli altri. E, se si finisce in pronto soccorso, magari il medico si prende pure due sberle.

Cristofari, però, ha tutt’altre gatte da pelare: «La scarsa remunerazione, i turni massacranti, il grande afflusso verso specialità che non prevedono l’obbligatorietà della dipendenza – elenca – nonché la carenza di personale per via di concorsi per pronto soccorso che finiscono deserti al 90%».  

La nuova manager della Asl, Sabrina Pulvirenti s’insedierà il prossimo 2 novembre. Il problema impellente, a livello provinciale come nazionale, sono le liste d’attesa. Un anno fa fu lanciato un piano operativo da 48 milioni di euro per recuperare nelle ore serali e nei fine settimana interventi, ricoveri e screening accumulati durante la pandemia.

Sanità dei mortali

Pasquale Ciacciarelli

A detta di Cristofari, anche consigliere comunale del Pd, «c’è la sanità per i comuni mortali e quella per chi vuole pagare per averla prima, quindi è chiaro che le lunghe liste d’attesa rappresentano un fallimento. Bisogna abbattere quella che è una vergogna nazionale». Per lo svuotamento dei Pronto Soccorso, di contro, la prima mossa di Rocca è stata affidarsi alla sanità privata.

Ora, tramite Pnrr, dovranno essere realizzati ospedali e case di comunità: poli sociosanitari per anziani e malati cronici, a metà tra ricovero ospedaliero e assistenza domiciliare.

Sempre per il sociale, vestendo i panni di assessore al ramo, Ciacciarelli aggiunge 513 milioni per la riqualificazione delle case popolari. Di fondo, anche una rivoluzione concettuale: città giardino in cui, tramite apposite convenzioni, possano viverci anche le forze dell’ordine. (Leggi qui Rocca affitta 350 posti letto delle cliniche e poi qui Rocca stanzia 1,2 miliardi ma come sta la Sanità?).

I buchi di bilancio

«La situazione debitoria della Regione Lazio è allarmante – va avanti Ciacciarellima ci sarà una ristrutturazione anche degli ospedali della provincia di Frosinone. Grazie all’emendamento dell’onorevole Nicola Ottaviani, verrà raddoppiato l’ospedale di Frosinone, ma abbiamo anche chiesto aiuto al Governo per avere ulteriori fondi da investire sulla sanità».

Repubblica, intanto, ha tirato fuori la lettera della discordia: inviata dal presidente del Consiglio Antonello Aurigemma al governatore Rocca. Il cerchio romano di Fratelli d’Italia non vuole che il Consiglio regionale sia ostaggio della Giunta formata con gli altri partiti di Centrodestra. A dire di sì sempre e comunque non ci stanno. Ma Rocca le ritiene «voci surreali». (Leggi qui: Il braccio di ferro tra Rocca e Fdi, nessuno vuole essere Yes Man).

Ciacciarelli, salendo sul Carroccio, conferma in blocco. «C’è un’armonia indiscutibile al di là delle questioni politiche – così l’assessore espressione della Lega -. Non avendo altro materiale sulla Giunta appena insediate, si tira fuori questo. Sono convinto che ci sia ampia condivisione tra Giunta e Consiglio regionale».

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