Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
FISCHI
IGNAZIO PORTELLI
Finanche una medaglia del Presidente della Repiubblica. Inviata al prefetto Ignazio Portelli per il rilievo dell’iniziativa che ha organizzato e si conclude in queste ore a Firenze: le ”Giornate europee dei rappresentanti dello Stato sul territorio“. Non è un prefetto qualsiasi, il rappresentante del Governo che si appresta a lasciare Frosinone. Lo si era capito appena aveva messo piede in Ciociaria: cerimonioso quanto si conviene per il ruolo, diretto fino a rasentare la brutalità quando necessario.
Mentre coordinava i lavori di Firenze Ignazio Portelli ha ricevuto il dispaccio con la nomina del Governo guidato da Mario Draghi a commissario dello Stato presso la Regione siciliana. L’ennesimo riconoscimento per una carriera impeccabile e brillante. (Leggi qui Il prefetto Portelli torna in Sicilia: al suo posto il barese Liguori).
Ignazio Portelli in provincia di Frosinone lascerà un ricordo indelebile, perché ha improntato la sua azione al rigido rispetto della legalità. Senza sconti, senza concedere nulla, senza santuari. Particolarmente apprezzato il suo impegno per stanare gli inquinatori della Valle del Sacco. Ha gestito la pandemia da Coronavirus con competenza e nervi saldi, anche nei momenti in cui sembrava che l’intero sistema pubblico ciociaro potesse crollare.
Poi c’è stato il capitolo delle interdittive antimafia, mai viste prima in Ciociaria. Straordinario conoscitore del diritto, si è visto subito che aveva una marcia in più.
Primo della classe.
ALBINO RUBERTI
Quando tutti gli spazi erano stati chiusi, lui li ha aperti. Con la mediazione, con l’intelligenza, con la capacità di fare squadra. E così il potentissimo Capo di Gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha dimostrato ancora una volta di che pasta è fatto. Risolvendo sul nascere l’emergenza rifiuti in Ciociaria. (Leggi qui Pronto il provvedimento che evita il caos rifiuti).
E’ lanciatissimo per un analogo ruolo al Campidoglio, per il sindaco Roberto Gualtieri. Gli addetti ai lavori dicono che già in settimana ci sarà il trasloco, al massimo a metà della prossima sarà già operativo per Roma Capitale. Può permettersi il lusso di scegliere.
Certo è che sono uomini come lui che alla fine fanno la differenza nei posti chiave del “Pubblico”. Albino Ruberti è rapido e pragmatico, pronto ad individuare soluzioni ai problemi prima. Tutte doti che ne fanno una garanzia per chi è chiamato a responsabilità politiche del genere.
Volendo parafrasare un discorso economico-finanziario, lui riesce a “mettere a terra” tutto ciò che viene deliberato in teoria.
L’uomo che risolve i problemi.
FRANCESCO DE ANGELIS
Il suo intervento sulle comunali di Frosinone ha sbloccato la situazione, riuscendo a provocare un’apertura da parte dell’ex sindaco Michele Marini, del leader del Psi Gian Franco Schietroma e del referente di Azione Antonello Antonellis. (Leggi qui Il centrosinistra risponde Si all’appello di De Angelis).
Ma soprattutto ha fatto capire a tutti che le varie realtà non sono in competizione fra loro. Esiste la necessità di rimettere in piedi il centrosinistra, ma pure quella di avere una coalizione caratterizzata dalle liste civiche. Anche quelle trasversali, senza le quali non si vince.
Ma De Angelis è andato perfino oltre, facendo capire chiaramente che Mauro Vicano, Michele Marini, Domenico Marzi, Angelo Pizzutelli, Stefano Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e tutti gli altri devono stare dalla medesima parte.
Pacificatore.
FLOP
MAURIZIO CIANFROCCA
A quindici giorni da una vittoria elettorale che non è esagerato definire straordinaria, il sindaco di Alatri non riesce a varare la giunta. Non ci riesce perché i Partiti e i protagonisti stanno litigando.
Non soltanto sul ruolo di presidente del consiglio rivendicato da Antonello Iannarilli. Maurizio Cianfrocca deve entrare nell’ordine di idee che è stato lui a fare un favore ai partiti del centrodestra, non viceversa. Senza la sua candidatura a sindaco, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero fatto come a Sora. Nulla di più.
Adesso però il momento è ancora più importante, perché se Cianfrocca cede ora, poi sarà costretto a farlo sempre. Non riuscirà mai a sentire una proposta unitaria dai leader locali della coalizione di centrodestra. Imponga la sua linea, anche a costo di tornare subito alle elezioni.
Impantanato.
ENRICO MICHETTI
Si è dimesso da consigliere comunale di Roma. Il candidato sindaco del centrodestra ha fatto un passo indietro prima di cominciare. Le lodi per il gesto da parte di Fratelli d’Italia lasciano credere che l’operazione fosse stata concordata.
Però come si fa? Nel senso che specialmente negli enti locali fare l’opposizione è una missione nobile. Tanto quanto amministrare. Ci sono stati comunque tanti romani che hanno votato per Michetti.
Alla fine però il gesto conferma le difficoltà del centrodestra a livello locale, perché le sconfitte nascono da una debolezza endemica della classe dirigente nei territori. Enrico Michetti poteva restare e contribuire ad amministrare la Capitale con un altro ruolo. Come farà l’ex sindaca Virginia Raggi. Invece ha tolto immediatamente il disturbo.
Fuga dal Campidoglio.
ENRICO LETTA
La sconfitta parlamentare sul ddl Zan è pesantissima. Intanto perché è avvenuta su un provvedimento di grande civiltà che doveva anche diventare un simbolo sul quale costruire una società diversa.
Il segretario del Pd Enrico Letta, dopo a aver trionfato alle amministrative, è inciampato malamente su quella che è ormai la sua ossessione politica: Matteo Renzi. Sicuro che non era meglio accettare qualche compromesso e far passare il testo?
Adesso si perderanno mesi per provare a riprendere il filo in una materia delicata come quella dei diritti. Non solo: le votazioni al Senato hanno rappresentato la prova generale di quello che potrebbe succedere in Parlamento quando si voterà per eleggere il presidente della Repubblica. L’incubo del Pd è quello di risultare marginale. Inoltre, che senso ha il Campo Largo di Letta se lo stesso non prevede Italia Viva di Matteo Renzi?
Poco lucido.