I protagonisti del giorno. Top e Flop del 30 maggio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

IGNAZIO VISCO

Per tredici volte ha usato il termine pandemia, per sei “incertezza”. Già da questo si capisce il tenore dell’intervento del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle considerazioni finali.

Ignazio Visco © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Ha detto Visco: «Serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile; possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo “contratto sociale”, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo».

Poi però ha aggiunto che «nessuno deve perdere la speranza» e che «ogni Paese deve utilizzare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni europee con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto in maniera efficiente».

Ricordando che i fondi europei non potranno mai essere gratuiti perché il debito europee è debito di tutti. Visco ha definito l’ultima proposta Ue, del fondo da 750 miliardi «un’opportunità importante». Affermando: «L’Italia è chiamata ad uno straordinario sforzo per sfruttare le opportunità offerte meglio di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni. Nello scenario di base la flessione dell’attività produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9% e nel 2021 il Pil recupererebbe circa la metà della caduta».

Per Visco «su ipotesi più negative, anche se non estreme il prodotto si ridurrebbe del 13% quest’anno e la ripresa nel 2021 sarebbe molto lenta». Sottolineando che «ci vorrà tempo per tornare a una situazione di normalità, presumibilmente diversa da quella a cui eravamo abituati fino a pochi mesi fa».

Concludendo: «La profondità della recessione, nel medio periodo non potrà non avere effetti sui bilanci bancari. L’aumento dei crediti deteriorati andrà affrontato per tempo, facendo ricorso a tutti i possibili strumenti, inclusi quelli per la ristrutturazione e la loro vendita. Qualora necessario, si dovrà essere pronti a percorrere soluzioni che salvaguardino la stabilità del sistema valutando strumenti in via preventiva per banche che versino in una situazione di serie, anche se presumibilmente temporanee, difficoltà».

Questo si chiama parlare chiaro. Concetto sconosciuto alla nostra classe politica, che sembra non rendersi conto della gravità della situazione. Il Governatore di Bankitalia, invece, non ha nascosto nulla. Invitando però a combattere e alla speranza.

Pragmatico, diretto, trasparente: capo.

ROBERT DE NIRO

Intervistato da La Repubblica in vista della sua partecipazione a “Writers on Writers”, raccolta di letture d’autore ideate per il festival delle Conversazioni, Robert De Niro ha spiegato perché ha scelto di recitare una citazione di Leonardo Da Vinci in lingua originale. Dicendo: «Se vuoi fare un omaggio, devi farlo fino in fondo. Citare Leonardo in inglese mi sembrava snaturarlo. Sono orgoglioso delle mie origini italiane, e orgoglioso di appartenere a un popolo che ha dato i natali al più grande genio di tutti tempi».

Robert De Niro. Foto © Josh Jensen

Poi la star del cinema mondiale non ha risparmiato l’attacco a Donald Trump. Affermando: «Ha dimostrato di essere un inetto, e ha enormi responsabilità morali: anche nella gestione della pandemia ha compiuto errori gravissimi, minimizzandola e parlando per molto tempo di una bufala».

«Mi chiedo quanti morti si sarebbero potuti evitare: è un uomo che è arrivato a dire “se siamo bravi moriranno 100.000 persone”, e che nel giorno in cui si è raggiunta quella tragica cifra si è fatto fotografare mentre giocava a golf. Credo che ci sia ben poco da aggiungere, se non che rappresenti un’enorme vergogna per gli Stati Uniti. Un presidente come Donald Trump ha fatto crollare la credibilità dell’intero paese, ed è riuscito a far rivalutare, e di molto, George W. Bush».

Nessun filtro. Ma stavolta non stava recitando.

C’era una volta in America.

FLOP

MATTEO RENZI

Sorpassato anche da Carlo Calenda. Almeno stando ai sondaggi. Le rilevazioni sono quelle di Index Research per Piazzapulita. Entrando più nel dettaglio nelle intenzioni di voto degli italiani, la Lega di Matteo Salvini resta primo partito al 25,4% (-0,1), segue il Pd di Nicola Zingaretti al 21,2% (-0,3), M5S guidato dal reggente Vito Crimi terzo con il 15,5% (+0,1), Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni al 14,5% (+0,3), Forza Italia di Silvio Berlusconi al 6,9% (+0,1) Azione di Carlo Calenda 2,9% (+0,3) e quindi Italia Viva di Matteo Renzi al 2,5% (-0,5).

Matteo Renzi © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Le continue giravolte nel Palazzo gli consentiranno di recitare un ruolo politico fino a quando non si andrà alle urne, ma sul piano elettorale rappresentano dei veri e proprio colpi di piccone.

Italia Viva è destinata all’ininfluenza politica nel medio e lungo periodo. Perciò non farà mai cadere il Governo Conte. Il sorpasso di Calenda, però, a Renzi brucia tantissimo.

Come la maglia nera al Giro d’Italia.

ROBERTA LOMBARDI

Forse è partita talmente forte (lo streaming con Pierluigi Bersani) che fare meglio è impossibile. Di certo però ormai nel Movimento Cinque Stelle il suo ruolo è marginale e nessuno la ascolta davvero. Era stata la prima a dire che la ricandidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi non andava bene. Da quel momento in poi è partita la corsa all’endorsement. Alla Raggi naturalmente.

Roberta Lombardi

Endorsement culminato con il “Patto della terrazza” firmato dalla stessa Raggi e da Luigi Di Maio, ministro degli esteri e capo vero dei Cinque Stelle.

Poi alla Raggi è arrivato anche l’endorsement di Alessandro Di Battista, l’eterno Peter Pan dell’universo pentastellato. Virginia Raggi sarà ricandidata e, se non dovesse essere confermata sindaca di Roma, avrà il paracadute delle elezioni politiche.

Roberta Lombardi può continuare a mettersi di traverso. Senza produrre risultati però.

Isolatissima.