Il Frosinone del dopo Covid: “Giovani e autofinanziati”

Il patron giallazzurro traccia la rotta e stila un bilancio. “La crisi provocata dalla pandemia costringerà il calcio a cambiare il suo modello di business”. Tra le priorità del club ciociaro il completamento del centro sportivo. La società inoltre punterà forte sul settore giovanile. In campionato l’obiettivo saranno i playoff.

Alessandro Salines

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Il calcio post-covid sarà un altro calcio. Profondamente diverso. Che non potrà prescindere dalla sostenibilità economica finanziaria. Altrimenti salterà tutto in aria. Parola di Maurizio Stirpe. E il Frosinone si sta attrezzando e lavora sodo per non farsi trovare impreparato. Infrastrutture e valorizzazione dei giovani fino al traguardo dell’autofinanziamento. È la missione del nuovo corso del club giallazzurro inaugurato dall’arrivo dell’ad Guido Angelozzi.

Maurizio Stirpe in conferenza stampa da remoto

Alla vigilia della gara di domani sera a Cittadella, fortemente condizionata dal covid (4 i positivi tra i ciociari, 9 nelle fine venete), il presidente Stirpe traccia la rotta del Frosinone che da quasi vent’anni guida in un mare oggi più che mai tempestoso. Questo a causa dei disastri combinati dalla pandemia.

Nell’hall conference del “Benito Stirpe” il patron giallazzurro tocca tutti i temi sul tappeto oltre a tirare un bilancio di fine anno. E lo fa in contesto inedito. Nel pieno rispetto delle misure anti-covid infatti non ci sono i giornalisti in presenza. Domande quindi formulate sulla chat dei ‘media’ e intervista prodotta dall’ufficio stampa.

Stirpe: “Così si combatte la crisi”

Senza pubblico dallo scorso campionato, con la contrazione delle sponsorizzazioni e la crisi generale, il calcio annaspa. Il presidente Stirpe fu uno dei primi a lanciare l’allarme già dalla scorsa primavera.

Ed ora rincara la dose. «Io penso che la profondità della pandemia sia tale per cui il calcio come tutte le attività economiche dovrà sempre più ripartire dalla sostenibilità economico-finanziaria. – sostiene Stirpe – Quindi significa la necessità di ricostruire un modello di business».

Il presidente ha parlato di “quel che la pandemia ha fatto al calcio” © Juan Salamanca / Pexels

«La pandemia ha agito da acceleratore di certe tendenze in atto. Sicuramente, come dicevo prima, bisogna ricostruire il modello di business: occorre ripartire dalla sostenibilità economico-finanziaria. E dall’investimento sulle infrastrutture, dalla diversificazione dei ricavi, dalla creazione di un rapporto diverso con i tifosi. Deve essere sempre di più servizio basato, sì, sulla fidelizzazione. Ma ove la stessa rimane, o meglio dovrà rimanere, su un gradino minore rispetto alla qualità del servizio offerto dalle società».

Le sfide del Frosinone

La società giallazzurra è pronta a cimentarsi in questo nuovo calcio. Stirpe fissa i paletti. «Il Frosinone ha delle priorità: il completamento del centro sportivo di Ferentino e di tutte le strutture ausiliarie all’interno dello stadio. Dopodiché ci sarà una profonda revisione sulla missione e la qualità del servizio offerto dal settore giovanile. – sottolinea Stirpe – Non è esclusa una diversa organizzazione dello stesso. A mio avviso dobbiamo sfornare un maggior numero di talenti rispetto a quanto non abbiamo fatto in passato».

«Quindi ci sarà molta attenzione alle infrastrutture ed alla qualità offerta dei servizi da esse offerte. Ritengo che questa direzione sia prodromica al raggiungimento dei risultati ai quali bisogna ambire. Cioè rendere il Frosinone autosufficiente nel tempo rispetto all’azionista di riferimento. La società deve avere le capacità ed i mezzi per sapersi sostentare da solo».

Le linee guida del nuovo corso

Guido Angelozzi

L’arrivo dell’ad Guido Angelozzi ha segnato l’inizio di una nuova fase. Nella sua conferenza ha parlato di modello Sassuolo e valorizzazione dei giovani. (Leggi qui Angelozzi disegna il nuovo Frosinone: “Giovani e conti in ordine”).

Stirpe entra nel dettaglio del progetto ribadendo la centralità del vivaio. «Bisogna operare, come detto, una profonda revisione sui profili di missione. Inoltre degli strumenti del settore giovanile. Questo per individuare qual è la strada migliore in grado di alimentare la crescita dei talenti all’interno del nostro sistema»

Poi spiega il presidente: «Finora ci siamo riusciti, lasciatemi dire, in un modo che non reputo soddisfacente. Abbiamo avuto dei buoni risultati dal 2010 al 2013. Da quel momento in poi non mi sembra che abbiamo ottenuto risultati all’altezza delle aspettative. Quindi bisognerà capire quale sarà il modello di organizzazione adeguato per perseguire questo obiettivo. Una volta individuato dovremo associare gli strumenti economico-finanziari per raggiungerli».

