Beppe Grillo ha affidato all’ex premier il compito di rifondare il Movimento Cinque Stelle. Ma il fondatore conosce le difficoltà. E torna alla mente l’esperienza di Stefano Parisi in Forza Italia. Per questo la partita in corso alla Regione Lazio sarà decisiva. Se la Lombardi entra nella Giunta Zingaretti cambierà verso alla storia del Movimento. Cosa succede in provincia di Frosinone.
Non è importante quello che succederà dopo. È importante quello che sta succedendo ora, perché Beppe Grillo crede davvero che Giuseppe Conte possa essere l’uomo giusto per rifondare un Movimento Cinque Stelle che appare in estrema difficoltà. E la decisione di investirlo proprio di questo progetto è un passo obbligato ma anche cauto. Perché Grillo si rende conto che un’accelerazione forte sulla leadership di Conte potrebbe comportare effetti non prevedibili. Ma sicuramente dirompenti.
Il Fatto Quotidiano in queste ore sottolinea un punto: “C’è un dettaglio non da poco da considerare: l’avvocato non è mai stato iscritto al M5s (non lo è tuttora) e fino a quando è stato a Palazzo Chigi ha evitato il più possibile di essere trascinato nelle dinamiche del gruppo. Non era il momento e non sarebbe stato opportuno. Ma ora la scena è completamente diversa: l’ingresso del M5s nell’esecutivo con Forza Italia ha creato uno spartiacque nella storia del Movimento”.
“C’è una parte consistente, in molti casi parliamo di fondatori dei 5 stelle (non solo Alessandro Di Battista o Nicola Morra, ma anche interi gruppi di attivisti storici), che ha abbandonato il progetto parlando di tradimento. Grillo, mai come in questa fase unico regista, sa che la ferita è dolorosa e senza precedenti, ma è anche convinto della linea scelta in nome della “transizione ecologica”.
La chiave della transizione
Il fondatore crede davvero che possa ancora nascere qualcosa di nuovo, è convinto che “l’occasione sia storica” e vuole mettere in atto la seconda fase del processocosti quel che costi: rifondare completamente un Movimento all’apparenza sempre più stanco e sul punto di implodere”.
La chiave del sostegno al Governo di Mario Draghi nasce proprio dall’intuizione di Grillo di istituire il ministero della Transizione Ecologica. Propedeutico evidentemente ad una transizione anche politica.
Viene alla mente un precedente riguardante Forza Italia, quando Silvio Berlusconi affidò a Stefano Parisi il compito di rifondare il Partito. Ma Parisi fu affondato dai colonnelli, dai capitani e dai furieri “azzurri”. Tutti contro, da Giovanni Toti ad Antonio Tajani, da Renato Brunetta a Maria Stella Gelmini. Per questo motivo Grillo ha affidato a Giuseppe Conte un compito di prospettiva, di studio di una nuova fase politica.
Ma l’ex premier è tignoso e sufficientemente corazzato. Da tempo ha istituito un asse di ferro con Vito Crimi, l’attuale capo politico. E’ già chiaro che la nomina di Conte è destinata a cambiare gli assetti e le gerarchie anche nei territori. L’indicazione di Ilaria Fontana sottosegretario al Ministero della transizione ecologica fa capire la portata delle trasformazioni in corso. (Leggi qui Il trionfo di Ilaria: al Governo con Durigon).
Da Conte a Frusone e Lombardi
In questa fase l’area di Luigi Di Maio è incudine. E di questo devono prendere atto deputati come Luca Frusone ed Enrica Segneri, da sempre vicinissimi al ministro degli Esteri.
Ma la partita più importante si sta giocando alla Regione Lazio. Con Roberta Lombardi. Se lei entrerà nella squadra di Nicola Zingaretti (segretario del Pd oltre che Governatore), allora l’effetto domino sarà inevitabile. Perché sarà stata lei l’avanguardia di una nuova fase politica che nasce da un’alleanza forte e sistematica con il Pd. Ma anche con Leu e con una parte importante del centrosinistra.
L’entrata di Roberta Lombardi in giunta regionale andrebbe nella direzione che vuole Giuseppe Conte e quindi ci sarebbero sicuramente delle conseguenze. (Leggi qui Lombardi dice si a Zingaretti “Proviamo a stare insieme”).
E’ all’ente della Pisana che si gioca la partita decisiva. )