Nessuna decisione dal Direttivo Provinciale della Lega di Frosinone. Doveva decidere se espellere il vice coordinatore provinciale Mimmo Fagiolo per le frasi da ultras contro pontini, ceccanesi e cassinesi
Palla lunga e pedalare. O se preferite: mielina a centrocampo. La Lega (quella di Matteo Salvini, non quella di Serie A) rinvia il verdetto sul fallo commesso dal suo vice coordinatore provinciale Mimmo Fagiolo dopo Frosinone-Fiorentina.
Su Facebook aveva postato un messaggio con il quale commentava in maniera colorita la presenza dei club viola della provincia di Frosinone, all’interno dello stadio Benito Stirpe. Un commento molto da ultras e poco da politico. (leggi qui La puzza di Fagiolo che imbarazza la Lega). Fuori dalle righe ma dentro la cifra del personaggio. (leggi qui L’ultrà Fagiolo e i tanti leghisti fatti scendere dalla giostra)
La reazione scatenata da quei commenti tra Latina e Cassino aveva portato il coordinatore regionale Francesco Zicchieri (di Terracina e quindi anche lui colpito dalle offese di Fagiolo) ad annunciare severi provvedimenti. tanto da convocare per lunedì pomeriggio il Direttivo Provinciale della Lega di Frosinone.
In Italia però le rivoluzioni si fanno dal lunedì al venerdì, al sabato si accompagna la moglie a fare la spesa e la domenica c’è la partita. Finito il 90° Minuto inizia un’altra vita.
Mimmo Fagiolo non è stato espulso anche per questo: l’eco si è smorzata subito, lui nel frattempo si è scusato con gli interessati postando un altro messaggio su Facebook. Nel frattempo sono finite le altre partite, in tv sono andati in onda i goal. E lunedì nessuno si è più ricordato di lui.
Infatti, Francesco Zicchieri è rimasto a Roma per una riunione politica dai contenuti ben più impegnativi. Il coordinatore provinciale Carmelo Palombo è arrivato tardissimo al vertice perché trattenuto a Cassino dai retroscena delle dimissioni del sindaco Carlo Maria D’Alessandro. (leggi qui Evangelista si dimette: per fare l’assessore appena il sindaco rientra).
Allora? La corte marziale si riunirà un altro giorno. Forse già martedì. Oramai, intanto, la polemica s’è scotta ed interessa più a quasi nessuno.