Luci ed ombre del 2020 per Stirpe

Il presidente Stirpe traccia un bilancio dell’anno che sta per terminare. Si dice moderatamente soddisfatto.

«Prima della pandemia il bilancio è stato ottimo, gennaio e febbraio molto positivi ed eravamo secondi in classifica nel momento in cui i campionati sono stati interrotti, – ricorda Stirpe – Poi c’è stata la ripresa a giugno, non abbiamo metabolizzato bene la mancanza di spettatori e siamo riusciti ad agganciare i playoff per il rotto della cuffia. Poi da lì in avanti il Frosinone ha cominciato ad esprimersi a seconda delle proprie potenzialità che però potevano essere le stesse anche prima».

Bardi in azione durante la sida con il Cosenza

«Siamo arrivati alla finalissima, condizionata anche dagli episodi e pure sfortunata. Ma bisogna accettare il verdetto del campo. Poi abbiamo avuto poco tempo per riposare e ripartire, chiedemmo di spostare la prima gara ma non ci è stato accordato. Da quel momento in avanti il nostro andamento è stato positivo e non sono d’accordo su chi lo considera altalenante. Noi abbiamo perso la prima partita, ne abbiamo vinte 5. Poi ne abbiamo perse 2 e stiamo facendo bene da novembre. La vera gara negativa è stata quella col Cosenza».

«Ma su 13 partite se ne possono sbagliare 2, non siamo il Real Madrid, il Brasile di Pelè o l’Argentina di Maradona. Secondo me anche il Frosinone ha il diritto di fare prestazioni negative. Insomma è un campionato che ci sta tutto e il Frosinone si sta esprimendo secondo le proprie possibilità. Alla fine di tutto questo debbo dire che sono moderatamente soddisfatto. Questo vedendo quanto sta succedendo ed è successo. E vedendo come stiamo assorbendo anche la perdita dei ricavi oltre all’accrescimento dei costi che si è determinato».

Il rapporto con Nesta

Alessandro Nesta. Foto © Emiliano Grillotti

Il tecnico ha sempre avuto la fiducia della società. Anche nei momenti più difficili. Il Frosinone non ha mai pensato ad un divorzio. Neppure dopo la fine del campionato.

L’impronta del tecnico c’è e si vede. «Il rischio di una separazione non c’è stato. Almeno dal nostro punto di vista non abbiamo mai preso in considerazione questa ipotesi. – svela Stirpe – La mano del nostro allenatore si è sempre vista in questo anno e mezzo. Ci sono delle idee che prova a mettere in pratica. Molte volte è riuscito ad applicarle bene, altre meno bene. Adesso, quanto sia merito tutto suo o merito dei ragazzi o come redistribuire parte dei demeriti questo non lo so».

«Quando i giocatori hanno assimilato bene quello che l’allenatore voleva fare, sono stati capaci di saperlo scaricare a terra, esprimerlo. E così i risultati sono arrivati. C’è stato anche qualche momento in cui questo non è avvenuto. Debbo dire che con grande intelligenza, tecnico e calciatori si sono confrontati ed hanno trovato la sintesi giusta».

Obiettivo playoff

Il Frosinone dovrà lottare per cercare di raggiungere ancora una volta i playoff. E le premesse ci sono tutte: terzo posto a quota 24, a 2 punti dalla vetta occupata dall’Empoli.

Il presidente ovviamente non si sbilancia ma i canarini hanno le carte in regola anche per puntare alla promozione diretta. «In questa stagione l’obiettivo che il Frosinone si è posto è quello di provare a stare nella parte sinistra. Per giocarsi le carte per entrare nei playoff – osserva Stirpe – Finora è in linea con quel tipo di obiettivo, che non posso certo cambiare io. Poi vedremo in futuro cosa saremo capaci di fare».

Il mercato invernale

Maurizio Stirpe

A gennaio riaprirà la campagna acquisti-cessioni. Il Frosinone come si muoverà? La rosa sarà migliorata? Quante operazioni sono in programma?

Domande a cui Stirpe non si sottrae ma sa benissimo che il mercato è una materia particolare e quindi le risposte non possono essere definitive. «Non so quante saranno le operazioni. Faremo quelle ritenute opportune e corrette ai fini del miglioramento della rosa che abbiamo», afferma il patron.

«Si partirà con un certo tipo di programma. Ma in realtà le occasioni saranno determinate da tutto quello che succederà giorno per giorno. Non è facile ipotizzare quale sarà l’epilogo della sessione di mercato. Certamente come tutte le società che operano, se capiterà l’occasione e la situazione giusta proveremo a migliorarci».

