Top e Flop, i protagonisti del giorno: martedì 17 agosto 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 17 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 17 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

SARA BATTISTI

Sara Battisti

Come vicesegretaria regionale del Pd è intervenuta a proposito della questione delle famiglie afghane alle quali dovranno essere assicurate protezione e ospitalità in Italia. A dimostrazione che lei intende il ruolo in modo serio e compiuto. Sara Battisti, che è anche consigliere regionale e presidente della prima Commissione dell’ente della Pisana, ha spiegato in una nota ufficiale che va assolutamente sostenuta la posizione espressa dal delegato Anci Matteo Biffoni relativamente alla disponibilità espressa dai sindaci italiani ad accogliere le famiglie afghane in pericolo, i cooperanti, le donne e i minori.

Quindi, ha auspicato che tutti questo trovi posizioni importanti nel Lazio e che del tema si interessi la Farnesina, guidata dal ministro degli esteri Luigi Di Maio.

Una presa di posizione a tutto campo quella di Sara Battisti, che quindi fa capire che il ruolo di vicesegretaria regionale dei Democrat lo eserciterà in pieno. E a trecentosessanta gradi.

La politica nel sangue. E nel cervello.

PIERPAOLA D’ALESSANDRO

Pierpaola D’Alessandro

Mai una pausa. Da quando è stata nominata direttore generale della Asl di Frosinone (quasi dieci mesi fa), Pierpaola D’Alessandro ha dovuto fronteggiare praticamente tutto: la seconda e la terza ondata dal Covid, la riorganizzazione della rete ospedaliera, la gestione delle zone rosse e arancioni, la campagna di vaccinazione di massa, l’apertura dei grandi hub. Ora si trova a gestire la quarta ondata, che certamente non ha l’impatto delle precedenti, ma che preoccupa perché a settembre e ottobre bisognerà programmare anche la ripartenza della scuola.

In provincia di Frosinone si è perfettamente integrata e basta guardare a come era la sanità locale prima del suo arrivo per rendersi conto di come e quanto sia cambiata.

Fra l’altro in questo ultimo periodo l’attacco hacker alla Regione ha mandato in tilt sistemi di prenotazione e molto altro. Lei non si è scomposta e tutto è andato avanti come se nulla fosse successo.

Si esalta nelle difficoltà.

UN PO’ TOP E UN PO’ FLOP

LINO CASCHERA

Lino Caschera

La notizia è esplosa nelle ore scorse: a Sora salta il patto per la candidatura di Giuseppe Ruggeri a sindaco unitario del centrodestra. Poco conta se la decisione di mettere tutto in discussione sia partita da Lino Caschera (potentissimo ras dei voti locali) o dalla Lega (il Partito al quale ha aderito circa un anno fa sconvolgendo gli equilibri). Conta poco perché, a prescindere, è Caschera con i suoi ad avere i voti: se anche il Carroccio disconoscesse la sua iniziativa potrebbe mettere in campo una lista leghista senza Caschera ma perdendo i suoi voti ed esponendosi al rischio di una brutta figura elettorale. (Leggi qui A Sora salta tutto. La lettera della Lega: “Con Ruggeri si perde”).

La scelta di Caschera è contemporaneamente da Top e da Flop. Perché ci vuole coraggio per attaccare tutto un fronte politico e contemporaneamente anche il proprio Partito che ha ordinato di stare lì per ragion di Stato. A spingere è la forza della coerenza: l’area di Caschera è sempre stata convinta che il dottor Giuseppe Ruggeri non sia la scelta migliore come candidato sindaco. Lo ha detto in tutte le sedi, ha sollevato il caso in ogni luogo. Il coraggio delle scelte e della coerenza sono da top.

Mandare tutto all’aria a pochi giorni dalla presentazione delle firme e delle certificazioni indispensabili per poter presentare le liste manda un pessimo segnale agli elettori. Proietta l’ombra della confusione, dell’approssimazione, dell’incapacità della politica di individuare una sintesi. La politica dovrebbe essere il momento più alto della discussione: ci si candida a guidare gli altri e per questo bisogna essere un esempio. Il contrario di ciò a cui si sta assistendo.

Dr. Jekyll e Mr. Hyde

FLOP

ENRICO MICHETTI

Il professor Enrico Michetti (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Quanto successo in queste ultime settimane dimostra che il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone aveva colto nel segno quando aveva detto, a brutto muso, al candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, che fino a quel punto l’intera campagna elettorale era stata sbagliata. (Leggi qui Fazzone suona la sveglia a Michetti: “Finora hai sbagliato tutto”).

Michetti in effetti sta cercando di ricalibrare il tutto e si vede anche meno in giro. A dimostrazione che il rush finale dovrà essere vincente e penetrante nell’ultimo mese, dalla presentazione delle liste (3 e 4 settembre) al voto vero e proprio (3 e 4 ottobre). Però è proprio questo a dimostrare i limiti di un candidato sindaco che arriverà davanti al primo turno per via della straordinaria forza dei partiti che lo sostengono. Cioè Fratelli d’Italia in primis, ma anche Lega, Forza Italia e Coraggio Italia.

l problema è al ballottaggio e di questo Michetti pare non preoccuparsi affatto. Perché quando sarà terminata la spinta dei partiti, bisognerà affrontare la fase dell’uno contro uno. A quel punto il candidato sindaco però sarà solo. La sensazione che Enrico Michetti sia allergico alla programmazione a tavolino è fortissima.

Io speriamo che me la cavo.

LUCA ZAIA

LUCA ZAIA. FOTO: CANIO ROMANIELLO / IMAGOECONOMICA

Sempre eccellente nella gestione della pandemia (dall’inizio), per quanto riguarda l’azione all’interno del Partito mantiene un’impostazione Lega Nord “centrica”. Senza rendersi conto che la posta in gioco è altissima: se la Lega dovesse restare su posizioni inferiori al 10% nei Comuni del Centro e del Sud dove si voterà, la conseguenza non sarà soltanto una battuta d’arresto del leader Matteo Salvini. Ma significherà prendere atto di un ridimensionamento che poi avrà un peso anche per quanto riguarda le prospettive del partito in chiave di politica nazionale.

E le prospettive solo, nel centrodestra l’avanzata di Fratelli d’Italia, nel panorama italiano la dimensione di Governo. Luca Zaia è uno dei leader più forti e autorevoli del Carroccio. Tra quelli che potrebbero perfino contendere la leadership a Salvini.

Ma l’impostazione soltanto Nord centrica sarebbe in ogni caso un ridimensionamento di un partito che in questi anni ha assunto una dimensione nazionale. Ragionare in termini di appartenenze territoriali riporta indietro le lancette della storia politica della Lega.

Sterile nostalgia canaglia.