La mediazione Tajani spegne l'incendio all'interno di Forza Italia regionale. Si farà il congresso a Frosinone. Fazzone non si tocca. Ma il Gruppo ha la piena legittimità nello scegliersi la linea politica.
Il congresso provinciale di Forza Italia a Frosinone si farà, è confermata la data di febbraio; sarà uno dei primi in Italia. I consiglieri regionali del Lazio avranno garantito il diritto (stabilito per Statuto) di contribuire a definire la linea politica del Partito insieme al coordinatore regionale Claudio Fazzone. Ma quest’ultimo non si discute e non si cambia.
Non è stata semplice la riunione che nel pomeriggio ha messo di fronte il vice presidente nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ed i tre consiglieri regionali del Lazio che nelle settimane scorse avevano provocato un terremoto all’interno del Partito. Scuotendolo dalle fondamenta. Il capogruppo Antonello Aurigemma, il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli, l’ex vice presidente d’Aula Adriano Palozzi, avevano chiesto la testa dell’intoccabile coordinatore regionale Claudio Fazzone. (leggi qui Terremoto in Forza Italia: chiesta la testa di Claudio Fazzone). Ed erano arrivati a dare un altolà anche allo stesso vice di Silvio Berlusconi (leggi qui Nuovo terremoto in Forza Italia: ora il bersaglio è Antonio Tajani).
Chi comanda?
Cosa vogliono i tre Consiglieri che con le loro preferenze sono merce pregiata, soprattutto in periodo di elezioni Europee?
Ad Antonio Tajani hanno detto che deve essere chiaro chi traccia la rotta nel Partito. Chi decide le strategie. Non è una questione di principio: molto di più. Perché gli interventi fatti da Claudio Fazzone hanno destabilizzato gli accordi interni al gruppo, hanno acceso uno scontro sull’assegnazione delle presidenze di Commissione (leggi qui Terremoto in Forza Italia: Simeone e Cangemi lasciano dopo il caso Ciacciarelli e leggi qui La guerra interna a Forza Italia affonda il vice presidente) hanno innescato una guerra sul ruolo di Capogruppo (leggi qui Aurigemma capogruppo di Forza Italia in Regione) e su quello di vice presidente. leggi qui (Veleni, sgambetti e votazioni: l’anatra zoppa cammina bene in Regione). Hanno generato scintille sulla mozione di sfiducia con cui scuotere Nicola Zingaretti a dicembre. (leggi qui Zingaretti vola, l’opposizione si schianta: la Mozione di sfiducia finisce in farsa) .
Fazzone non si tocca, ma…
L’uomo che ha messo d’accordo l’intero Parlamento Europeo per arrivare alla sua elezione a presidente oggi ha faticato poco per trovare un punto di equilibrio anche all’interno di Forza Italia.
Primo punto fisso: Claudio Fazzone non si tocca. Anche se ci sono sensibilità politiche diverse. Anche se i suoi interventi dovessero avere reso più difficile la gestione politica del Gruppo. Non si tocca per due motivi: è suo compito esercitare quegli interventi, non può essere messo in discussione da altri se non Silvio Berlusconi che lo ha nominato.
Secondo punto fisso: i tre Consiglieri regionali hanno il pieno e totale diritto di scegliere la loro linea politica; perché lo prevede lo Statuto. In base al quale sono gli eletti a contribuire a definire la linea politica.
Insomma, perimetro definito. Ad ognuno il suo spazio.
Il Congresso si fa. Subito
C’è poi il tema del Congresso. Che a Frosinone ha rischiato di portare alla spaccatura con l’area del sindaco Nicola Ottaviani e del coordinatore uscente Adriano Piacentini (indicato da Fazzone). I quali avevano lasciato intendere che un congresso basato sulle tessere avrebbe lacerato. (leggi qui Forza Italia, il congresso rischia di saltare: “Così è una farsa”).
Nonostante i toni si siano abbassati fino a spegnere quasi del tutto il dibattito, il sindaco è ad un passo dalla candidatura alle Europee… ma non con Forza Italia bensì con la Lega (leggi qui Il fantasma che turba la candidatura europea di Nicola Ottaviani).
E allora è inutile proseguire sulla via della distensione: Congresso era stato deciso e Congresso sia. Antonio Tajani ha confermato che a Frosinone il nuovo coordinatore provinciale verrà eletto entro la fine di febbraio, dalla base, con un congresso vero e aperto il più possibile ai movimenti ed alla società.