Casi Dionisi e Ardemagni

Ardemagni ed il suo futuro Foto © Mario Salati

Stirpe interviene sulla vicenda dei due giocatori finiti fuori squadra. Due casi diversi. Il presidente, com’è nel suo stile, non vuole alimentare polemiche. Chiude la questione in maniera elegante ma decisa. «Per quanto riguarda Dionisi. Al di là delle ricostruzioni, alcune delle quali tendenziose e sciocche e comunque tutte imprecise. Se il Frosinone ha deciso di escludere dal suo progetto tecnico un calciatore che ha fatto tanto per il Frosinone evidentemente le motivazioni debbono essere serie e non sono banali.

«In più debbo dire che allo stesso tempo anche il Frosinone ha fatto tanto per lui. Dal mio punto di vista le divergenze sono insanabili. Per cui tra persone intelligenti proveremo a trovare la soluzione più giusta ed adeguata».

«Ardemagni è un caso diverso. Lui non si trova bene a Frosinone, ci ha chiesto di cambiare aria. Noi lo accontentiamo ma debbono anche arrivare delle richieste per lui».

Balata “for president”

Mauro Balata, presidente della Lega di Serie B. Foto: Imagoeconomica

Il 7 gennaio a Milano si terranno le elezioni della Lega di Serie B. Un passaggio importante in un momento a dir poco delicato. L’endorsment di Stirpe è per il presidente uscente Mauro Balata. Uscente che forse se la dovrà vedere con Ezio Maria Simonelli, attuale revisore dei conti della B. Inoltre già reggente della lega stessa nel 2017 tra la fine dell’era Abodi e l’inizio di quella Balata. La candidatura di Simonelli sarebbe sostenuta tra gli altri da Adriano Galliani, attuale ad del Monza.

«Noi appoggiamo il presidente uscente, avvocato Mauro Balata. Perché riteniamo che in questi anni sia stato capace di svolgere il proprio ruolo. Ruolo adeguato a quelle che erano le problematiche legate alla Serie B avendo anche una visione su un progetto per il futuro. Non so se i candidati saranno uno o due. Noi appoggeremo sicuramente Balata», dice Stirpe.

Il grazie a tifosi

Alla fine della conferenza arriva forse il momento più sentito per il presidente Maurizio Stirpe. Il momento dei tifosi. Il cuore pulsante del calcio. Gli stadi vuoti rappresentano una ferita dolorosa per quanti amano questo sport. «Volevo cogliere questa occasione per ringraziare i tifosi. In un periodo così delicato e di grande disorientamento il rapporto con loro rimane saldo. Questo nonostante dal punto di vista fisico non riusciamo ad avvicinarci. – chiosa Stirpe – Non so quando si potrà farlo di nuovo e ritornare insieme allo stadio, spero presto. E quando ci sarà data la possibilità lo faremo in una condizione di maggiore confort».

Maurizio Stirpe ha voluto ringraziare i tifosi e tutti i dipendenti del club, di ogni livello

«Dal nostro punto di vista, pur essendo stato un anno difficile abbiamo cercato di salvaguardare il più possibile il patrimonio costruito in questi quasi 20 anni. L’impegno da parte mia rimane intatto. Le difficoltà stanno moltiplicando le energie e gli sforzi per far fronte ad una situazione delicata. Il calcio è un’attività diretta al pubblico. E come tutte le attività in cui c’è l’implicazione della presenza del pubblico, c’è una sofferenza terribile».

«In un momento del genere, con le modalità con cui si sta giocando. E poi ad orari che cambiano in continuazione e senza un giorno di festa, credo che il calcio ancora una volta stia svolgendo una funzione sociale importantissima. Questo in una fase delicata per il nostro Paese».

Tutti gli uomini di Stirpe

Infine il ringraziamento a quanti lavorano nel club e un obiettivo che fissa lo stesso presidente. «L’ultimo pensiero va ai dipendenti. Partendo non solo dai dirigenti, tecnici e calciatori ma da tutti quelli che ruotano attorno al nostro mondo. E che alla fine contribuiscono in misura non banale al raggiungimento dei risultati della società. Un grazie di cuore a tutti. Anche perché, mentre gli altri fanno le vacanze a casa, noi dobbiamo lavorare a Natale, a Santo Stefano e a Capodanno. Perché lo spettacolo va avanti».

«Promesse non ne ho fatte mai. Tuttavia in questo momento la preoccupazione principale è quella di rendere il Frosinone sempre più solido dal punto di vista economico. Poi sempre più autosufficiente e sempre più capace di navigare in questo mare con le proprie gambe. La mia missione qui finirà quando saremo capaci di raggiungere questo tipo di risultato».